Dal #QuirinalParty al #FifaParty. Entro oggi saranno presentate le candidature per la corsa alla presidenza della Fifa. Le elezioni si terranno durante il Congresso del 29 maggio a Zurigo, e voteranno tutte le 209 nazioni affiliate. Multinazionale che governa il gioco del calcio su scala globale, nell’ultimo bilancio la Fifa ha presentato ricavi per 1,4 miliardi di euro e riserve per 1,3 miliardi. E la sua storia recente non è esente da scandali, corruzioni e malaffare. A partire dalle strane partnership con l’agenzia di marketing International Sports Leisure (ISL) fino al voto che ha assegnato i Mondiale del 2018 alla Russia e quelli del 2022 al Qatar. La lotta per la presidenza è quindi una questione squisitamente politica e di potere, il pallone è in secondo piano. Ecco chi sono i candidati e le rispettive possibilità di spuntarla.
Sepp Blatter – Prossimo ai 79 anni, il padre padrone del calcio mondiale è alla ricerca del quinto mandato consecutivo. Eletto la prima volta nel 1998, poi di nuovo nel 2002 e nel 2007 senza rivali, e ancora nel 2011 quando riuscì a trasformare le magagne dell’affaire Qatar a suo vantaggio liberandosi del dimissionario rivale Mohamed Bin Hammam. Accusato di maquillage finanziario da un dossier del suo ex delfino Michel Zen-Ruffinen nei primi anni duemila riuscì a far dimettere pure lui. Per il resto tra le mille accuse di corruzione, tangenti, conflitti d’interessi (il nipote Philippe Blatter siede nel board di Match, società che si occupa della gestione e vendita di biglietti, viaggi e alberghi per ogni manifestazione della Fifa, e di Infront, potentissima società che gestisce i diritti tv) è sempre riuscito a uscirne pulito. Durante il suo ventennio ha trasformato la Fifa in un’immensa macchina da soldi, procurandosi così molti più alleati di quanti siano disposti ad ammetterlo. Per questo resta il favorito. Probabilità: 60%.
Ali bin al-Hussein – Principe di Giordania, fratello del re, è presidente della federcalcio locale e dal 2011 uno dei vicepresidenti della Fifa. La sua candidatura è stata presentata come la “primavera araba”. A 39 anni si presenta come volto nuovo e pulito e la sua campagna è cominciata con la richiesta di rendere pubblico per intero il famoso report del superprocuratore Michael Garcia che dimostra la corruzione avvenuta durante l’assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022. Dopo la decisione del presidente della Uefa Michael Platini, bruciato anche lui dal caso Qatar, di non candidarsi a sfidante di Blatter, è stato indicato da più parti come l’uomo di Platini contro il potentissimo svizzero. E’ senza dubbio lo sfidante principale, ma per ora può contare solo sui voti asiatici e parte di quelli europei (la federcalcio inglese fa campagna per lui). E non è sufficiente. Probabilità: 30%.
Michael van Praag – Ex presidente dell’Ajax, capo della federcalcio olandese e membro del Comitato Esecutivo della Uefa, è una candidatura last minute, avvenuta il giorno dopo che Blatter ha pubblicamente sfidato la Uefa dicendo che gli europei non avevano il coraggio di trovare un oppositore credibile. 67 anni, è stato tra i primi a chiedere un passo indietro dello svizzero prima di Brasile 2014 e poi la pubblicazione integrale del report di Garcia. I suoi slogan sono nel nome della normalizzazione (“la Fifa deve tornare con i piedi per terra”) e della modernizzazione (“qualcosa che ho contribuito a fare nel calcio olandese”). Si gioca i voti europei con Ali bin al-Hussein, con il rischio di toglierglieli, e poco altro. Probabilità: 10%.
Jerome Champagne – Ex diplomatico francese, da undici anni membro del Comitato Esecutivo della Uefa, è stato fin da subito l’unico candidato ufficiale (e perdente) in quello che doveva essere lo scontro tra Platini e Blatter. Ha mantenuto la sua candidatura, ma è ancora più debole di prima. Probabilità: 1%.
David Ginola – Talento purissimo come calciatore (con Newcastle, Tottenham e nazionale francese i suoi momenti più belli) e poi modello, attore e produttore di vini una volte appese le scarpe al chiodo, la sua è una candidatura pubblicitaria messa in piedi da una nota agenzia di scommesse. Difficile che trovi cinque nazioni pronte ad appoggiarlo, impossibile che qualcuno lo voti. Probabilità: 1%.
Luis Figo – Uno dei calciatori più forti degli ultimi vent’anni, Pallone d’Oro nel 2000, ha deliziato i palati dei tifosi di tutto il mondo e in particolare di Barcellona, Real Madrid e Inter. E’ anche lui un candidato dell’ultimo minuto, spiegando che ha deciso di sfidare Blatter “per fermare gli scandali che stanno rovinando il calcio”. Si presenta come giovane rivoluzionario e dice: “Voglio che la Fifa torni a occuparsi di calcio e non di politica, confrontarmi con i problemi e trovare un nuovo approccio”. Per ora ha l’appoggio della federazione portoghese e quello di peso di José Mourinho. A 42 anni ha un background calcistico e dirigenziale (ambasciatore all’Inter) decisamente superiore a quello di Ginola, è persona rispettata da tutti e, seppure abbia oggi probabilità pari a zero, potrebbe in questi mesi raccogliere intorno a sé i voti di opposizione a Blatter e diventare il vero sfidante a sorpresa. Probabilità: 8% (a salire).
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Presidenza Fifa, da Figo ad al-Hussein poche speranze contro Sepp Blatter
Il padre padrone del calcio mondiale è strafavorito per conquistare il suo quinto mandato consecutivo nonostante scandali e polemiche. In gioco solo il ruolo di vero outsider al monarca svizzero del pallone
Dal #QuirinalParty al #FifaParty. Entro oggi saranno presentate le candidature per la corsa alla presidenza della Fifa. Le elezioni si terranno durante il Congresso del 29 maggio a Zurigo, e voteranno tutte le 209 nazioni affiliate. Multinazionale che governa il gioco del calcio su scala globale, nell’ultimo bilancio la Fifa ha presentato ricavi per 1,4 miliardi di euro e riserve per 1,3 miliardi. E la sua storia recente non è esente da scandali, corruzioni e malaffare. A partire dalle strane partnership con l’agenzia di marketing International Sports Leisure (ISL) fino al voto che ha assegnato i Mondiale del 2018 alla Russia e quelli del 2022 al Qatar. La lotta per la presidenza è quindi una questione squisitamente politica e di potere, il pallone è in secondo piano. Ecco chi sono i candidati e le rispettive possibilità di spuntarla.
Sepp Blatter – Prossimo ai 79 anni, il padre padrone del calcio mondiale è alla ricerca del quinto mandato consecutivo. Eletto la prima volta nel 1998, poi di nuovo nel 2002 e nel 2007 senza rivali, e ancora nel 2011 quando riuscì a trasformare le magagne dell’affaire Qatar a suo vantaggio liberandosi del dimissionario rivale Mohamed Bin Hammam. Accusato di maquillage finanziario da un dossier del suo ex delfino Michel Zen-Ruffinen nei primi anni duemila riuscì a far dimettere pure lui. Per il resto tra le mille accuse di corruzione, tangenti, conflitti d’interessi (il nipote Philippe Blatter siede nel board di Match, società che si occupa della gestione e vendita di biglietti, viaggi e alberghi per ogni manifestazione della Fifa, e di Infront, potentissima società che gestisce i diritti tv) è sempre riuscito a uscirne pulito. Durante il suo ventennio ha trasformato la Fifa in un’immensa macchina da soldi, procurandosi così molti più alleati di quanti siano disposti ad ammetterlo. Per questo resta il favorito. Probabilità: 60%.
Ali bin al-Hussein – Principe di Giordania, fratello del re, è presidente della federcalcio locale e dal 2011 uno dei vicepresidenti della Fifa. La sua candidatura è stata presentata come la “primavera araba”. A 39 anni si presenta come volto nuovo e pulito e la sua campagna è cominciata con la richiesta di rendere pubblico per intero il famoso report del superprocuratore Michael Garcia che dimostra la corruzione avvenuta durante l’assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022. Dopo la decisione del presidente della Uefa Michael Platini, bruciato anche lui dal caso Qatar, di non candidarsi a sfidante di Blatter, è stato indicato da più parti come l’uomo di Platini contro il potentissimo svizzero. E’ senza dubbio lo sfidante principale, ma per ora può contare solo sui voti asiatici e parte di quelli europei (la federcalcio inglese fa campagna per lui). E non è sufficiente. Probabilità: 30%.
Michael van Praag – Ex presidente dell’Ajax, capo della federcalcio olandese e membro del Comitato Esecutivo della Uefa, è una candidatura last minute, avvenuta il giorno dopo che Blatter ha pubblicamente sfidato la Uefa dicendo che gli europei non avevano il coraggio di trovare un oppositore credibile. 67 anni, è stato tra i primi a chiedere un passo indietro dello svizzero prima di Brasile 2014 e poi la pubblicazione integrale del report di Garcia. I suoi slogan sono nel nome della normalizzazione (“la Fifa deve tornare con i piedi per terra”) e della modernizzazione (“qualcosa che ho contribuito a fare nel calcio olandese”). Si gioca i voti europei con Ali bin al-Hussein, con il rischio di toglierglieli, e poco altro. Probabilità: 10%.
Jerome Champagne – Ex diplomatico francese, da undici anni membro del Comitato Esecutivo della Uefa, è stato fin da subito l’unico candidato ufficiale (e perdente) in quello che doveva essere lo scontro tra Platini e Blatter. Ha mantenuto la sua candidatura, ma è ancora più debole di prima. Probabilità: 1%.
David Ginola – Talento purissimo come calciatore (con Newcastle, Tottenham e nazionale francese i suoi momenti più belli) e poi modello, attore e produttore di vini una volte appese le scarpe al chiodo, la sua è una candidatura pubblicitaria messa in piedi da una nota agenzia di scommesse. Difficile che trovi cinque nazioni pronte ad appoggiarlo, impossibile che qualcuno lo voti. Probabilità: 1%.
Luis Figo – Uno dei calciatori più forti degli ultimi vent’anni, Pallone d’Oro nel 2000, ha deliziato i palati dei tifosi di tutto il mondo e in particolare di Barcellona, Real Madrid e Inter. E’ anche lui un candidato dell’ultimo minuto, spiegando che ha deciso di sfidare Blatter “per fermare gli scandali che stanno rovinando il calcio”. Si presenta come giovane rivoluzionario e dice: “Voglio che la Fifa torni a occuparsi di calcio e non di politica, confrontarmi con i problemi e trovare un nuovo approccio”. Per ora ha l’appoggio della federazione portoghese e quello di peso di José Mourinho. A 42 anni ha un background calcistico e dirigenziale (ambasciatore all’Inter) decisamente superiore a quello di Ginola, è persona rispettata da tutti e, seppure abbia oggi probabilità pari a zero, potrebbe in questi mesi raccogliere intorno a sé i voti di opposizione a Blatter e diventare il vero sfidante a sorpresa. Probabilità: 8% (a salire).
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Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Il presidente eletto Donald Trump ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del Canale di Panama, definendolo come una “risorsa nazionale vitale” e chiedendo a Panama di restituire il canale se i “principi, sia morali che legali” degli Stati Uniti che consentono a Panama di gestire il canale vengono violati.
Trump ha raddoppiato la proposta, lanciata per la prima volta sui social media ieri, durante un discorso all'evento Turning Point Usa a Phoenix, sostenendo che gli Stati Uniti hanno un "interesse acquisito" nel far sì che il canale venga gestito senza che Panama addebiti "prezzi e tariffe di passaggio esorbitanti" alle navi gestite da aziende e personale militare statunitensi.
"La nostra Marina e il nostro commercio sono stati trattati in modo molto ingiusto e sconsiderato. Le tariffe applicate da Panama sono ridicole, profondamente ingiuste, soprattutto sapendo la straordinaria generosità che è stata concessa a Panama, molto scioccamente, dagli Stati Uniti", ha detto Trump. "Questa completa truffa ai danni del nostro Paese cesserà immediatamente". "Se i principi, sia morali che legali, di questo magnanimo gesto di donazione non saranno rispettati, allora chiederemo che il Canale di Panama venga restituito agli Stati Uniti", ha continuato. "Quindi, funzionari di Panama, vi prego regolarvi di conseguenza".
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - Martina, la studentessa fiorentina di 21 anni ferita con trenta coltellate dall'ex fidanzato a Oslo, in Norvegia, "non sarebbe in pericolo di vita". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, aggiungendo che "la famiglia è arrivata a Oslo ieri e che l'ambasciata segue la situazione da venerdì con la massima attenzione, prestando assistenza alla famiglia".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Maria Ruggia è morta in ospedale, esattamente nell’ospedale Ingrassia a Palermo. L’hanno lasciata su una barella del pronto soccorso dal 10 dicembre al 18 dicembre. Solo il 19 è stata trasferita a Medicina Generale, quando stava già malissimo, il 20 è deceduta”. Lo scrive sui social Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera.
“La figlia ha fatto una denuncia: suppone che potrebbe avere contratto un’infezione in ospedale perché è stata tenuta al pronto soccorso senza somministrarle adeguata terapia antibiotica preventiva, visto che si trattava di paziente fragile, esponendola a un ambiente sanitario non idoneo per troppo tempo, se ne capirà di più con le indagini. Una cosa però è certa", prosegue.
"Una paziente, ancor di più fragile, non dovrebbe stare 10 giorni in barella al pronto soccorso prima di essere trasferito in un reparto o in una clinica. E invece Maria ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita nelle stesse condizioni in cui sono costretti a stare i siciliani che hanno la sfortuna di finire in un pronto soccorso", dice ancora Faraone.
(Adnkronos) - "Lo abbiamo documentato con le foto, lo abbiamo testimoniato con i nostri blitz nei pronto soccorso siciliani, abbiamo chiesto interventi urgenti, ma nulla è cambiato, se non in peggio. Per il Presidente della Regione, Renato Schifani, va bene così e in Sicilia regna l’assuefazione, in attesa di scandalizzarsi per il prossimo morto al pronto soccorso”, conclude Faraone.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - "Appena avuta notizia dell'attentato di Magdeburgo, l'ambasciata italiana in Germania ha chiesto alle autorità locali se vi fossero coinvolti degli italiani. Ci è stato risposto che non risultavano cittadini italiani". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, parlando di Marco Forciniti - originario di Pietrapaola, in Calabria - "cittadino italo-tedesco, del cui ferimento - ha aggiunto il ministero degli Esteri - l'Unita di Crisi ha appreso dai media. Funzionari dell'ambasciata si sono recati presso l'ospedale per conoscere le condizioni di salute dell'uomo e fornirgli assistenza".
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Elon Musk "non diventerà presidente, questo ve lo posso dire. Ne sono sicuro, sapete perché? Non può esserlo, non è nato in questo Paese". Parlando ai sostenitori durante un evento a Phoenix, il presidente eletto Donald Trump ha affermato che il fondatore di Tesla - che è nato in Sudafrica - ha "fatto un lavoro straordinario" e ha respinto gli attacchi dei democratici che sostengono che Musk si stia comportando come un presidente 'de facto', dopo che la scorsa settimana l'imprenditore ha guidato con successo un tentativo di bloccare un disegno di legge bipartisan sui finanziamenti governativi.
"No, non prenderà la presidenza. Mi piace avere accanto persone intelligenti", ha detto Trump. "La nuova bufala è che il presidente Trump ha ceduto la presidenza a Elon Musk. No, no, non succederà".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "La migliore risposta alla irresponsabilità della magistratura e delle sinistre, che hanno voluto un inutile e persecutore processo a Salvini, sarà la rapida approvazione del disegno di legge sicurezza. Terremo conto di ogni osservazione. Ma ognuno stia al suo posto. Non ci sono altre istituzioni che si sostituiscono al parlamento". Lo dice il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri.
"Valuteremo le obiezioni, soprattutto quelle autorevoli, e valuteremo eventuali miglioramenti. Ma il disegno di legge sicurezza sarà approvato. Per rafforzare le forze dell'ordine. Noi vogliamo tutelare il popolo in divisa a cui abbiamo dato un nuovo contratto di lavoro. Invece la sinistra ed i grillini stanno dalla parte dei teppisti che aggrediscono le forze di polizia. E anche le altre Istituzioni devono guardare alla difesa della legalità", prosegue.
"Aspettiamo, ad esempio, dal massimo esponente del CSM qualche segnale dopo la sentenza di Palermo. I procuratori che si sono alternati chiedendo condanne senza fondamento resteranno al loro posto? Il CSM discuterà di questa scandalosa vicenda di Palermo? Chi lo guida avrà qualche esternazione da fare anche cogliendo l'occasione di fine anno? O la magistratura può impunemente sabotare le istituzioni politico-parlamentari e tentare di sostituirsi al potere legislativo e a quello esecutivo con la complicità delle sinistre?", dice ancora Gasparri.
(Adnkronos) - "Nelle prossime ore parlerò chiaro anche in Parlamento sullo scandalo della vicenda Open Arms. La mia proposta che feci da Presidente della giunta per le elezioni e le immunità parlamentari era quella giusta: non processare Salvini e arrivare alle stesse conclusioni che dopo anni di ingiustizie e sprechi sono arrivate dal tribunale di Palermo”, conclude Gasparri.
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Una donna è stata bruciata viva stamattina a New York mentre dormiva sul treno F della metropolitana di Coney Island. Lo riportano i media americani che, citando fonti della polizia, riferiscono di un uomo che le avrebbe lanciato addosso un fiammifero acceso, facendola andare a fuoco.
Gli agenti della polizia di New York sono intervenuti in seguito alla segnalazione di un incendio avvenuto poco prima delle 7,30 presso la stazione della metropolitana di Coney Island-Stillwell Avenue e hanno trovato la donna avvolta dalle fiamme mentre era seduta sul treno. È stata trovata circondata da bottiglie di liquore, anche se non è ancora chiaro se abbiano avuto un qualche ruolo nell'incendio.