“Fermo rifiuto di ogni forma di corruzione che distolga risorse dai poveri”. È l’appello che Papa Francesco ha rivolto alle autorità filippine nel suo primo discorso nel Paese, seconda tappa del suo viaggio in Asia. “È ora più che mai necessario – ha affermato Bergoglio – che i dirigenti politici si distinguano per onestà, integrità e responsabilità verso il bene comune”. Il Pontefice, che è arrivato a Manila direttamente dallo Sri Lanka, e che nella conferenza stampa sul volo papale ha condannato duramente chi deride la religione altrui, ha voluto subito esprimere la sua “vicinanza ai nostri fratelli e sorelle che hanno patito le sofferenze, i danni e le devastazioni causate dal tifone Yolanda” nel novembre 2013. E ha voluto abbracciare centinaia di bambini salvati dalla strada.
Per il Papa, è necessario “trasmettere alle generazioni future una società veramente giusta, solidale e pacifica. Indispensabile per la realizzazione di questi obiettivi nazionali è l’imperativo morale di assicurare la giustizia sociale e il rispetto della dignità umana“. Francesco, infatti, ha sottolineato che “la grande tradizione biblica prescrive per tutti i popoli il dovere di ascoltare la voce dei poveri e di spezzare le catene dell’ingiustizia e dell’oppressione, che danno origine a palesi e scandalose disuguaglianze sociali. La riforma delle strutture sociali che perpetuano la povertà e l’esclusione dei poveri, prima di tutto richiede una conversione della mente e del cuore”. Ai governanti del Paese, Bergoglio ha ricordato che non a caso i vescovi delle Filippine hanno chiesto che il 2015 sia proclamato “Anno dei poveri”.
Ma il Papa non ha nascosto che anche “la famiglia può essere sfigurata e distrutta”. “Sappiamo – ha spiegato Francesco – quanto sia difficile oggi per le nostre democrazie preservare e difendere tali valori umani fondamentali, come il rispetto per l’inviolabile dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti di libertà di coscienza e di religione, il rispetto per l’inalienabile diritto alla vita, a partire da quella dei bimbi non ancora nati fino quella degli anziani e dei malati. Per questa ragione, famiglie e comunità locali devono essere incoraggiate e assistite nei loro sforzi di trasmettere ai nostri giovani i valori e la visione capaci di aiutare a promuovere una cultura di onestà, tale da onorare bontà, sincerità, fedeltà e solidarietà, come solide basi e collante morale che mantenga unita la società”.
Nell’omelia della messa celebrata con i vescovi, i sacerdoti e i religiosi nella cattedrale di Manila, il Papa ha sottolineato che “la chiesa nelle Filippine è chiamata a riconoscere e combattere le cause della disuguaglianza e dell’ingiustizia, profondamente radicate, che macchiano il volto della società filippina, in palese contrasto con l’insegnamento di Cristo. Il vangelo chiama ogni singolo cristiano a vivere una vita onesta, integra e impegnata per il bene comune. Ma chiama anche le comunità cristiane a creare ‘circoli di onestà‘, reti di solidarietà che possono estendersi nella società per trasformarla con la loro testimonianza profetica”.
Per Francesco è, dunque, necessario “rifiutare prospettive mondane, guardando ogni cosa di nuovo alla luce di Cristo. Ciò comporta che noi siamo i primi a esaminare la nostra coscienza, a riconoscere i nostri fallimenti e cadute e a imboccare la via della conversione continua. Come possiamo proclamare la novità e il potere liberante della croce agli altri, – si è domandato il Papa – se proprio noi non permettiamo alla parola di Dio di scuotere il nostro orgoglio, la nostra paura di cambiare, i nostri meschini compromessi con la mentalità di questo mondo, la nostra mondanità spirituale?”.
La risposta di Francesco è chiara: “Solo diventando noi stessi poveri, eliminando il nostro autocompiacimento, potremo identificarci con gli ultimi tra i nostri fratelli e sorelle. Vedremo le cose sotto una luce nuova e così potremo rispondere con onestà e integrità alla sfida di annunciare la radicalità del vangelo in una società abituata all’esclusione, alla polarizzazione e alla scandalosa disuguaglianza“. Infine, un appello particolare ai giovani a essere “vicini a quanti, vivendo in mezzo a una società appesantita dalla povertà e dalla corruzione, sono scoraggiati, tentati di mollare tutto, di lasciare la scuola e di vivere per la strada. Proclamate la bellezza e la verità del matrimonio cristiano a una società che è tentata da modi confusi di vedere la sessualità, il matrimonio e la famiglia”.
Incontrando le famiglie nel Mall of Asia Arena di Manila, Francesco ha ricordato che “ogni minaccia alla famiglia è una minaccia alla società stessa”. E, facendo sue le parole di san Giovanni Paolo II, ha aggiunto che “il futuro dell’umanità passa attraverso la famiglia”, senza omettere che oggi essa è minacciata da “molti pericoli”. “Esistono delle colonizzazioni ideologiche – ha spiegato il Papa parlando a braccio – che cercano di distruggere la famiglia. A loro dobbiamo dire di no”. Bergoglio ha ricordato anche che “nelle Filippine, innumerevoli famiglie soffrono ancora le conseguenze dei disastri naturali. La situazione economica ha provocato la frammentazione delle famiglie con l’emigrazione e la ricerca di un impiego, inoltre problemi finanziari assillano molti focolari domestici. Mentre fin troppe persone vivono in estrema povertà, altri vengono catturati dal materialismo e da stili di vita che annullano la vita familiare e le più fondamentali esigenze della morale cristiana”.
Francesco ha sottolineato, inoltre, che “la famiglia è anche minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita”. E qui ha voluto ricordare il beato Paolo VI che “ha avuto il coraggio di difendere l’apertura alla vita nella famiglia perché ha visto la minaccia di distruzione che è la privazione dei figli”. Bergoglio è stato chiaro: “Siate santuari di rispetto per la vita, proclamando la sacralità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale”. E, infine, l’invito del Papa a prendersi “cura dei fratelli e delle sorelle più bisognosi, specialmente di coloro che non hanno una famiglia propria, in particolare degli anziani e dei bambini orfani. Non lasciateli mai sentire isolati, soli e abbandonati”.
Twitter: @FrancescoGrana