Cinque milioni di euro per riportare in Italia 24 cervelli in fuga. Con un progetto di ricerca ben finanziato prima, e soprattutto la certezza di una cattedra da professore per il futuro. Il Ministero dell’Istruzione ha emesso il nuovo bando del “Programma Montalcini”, iniziativa dedicata ai giovani ricercatori italiani e stranieri. La firma del decreto è stato uno degli ultimi atti del 2014 del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e darà i suoi frutti nell’anno in corso. Il programma Montalcini, intitolato alla scienziata e senatrice a vita scomparsa nel 2012, esiste dal 2009 e ha vissuto alterne vicende. Partito in realtà da un finanziamento superiore a quello attuale (per la prima edizione era di sei milioni di euro), negli anni successivi ha conosciuto ritardi e rallentamenti, come nel 2011 quando il bando non è stato proprio emanato.
Adesso il governo punta a rilanciare il progetto. E lo fa con una novità sostanziale rispetto al passato. Il concorso mette in palio non soltanto un contratto da ricercatore per la durata di tre anni, ma la prospettiva di una stabilizzazione futura. Merce rarissima di questi tempi, per l’università italiana. Il Ministero, infatti, chiederà preventivamente agli atenei la disponibilità ad assorbire i vincitori, nel caso dovessero abilitarsi durante il periodo di ricerca. Al termine del primo contratto (con una borsa di circa 40mila euro lordi l’anno), i giovani studiosi potranno essere inquadrati con la qualifica di professori associati. Il Miur garantirà agli atenei il consolidamento del finanziamento e la relativa quota di punti-organico necessari, anche per garantire il ricambio generazionale del personale docente universitario. Almeno in parte, visto che tanti atenei soffrono da anni per il blocco del turn-over e la mancanza di concorsi per professori.
Il requisito per poter partecipare al bando è aver conseguito il titolo di dottore di ricerca e aver svolto attività didattica o di ricerca in pianta stabile all’estero per almeno tre anni. L’obiettivo, dunque, è riportare in Italia quei giovani che avevano deciso di emigrare per mancanza di alternative. Ma anche attrarre altri talenti stranieri, che possano innalzare il livello delle nostre università. Le domande dovranno essere inoltrate per via telematica sul sito del Cineca (non è ancora possibile farlo, il decreto del Miur dev’essere prima approvato dalla Corte dei Conti e pubblicato in Gazzetta ufficiale), e i curriculum verranno esaminati da un’apposita commissione presieduta dal presidente della Conferenza dei rettori (Crui) e da quattro esperti qualificati. Quindi i vincitori potranno esprimere una sede di preferenza e, ricevuto il via libera dagli atenei e dal Ministero, firmeranno un contratto triennale da ricercatore di tipo B. Poi, se tutto andrà bene, diventeranno professori al termine del progetto. Nel 2015 gli atenei si preparano quindi ad accogliere 24 giovani menti, fra le più brillanti del panorama della ricerca internazionale. Un primo passo, anche se piccolo, per il rilancio dell’università italiana.
Twitter: @lVendemiale
Cervelli in fuga
Miur, il bando per fare rientrare 24 ricercatori. Con la certezza del posto fisso
Il "Programma Montalcini", oltre a un contratto di tre anni, include la prospettiva di una stabilizzazione futura. Tra i requisiti anche lo svolgimento di attività didattica o di ricerca all’estero per almeno tre anni
Cinque milioni di euro per riportare in Italia 24 cervelli in fuga. Con un progetto di ricerca ben finanziato prima, e soprattutto la certezza di una cattedra da professore per il futuro. Il Ministero dell’Istruzione ha emesso il nuovo bando del “Programma Montalcini”, iniziativa dedicata ai giovani ricercatori italiani e stranieri. La firma del decreto è stato uno degli ultimi atti del 2014 del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e darà i suoi frutti nell’anno in corso. Il programma Montalcini, intitolato alla scienziata e senatrice a vita scomparsa nel 2012, esiste dal 2009 e ha vissuto alterne vicende. Partito in realtà da un finanziamento superiore a quello attuale (per la prima edizione era di sei milioni di euro), negli anni successivi ha conosciuto ritardi e rallentamenti, come nel 2011 quando il bando non è stato proprio emanato.
Adesso il governo punta a rilanciare il progetto. E lo fa con una novità sostanziale rispetto al passato. Il concorso mette in palio non soltanto un contratto da ricercatore per la durata di tre anni, ma la prospettiva di una stabilizzazione futura. Merce rarissima di questi tempi, per l’università italiana. Il Ministero, infatti, chiederà preventivamente agli atenei la disponibilità ad assorbire i vincitori, nel caso dovessero abilitarsi durante il periodo di ricerca. Al termine del primo contratto (con una borsa di circa 40mila euro lordi l’anno), i giovani studiosi potranno essere inquadrati con la qualifica di professori associati. Il Miur garantirà agli atenei il consolidamento del finanziamento e la relativa quota di punti-organico necessari, anche per garantire il ricambio generazionale del personale docente universitario. Almeno in parte, visto che tanti atenei soffrono da anni per il blocco del turn-over e la mancanza di concorsi per professori.
Il requisito per poter partecipare al bando è aver conseguito il titolo di dottore di ricerca e aver svolto attività didattica o di ricerca in pianta stabile all’estero per almeno tre anni. L’obiettivo, dunque, è riportare in Italia quei giovani che avevano deciso di emigrare per mancanza di alternative. Ma anche attrarre altri talenti stranieri, che possano innalzare il livello delle nostre università. Le domande dovranno essere inoltrate per via telematica sul sito del Cineca (non è ancora possibile farlo, il decreto del Miur dev’essere prima approvato dalla Corte dei Conti e pubblicato in Gazzetta ufficiale), e i curriculum verranno esaminati da un’apposita commissione presieduta dal presidente della Conferenza dei rettori (Crui) e da quattro esperti qualificati. Quindi i vincitori potranno esprimere una sede di preferenza e, ricevuto il via libera dagli atenei e dal Ministero, firmeranno un contratto triennale da ricercatore di tipo B. Poi, se tutto andrà bene, diventeranno professori al termine del progetto. Nel 2015 gli atenei si preparano quindi ad accogliere 24 giovani menti, fra le più brillanti del panorama della ricerca internazionale. Un primo passo, anche se piccolo, per il rilancio dell’università italiana.
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Attacco Usa su larga scala contro lo Yemen controllato dagli Houthi. “È anche un avvertimento all’Iran”
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Manifestazione per l’Europa, “Siamo 50mila”. In piazza bandiere Ue, arcobaleno e “Bella ciao”. Dalla difesa comune al riarmo: le parole
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.