“Se veramente per liberare le due amiche dei siriani il governo avesse pagato un riscatto di 12 milioni, sarebbe uno schifo!”. Sono durissime le parole con le quali il segretario della Lega Nord Matteo Salvini commenta la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti rapite vicino ad Aleppo a fine luglio 2014 e detenute dal fronte Al Nusra, jihadisti vicini ad Al Qaeda che operano in Siria e Libano. La cifra di cui parla il leader del Carroccio è quella diffusa dall’account Twitter @ekhateb88, ritenuto vicino ai ribelli anti-Assad, che tuttavia è stata smentita dall’intelligence italiana. Alle agenzie di stampa “fonti qualificate dei servizi” hanno infatti dichiarato che non è stato pagato nessun riscatto.

Ma le critiche a fronte di un eventuale somma versata ai terroristi non sono soltanto del Carroccio. Per Massimo Corsaro di Fratelli d’Italia le due ragazze “hanno esposto loro stesse e l’intero Stato italiano a una situazione di rischio e difficoltà coscientemente con la loro volontaria presenza in un Paese in gravi condizioni e una pesante presenza del terrorismo”. Quindi, aggiunge, “finita la fase di legittima soddisfazione, serve che il ministro Boschi ci dica se è in grado di escludere che da qualunque fonte di finanziamento pubblico sia stato un centesimo per riportare le due ragazze a casa”.

Interviene sul caso anche il vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini che, sottolineando come la liberazione avvenga “esattamente una settimana dopo la strage di Parigi“, è “doveroso chiederci se un eventuale riscatto pagato a dei terroristi non sia una fonte di finanziamento per portare la morte in Europa e altrove. Non vorrei che l’Occidente finisse vittima di un corto circuito provocato dai terroristi che dispensano la morte e la vita a secondo delle convenienze”. Quindi, conclude, “il governo e il ministro Gentiloni faranno bene a chiarire rapidamente la vicenda in tutti i suoi aspetti rilevanti”.

Pesante invece il commento del capogruppo di Forza Italia alla Regione Emilia-Romagna Galeazzo Bignami, in una nota su Facebook, si augura che “adesso le due tipe si mettano a lavorare gratis fino a quando non ripagheranno all’Italia quanto noi abbiamo dovuto versare, in nome della loro amicizia, ai ribelli siriani”. Secondo Bignami, Greta e Vanessa “sono state liberate immagino dietro pagamento di lauta ricompensa ai ribelli siriani. Ora che sono libere penso si possa dire con chiarezza che di chiaro in questa storia non c’è nulla. A partire dal fatto che questo sequestro pare proprio un gran favore fatto dalle loro amiche ai ribelli“. Non manca un cenno ai due marò. “Per inciso si liberano queste qui mentre chi porta la Divisa e rappresenta lo Stato è ancora in arresto in India. Bello schifo”, conclude Bignami.

E la polemica corre anche sui social network, dove tanti utenti esprimono messaggi di sollievo, ma non mancano le voci critiche sul presunto riscatto milionario. Su Twitter invece, ai commenti di felicità e entusiasmo (“due brave ragazze che potrebbero essere le mie figlie tornano a casa. Sono felice! “) si aggiungono voci più fredde e a tratti critiche su quanto accaduto.  Se c’è chi scrive solamente “mi raccomando, non fatelo mai più”, ma c’è anche chi sentenzia: “Un riscatto milionario per due sceme”. Oppure, ancora, “sia chiaro a tutti che sono ben altri i cervelli da far rientrare”, mentre altri vorrebbero che alla liberazione delle due ragazze facesse seguito il ritorno dei marò.

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