Sprazzi di quello spettacolo pirotecnico che fu e tanta voglia ma confusa non evitano alla Roma il terzo pareggio consecutivo, il quinto nelle ultime sette gare, che spinge la Juventus in fuga. I giallorossi scivolano ancora un po’ più lontani dalla vetta (-7) dopo i novanta minuti di Firenze e adesso il distacco inizia a essere importante, nei numeri e nella capacità di portare a casa la posta piena anche se manca un po’ di brillantezza. La squadra di Garcia ha perso lucidità e freschezza negli ultimi due mesi. I sintomi sono nella testa, più che nelle gambe. C’è una spia rossa accesa sulla plancia di comando del tecnico francese. E non è quella della benzina, visto che la Roma gioca molto meglio nella seconda parte di gara. Ma riguarda la sicurezza e l’autorità dei suoi, la convinzione di ciò che sono. Lo dimostrano gli ultimi sei gol subiti in campionato, beccati tutti nella prima mezz’ora. In stagione la Roma è spesso entrata in campo ringhiando in faccia agli avversari, ora è timida. Accade anche contro la Fiorentina.
Gli uomini di Montella piazzano subito le tende dalle parti di De Sanctis. Gli attacchi partono dalla zona destra, dove Joaquin gioca la sua migliore partita in maglia viola. Lo spagnolo scherza a più riprese Holebas, mentre Cuadrado crea spazi per gli inserimenti di Mati Fernandez. Ma a colpire è l’uomo più atteso e criticato nelle scorse settimane, quel Mario Gomez che sembrava aver perso la capacità di freddare gli avversari. Al 18esimo torna invece il killer di sempre facendosi trovare pronto su un tiro sporco di Pizarro. La Fiorentina è affamata e annusa il sangue di una Roma ferita: intensa, sciolta e tranquilla, mette altre due volte in apprensione De Sanctis. Gomez cerca il bis, Basanta lo sfiora e Tomovic fa tutto bene ma vede la palla sfiorare solamente il palo. Il primo e unico pericolo giallorosso arriva invece su calcio d’angolo e Garcia deve anche rinunciare a Strootman per una botta all’altezza del collaterale.
Ti aspetti un secondo tempo ancora a senso unico ma la Roma torna in campo trasfigurata. L’uomo chiave è Iturbe, perché finalmente sgasa davanti a Basanta che non riesce (e non può) contenerlo. Ne approfitta al 49esimo quando lo salta agevolmente dopo una grande apertura di Totti e serve a Ljajic una palla nel cuore dell’area che il serbo deve solo spingere dentro. Rimessa in equilibrio, la partita diventa bellissima. Perché i giallorossi hanno trovato il nervo scoperto nella difesa viola e pungono sempre da quel lato. Iturbe diventa indiavolato e chiama Tatarusanu a un grande intervento. Ma anche la Fiorentina non ha dimenticato dove può far male e ricomincia a spingere dalle parti di Holebas. Mati Fernandez spreca ancora dal limite dopo l’ennesima giocata di Joaquin a spese del difensore greco, poi Pasqual ha una prateria davanti ma rallenta il contropiede e consente alla Roma di rientrare, salvando con Yanga-Mbiwa su Kurtic. C’è spazio per Destro e Babacar, spesso sacrificati in stagione in nome dei ‘totem’ Gomez e Totti, ma capaci di risolvere comunque le partite. Non accade al Franchi, dove piovono ancora occasioni ed emozioni. Il punteggio però non cambia. Il punto è molto più prezioso per la Fiorentina, che continua ad avere la Champions a un tiro di schioppo. Mentre la Roma osserva la Juventus, cinica e concreta, prendere il largo.