Luxottica ha versato al fisco 29 milioni per una contestazione del 2008 della guardia di Finanza in materia di transfer pricing, la modalità di determinazione dei prezzi dei trasferimenti di beni e servizi tra società dello stesso gruppo. A renderlo noto è la stessa società, il cui consiglio di amministrazione ha approvato i conti del 2014 – chiusi con vendite per 7,65 miliardi, in crescita a cambi costanti del 6,1% rispetto all’anno precedente – e conferito le deleghe ai due amministratori delegati Massimo Vian e Adil Mehboob-Khan. Una nota contenuta nel bilancio del gruppo dell’occhialeria, che lo scorso autunno ha registrato un turbinoso doppio cambio al vertice, spiega che la verifica ha riguardato “operazioni commerciali di esportazione di prodotti finiti dall’Italia alle filiali estere del gruppo, tutte localizzate in Paesi a fiscalità ordinaria”.

Luxottica “ha deciso di aderire al processo verbale di constatazione procedendo al pagamento delle somme risultanti per l’anno 2008, pur restando fermamente convinta della correttezza del proprio operato per le ragioni ampiamente illustrate nei documenti difensivi predisposti”. Lo stesso rilievo era stato mosso dalle Fiamme Gialle per operazioni relative al 2007 e anche lo scorso anno il gruppo aveva scelto di chiudere i conti con il fisco versando 33 milioni di euro.

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