Stavano fuggendo verso l’Italia due dei presunti terroristi sfuggiti al blitz antiterrorismo delle forze speciali del Belgio, che ha portato al fermo di tredici persone. Secondo fonti della polizia belga, i due uomini, fermati nella regione di Chambéry, vicini al traforo del Frejus, stavano cercando di oltrepassare il confine per sfuggire alle autorità. I jihadisti, secondo il sito della Dernier Hoire, stavano preparando in Belgio il rapimento e la decapitazione di un importante personaggio, un alto ufficiale di polizia o un magistrato, per poi ucciderlo in un video da diffondere su Internet. Un attentato sventato per una questione di ore, secondo quanto emerge dalla conferenza stampa presso la procura federale di Bruxelles. La tv belga Rtl, però, riporta che nell’operazione alcuni personaggi legati ai gruppi terroristici sono riusciti a fuggire e sarebbero ricercati dalla polizia. Il premier belga, Charles Michel, annuncia nuove restrinzioni e pene più severe per i reati legati al terrorismo.
Pm: “La cellula voleva colpire i poliziotti per strada”
I due componenti della cellula erano di origine cecena e marocchina e progettavano, insieme al terzo sospettato, rimasto ferito, di sequestrare un autobus e prenderne in ostaggio i passeggeri. I tre volevano compiere la loro azione indossando uniformi della polizia belga, ritrovate dagli investigatori, e utilizzando fucili d’assalto, pistole ed esplosivi. A Verviers, dove ieri è stato condotto il blitz, e in altre zone del Paese la polizia federale ha sequestrato kalashnikov, oltre a esplosivi per la fabbricazione di bombe e divise da poliziotti. Uno degli arrestati durante l’operazione è un 25enne, Marouane E., accusato, tra l’altro, di partecipazione ad associazione terroristica, detenzione di armi e esplosivi con l’intenzione di commettere un attentato, e minacce.
“Durante le indagini, dodici mandati sono stati eseguiti in diverse località del Belgio – dicono gli inquirenti durante una conferenza stampa – tredici i fermi eseguiti. La rete logistica dietro questa cellula aveva intenzioni di uccidere poliziotti per le strade e nei commissariati”. Secondo fonti della polizia belga, due degli uomini in fuga sono stati arrestati in Francia, nella regione di Chambéry, mentre stavano cercando di attraversare il confine per fuggire verso l’Italia.
La sicurezza è stata rafforzata nel Paese, soprattutto nei commissariati, dove gli agenti di guardia sono armati di mitragliette. I membri del personale operativo della polizia locale di Anversa hanno ricevuto il permesso di portare a casa la loro arma di servizio. Nel municipio di Moelenbeek, a Bruxelles, il sindaco Françoise Schepmans ha confermato al quotidiano Le Soir che una persona è stata fermata nel corso di cinque perquisizioni. Un’altra perquisizione è stata condotta nell’area di Schaerbeek.
Alzato livello sicurezza nelle sedi Ue. La Commissione europea ha deciso, a titolo precauzionale, di alzare il livello d’allerta contro il rischio di attacchi terroristici. Stessa decisione dovrebbe essere presa anche dal Parlamento europeo. Intanto, la polizia belga ha deciso di rafforzare le misure di sicurezza all’International Press Center (Ipc), il palazzo situato accanto alla sede della Commissione europea dove hanno i loro uffici di corrispondenza le principali televisioni europee, giornali e agenzie di stampa internazionali.
Fonti dell’intelligence occidentale, citate dalla Cnn, spiegano che, però, il pericolo attentati è esteso a gran parte dell’Europa. Esisterebbero almeno 20 cellule terroristiche dormienti (composte in totale da 120-180 uomini) in tutto il vecchio continente, pronte ad agire in Francia, Germania, Belgio e Olanda. Le agenzie, che hanno messo a punto la lista insieme ad alcune intelligence mediorientali, fanno sapere che l’allerta riguarda soprattutto questi ultimi due Paesi, dove gli atti terroristici costituiscono una “minaccia imminente“, visto che l’Isis ha fornito a molti foreign fighters rientrati in patria delle direttive precise su modalità e obiettivi da attaccare.
Anche per questo, il premier belga, Charles Michel, ha anunciato l’adozione di altre 12 misure per la lotta al terrorismo nel Paese, che vanno dal ritiro dei documenti d’identità e della nazionalità al congelamento dei beni, fino all’inserimento come reato penale dei viaggi all’estero a fini terroristici e l’uso dell’esercito per missioni specifiche di sorveglianza.
Sono almeno 325 le persone che hanno lasciato il Belgio per combattere con Isis
Il livello di allerta antiterrorismo è stato alzato ieri, in seguito alla serie di operazioni condotte in varie parti del Paese, una delle quali ha provocato la morte di due sospetti terroristi rientrati dalla Siria e l’arresto di un terzo. Secondo il governo, sono almeno 325 le persone che hanno lasciato il Paese per combattere con lo Stato islamico e altre formazioni militanti in Iraq e Siria, facendo del Belgio il Paese europeo con il maggior numero pro-capite di residenti divenuti jihadisti.
Un altro uomo è stato arrestato ieri nella metropolitana di Bruxelles e c’è stato un fermo anche all’aeroporto nazionale di Bruxelles, che sorge nel sobborgo di Zaventem. La polizia ha fatto sapere che le operazioni sono ancora in corso e che sono attesi nuovi arresti. Il premier Charles Michel ha spiegato che l’innalzamento dell’allerta è una “misura di prudenza” e che “non esistono nuove minacce. Dopo una lunga preparazione – ha sottolineato il premier – operazioni di lotta contro il terrorismo sono cominciate sul terreno, nel quadro di un’inchiesta giudiziaria e sulla base dei nostri servizi d’intelligence”.
Chiusa scuola ebraica ad Amsterdam, due arresti a Berlino
Anche la scuola ebraica ortodossa d’Olanda, che ha sede ad Amsterdam, è stata chiusa per motivi precauzionali. La tv nazionale olandese Nos, citando il rabbino Binyomin Jacobs, ha sottolineato che non ci sono minacce concrete nei confronti della scuola Cheider di Amsterdam.
Intanto la polizia di Berlino ha arrestato due uomini che stavano reclutando combattenti, acquistando attrezzature e raccogliendo fondi per l’Isis in Siria. I due sono stati fermati durante una serie di raid nella capitale tedesca, in almeno undici abitazioni, nell’ambito di indagini su un piccolo gruppo di estremisti iniziate mesi fa. Il leader del gruppo, identificato solo come Ismet D. (41 anni), è accusato di reclutamento, soprattutto di turchi e russi. Secondo la polizia non ci sono prove che stessere progettando attacchi in Germania.