Lo sforzo di riduzione del rapporto deficit/Pil richiesto all’Italia per il 2015 “è sceso dallo 0,5% allo 0,25%. Lo sforzo richiesto è diminuito, ma deve essere rispettato”. Lo ha confermato il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, in un colloquio con la stampa italiana. Dalla comunicazione sulla flessibilità approvata la settimana scorsa dalla Commissione europea, che chiarisce l’applicazione delle regole del Patto di Stabilità e Crescita, emerge infatti che il prossimo anno l’Italia per raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio strutturale dovrà correggere il disavanzo dello 0,25% e non dello 0,5%. L’ex ministro francese ha sottolineato che “l’Italia beneficerà delle tre clausole della comunicazione della Commissione sulla flessibilità” che riguardano le riforme strutturali, gli investimenti e il congiuntura economica. Di conseguenza, come emerge applicando la tabella diffusa da Bruxelles ai dati italiani, lo sforzo aggiuntivo messo in campo dal governo in ottobre dovrebbe essere sufficiente per ottenere il via libera quando, in marzo, la Commissione esprimerà il verdetto definitivo sulla nostra legge di Stabilità.

Il commissario Ue agli Affari economici ha spiegato che “entro questa settimana dobbiamo ricevere da parte del governo italiano le informazioni sull’analisi della situazione economica e gli impegni sulle riforme”, mentre “prima della fine del mese ci sarà una missione tecnica della Commissione a Roma”. L’esecutivo di Bruxelles “riconosce una vera volontà del governo italiano di riformare l’economia”. In particolare la Commissione Ue vuole “sostenere il percorso di riforme e negli ultimi anni sono stati fatti sforzi notevoli per uscire dalle difficoltà economiche e rilanciare gli investimenti. Le riforme devono andare avanti e devono essere rafforzate”, ma deve anche “essere assicurata la loro attuazione efficace e rapida”. Moscovici ha poi affermato che eventuali sanzioni contro un Paese che non attua le riforme sarebbero “una sconfitta“. E il Paese che subisce le sanzioni “sarà scontento”.

Parlando dell’attesa per l’esito delle elezioni in Grecia di domenica prossima, Moscovici ha detto che la ma “la Commissione Ue sta già pensando al dopo” e, nonostante la probabile vittoria del partito di sinistra Syriza che ha in programma la richiesta di rinegoziare il debito pubblico, l’esecutivo Ue “ha già deciso l’estensione del programma” di sostegno ad Atene e “l’aumento delle linee di credito“. Il giorno dopo le elezioni in Grecia, il 26 gennaio, a Bruxelles si riunirà l’Eurogruppo, che valuterà anche l’esito del voto.

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