Alla ricerca dell’uomo della provvidenza per salvare la stagione. E rimediare agli errori della scorsa estate. È stato uno dei calciomercati invernali più movimentati degli ultimi anni. I colpi dell’ultimo minuto sono Ibarbo alla Roma, Salah alla Fiorentina (che però perde Cuadrado, il trasferimento più importante della sessione), Paletta al Milan, Matri alla Juve, Santon all’Inter. Ma prima erano già arrivati i vari Cerci, Shaqiri, Destro, Doumbia, Gabbiadini, Eto’o. Con pochi soldi, perché le casse sono vuote in Serie A. Ma con tanta fantasia: prestiti, parametri zero, diritti o obblighi di riscatto, tutto o quasi pur di non pagare adesso. Inter e Milan chiudono con addirittura dieci nuovi acquisti, Genoa e Samp hanno dato vita a una rivoluzione, anche la Roma ha cambiato tanto. Ma non sempre il campo premia chi compra di più. Specie a gennaio.
LA ROMA CAMBIA, LA JUVE NO – Le prime forze della Serie A hanno avuto atteggiamento quasi opposto. Ma del resto molto diverso è anche il momento delle due squadre: i bianconeri sono in fuga a +7, i giallorossi non vincono da cinque partite. Così la Juventus, con la calma dei forti, ha fatto poco o nulla: è tornato Matri, in prestito dal Genoa, per dare una soluzione in più (soprattutto numerica) ad Allegri in attacco dopo l’addio di Giovinco. Ed è stato anticipato l’arrivo del giovane Sturaro a centrocampo. Inutile rinforzare una squadra già dominante in campionato, impossibile fare adesso il salto di qualità per la Champions League. Probabilmente la rivoluzione arriverà in estate, specie se sarà ceduto Pogba. La Roma, invece, ha scelto di cedere Destro (che aveva ormai rotto con l’ambiente) sostituendolo con Doumbia: operazione discutibile, visto che acquisto e cessione si bilanciano economicamente, ma l’attaccante azzurro è tre anni più giovane dell’ivoriano (e ha già dimostrato di saper segnare in Italia). Poi, dopo l’infortunio di Iturbe, Sabatini ha scommesso su Ibarbo, talento ancora inespresso, che però a giugno costerebbe 15 milioni: un investimento non indifferente.
MILANESI: REGINE SUL MERCATO, NON SUL CAMPO – Le più attive fin qui sono state sicuramente le due milanesi, costrette a fronteggiare una crisi tecnica profondissima. Roberto Mancini ha chiesto e ottenuto rinforzi importanti dalla società: Shaqiri e Podolski sulle fasce, il giovane Brozovic a centrocampo, all’ultimo anche il ritorno di Santon. Tutti prestiti, che però a giugno (quando arriverà il momento dei riscatti) potrebbero inguaiare le finanze nerazzurre. Per fare cassa, il ds Ausilio ha dovuto cedere il baby prodigio Bonazzoli (classe ’97, uno dei migliori talenti italiani) alla Sampdoria per circa sei milioni; l’Inter si è garantita il diritto di riacquisto, ma l’operazione evidenzia le difficoltà economiche del club. Dall’altra parte del Naviglio, dopo Cerci Galliani ha regalato a Inzaghi anche Mattia Destro, nel tentativo di salvare il suo allenatore e raddrizzare la stagione. E poi anche Antonelli (ottimo terzino, quasi “regalato” dal Genoa), Bocchetti e Paletta in difesa. Entrambe le milanesi appaiono sicuramente rinforzate alla fine del mercato. Ma per il momento sul campo non sono arrivati veri segnali di ripresa.
RIVOLUZIONE A GENOVA. NAPOLI PER IL TERZO POSTO – Anche a Genova Preziosi e Ferrero hanno deciso di fare grandi movimenti. Il Genoa ha quasi smantellato la squadra, cedendo Matri, Pinilla, Fetzfatzidis, Sturaro, Antonelli; è tornato Borriello ed è arrivato Niang, ma difficilmente basterà per coltivare ambizioni d’Europa. Diversa la situazione in casa Samp. Ferrero ha venduto Gabbiadini al Napoli e comprato tanto: Eto’o, Muriel, Correa, Munoz. Ma alla fine della giostra la squadra ne è uscita rinforzata? A sentire le parole dell’allenatore Mihajlovic (che fin qui ha spesso rimpianto la partenza di Gabbiadini, e ieri ha litigato con Eto’o) non sembrerebbe. Protagonista di una cessione pesante anche la Fiorentina, con Cuadrado acquistato dal Chelsea per oltre 30 milioni di euro (una delle operazioni più importanti di tutto il mercato internazionale): in cambio sono arrivati due grandi ex, Gilardino e Diamanti, e l’egiziano Salah (talento puro da verificare in Italia). Ferma al palo la Lazio, che non è riuscita a trovare un rimpiazzo per l’infortunio di Djordjevic (l’obiettivo Bergessio è sfumato al fotofinish). Mentre si è mosso poco e bene il Napoli: con due acquisti mirati (Gabbiadini e Strinic), piazzati all’inizio della finestra di mercato, il presidente De Laurentiis ha puntellato la rosa, che era già la più forte per la corsa al terzo posto. Come anche la Juventus per lo scudetto. Perché una squadra per vincere si costruisce in estate, raramente si improvvisa a gennaio.