“Io sono indagato per omissione di atti d’ufficio per non aver ottemperato alla richiesta del prefetto” di cancellare le trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all’estero. Lo ha rivelato, intervenendo a un convegno, il sindaco del capoluogo lombardo Giuliano Pisapia. “Non sono preoccupato”, ha aggiunto il sindaco Pisapia sorridendo. “Non voglio polemizzare con il prefetto, deve essere qualcuno in alto che dà indicazioni”, aveva premesso, ricordando come il prefetto gli avesse chiesto “formalmente di cancellare una trascrizione che ritengo doverosamente di trascrivere perché così, secondo me, impone la legge”. Un invito, poi, il primo cittadino lo rivolge a Matteo Renzi: il premier faccia una ”tirata d’orecchie al ministro Alfano per far ritirare quella circolare blasfema da un punto di vista giuridico” sulla cancellazione delle trascrizioni.
“C’è stata una denuncia, non so di chi, e l’iscrizione al registro degli indagati era obbligata – ha proseguito sempre Pisapia – ho molta fiducia nella magistratura. Essendo avvocato posso non preoccuparmi, ma magari altri sindaci potrebbero fermarsi su quello che è un loro dovere o comunque una questione su cui c’è grande mobilitazione e sensibilità. Questo indipendentemente da quello che uno può pensare sui matrimoni omosessuali nel nostro Paese”. L’atto per cui è indagato è “la trascrizione – ha ribadito – di matrimoni legittimi, considerati legali all’estero e che per il nostro ordinamento devono essere trascritti”.
Il 9 ottobre il sindaco di Milano aveva rotto gli indugi sulle trascrizioni dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero, al centro di una polemica tra sindaci e ministro dell’interno, Angelino Alfano, e aveva firmato le prime sette trascrizioni milanesi. Il 10 ottobre il prefetto, Francesco Paolo Tronca, chiedeva al Comune del capoluogo lombardo di conoscere tutti gli atti che riguardano la trascrizione dei sette matrimoni e il 27 ottobre chiedeva di cancellare gli atti di trascrizione. Il 4 novembre Tronca firmava, quindi, un provvedimento di annullamento delle trascrizioni e ordinava “al sindaco Giuliano Pisapia in qualita’ di ufficiale di stato civile di procedere agli adempimenti conseguenti all’annullamento senza ritardo e di darne immediata notizia al prefetto”.
Il 18 ottobre anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, registrava in Campidoglio sedici matrimoni omosessuali celebrati all’estero, scatenando una selva di reazioni pro e contro il suo gesto simbolico, mentre il prefetto della capitale Giuseppe Pecoraro ammoniva: “Cancelli le trascrizioni o ci sara’ l’annullamento”, come disposto dal ministro Alfano.
Dal 15 settembre anche il comune di Bologna registra le nozze omosessuali celebrate all’estero. Il sindaco Virginio Merola ha spiegato più volte di non avere alcuna intenzione di cancellare le trascrizioni, come ordinato dal prefetto. Contattate dal Fatto Quotidiano, fonti della procura bolognese hanno fatto sapere che non ci sono fascicoli aperti sul primo cittadino.