Non ci sono solo cene, affettuosi sms di ringraziamento con relativi scambi di abbracci e incontri in Campidoglio. “Certo è che Salvatore Buzzi con la giunta Alemanno e con gli amministratori pubblici che ne erano espressione, ha fatto affari d’oro” tanto che “il fatturato delle cooperative è più che raddoppiato in poco più di due anni da 25 milioni a 60 milioni di euro“. Lo scrivono i giudici del Tribunale del Riesame nelle 140 pagine delle motivazioni con cui hanno confermato il carcere per il numero uno della cooperativa 29 giugno, braccio destro dell’ex Nar Massimo Carminati.
Nell’analisi del ruolo ricoperto nell’organizzazione da Carly Guarany, vice presidente del Cda della 29 giugno, porta la data del 22 gennaio 2013 un’intercettazione che i giudicii definiscono “illuminante“, in cui Buzzi racconta “che la sera precedente era stato accompagnato da Panzironi in Campidoglio per un’incontro con il sindaco Alemanno”, al quale il capo della 29 giugno aveva chiesto una proroga dei lavori per le sue cooperative: “Gli ho detto ‘guarda Gianni, fa’ ‘sta cazzo di proroga, so’ sei mesi, te fai l’elezioni in santa pace”. Ed è proprio l’ex ad dell’Ama l’anello di congiunzione tra Mafia Capitale e l’ex primo cittadino.
“Franco Panzironi – scrivono i magistrati – vien nominato amministratore delegato di Ama nel 2008 ed il successivo 13 febbraio 2009 raggiunge il vertice anche della controllata Roma Multiservizi. Il legame stretto e diretto con l’allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno, gli attribuisce un potere d’influenza generale in tutto quello che riguarda l’amministrazione capitolina“. “Si può affermare, senza pericolo di smentita”, continuano i magistrati, “come nell’ente Ama il fenomeno corruttivo abbia raggiunto la massima espressione, inquinando tutte le gare“. “Affari d’oro”, appunto, come scrivono i giudici nella motivazione. A sua volta Panzironi “costituisce un punto di riferimento fondamentale per Salvatore Buzzi, per l’aggiudicazione di appalti in Ama e comunque per ogni problema che quest’ultimo e il sodalizio da lui rappresentato ha nei confronti dell’amministrazione romana”. Panzironi “da un lato riceve regolarmente illecite dazioni di denaro” e “dall’altro ottiene finanziamenti per la Fondazione Nuova Italia“, di cui Alemanno è presidente.
E’ proprio la fondazione il punto di contatto tra il sindaco Alemanno, Panzironi e il sodalizio criminale di Buzzi. “Con riferimento all’aggiudicazione della gara n. 18/2011 della raccolta differenziata per il comune di Roma – che forma oggetto di imputazione – è sconcertante constatare che il Buzzi sapesse, ancor prima della conclusione della procedura di gara, che l’appalto sarebbe stato aggiudicato a suo favore”, come emerge dalle numerose intercettazioni. “Il 06/12/2012, giorno seguente all’aggiudicazione della gara, dai conti correnti alle società riconducibili a Buzzi vengono effettuati bonifici per complessivi euro 30.000,00 in favore della Fondazione Nuova Italia“. E, di soldi, Panzironi da Carminati&Co ne ha presi parecchi: in una conversazione intercettata tra Buzzi ed Emilio Gammuto del 2 maggio 2013 il ras delle cooperative spiega al collaboratore di Carminati di dover pagare l’ex ad dell’Ama e di “averlo messo a 15.000 euro al mese“.
di Giovanna Trinchella e Marco Pasciuti