L’orrore del fondamentalismo continua ad espandersi anche in Camerun, dove 90 civili sono stati massacrati dagli jihadisti nigeriani Boko Haram. Lo ha confermato il ministro dell’Informazione del Camerun Issa Tchiroma Bakari, precisando che 800 miliziani hanno attaccato la città di Fotokol, “bruciato chiese, moschee e villaggi e uccisi a colpi di arma da fuoco o arsi vivi i giovani che resistevano all’attacco”. I feriti sono 500. I Boko Haram provenienti dalla città di Gamboru, in Nigeria, hanno attraversato ieri il confine e sono entrati nel Camerun dove hanno saccheggiato diversi villaggi. L’attacco è proseguito anche oggi, ha aggiunto il ministro Bakari.
L’attacco arriva mentre nella zona è in corso un’operazione militare congiunta delle truppe di Ciad e Camerun, e sembra una rappresaglia degli insorti dopo la ripresa di Gamboru da parte delle truppe governative. I governi del Ciad e del Camerun hanno riferito che negli ultimi due giorni di scontri al confine tra la Nigeria e il Camerun i soldati dei due Paesi hanno ucciso 250 presunti membri della setta radicale. L’Unione africana aveva autorizzato la settimana scorsa una forza regionale, composta da 7.500 soldati, per la lotta contro Boko Haram, che vuole creare un califfato islamico nel nord della Nigeria. Si tratta della prima grande offensiva regionale contro la setta radicale.
I miliziani usano i civili come scudo nella loro battaglia contro i militari, rendendo in questo modo difficile per i soldati – sia del Camerun che della Nigeria – distinguere i loro obiettivi, ha precisato il portavoce militare Didier Badjeck.
Nella loro folle avanzata in Camerun i jihadisti hanno anche raso al suolo diverse scuole. Non a caso il nome Boko Haram nella lingua Hausa significa “l’educazione occidentale è peccato. Nella giornata di ieri centinaia di miliziani erano stati uccisi dai militari, mentre le truppe del contingente ciadiano schierati con le forze internazionali africane nella zona, hanno perso nove soldati. Sei i militari camerunensi morti.