Stop alla legge annienta – nutrie (legge n. 32) che la Regione Lombardia aveva approvato nel novembre scorso. A impugnarla il Governo che ha sollevato questioni di legittimità costituzionale, in particolare relativamente ai metodi con i quali l’atto legislativo regionale permetteva il contenimento del roditore di origini nord americane. In un passaggio della legge c’era scritto: “Le nutrie, roditori che arrecano ingenti danni all’agricoltura e ai corsi d’acqua, possono essere eliminate su tutto il territorio lombardo, incluse le zone dove è vietata la caccia, anche con le armi da sparo, il gas, le trappole e le armi da lancio individuale“. Per il governo l’uso di questi metodi è pericoloso e non garantisce selettività tale da “escludere con certezza l’abbattimento o la cattura anche di specie di fauna selvatica tutelate”.
C’è poi un altro aspetto che ha fatto impugnare la legge al governo. Ed è quello relativo all’istituzione di un tavolo provinciale di coordinamento che coinvolge anche le Prefetture, perché “le Regioni – secondo le motivazioni contenute nell’impugnativa del governo – non possono porre a carico di organi e amministrazioni dello Stato compiti e attribuzioni ulteriori rispetto a quelli individuati con legge statale”.
Soddisfazione, per questa decisione, da parte delle associazioni animaliste che avevano contestato duramente la legge della regione Lombardia: “Siamo molto soddisfatti – spiega Simone Pavesi della Lav (Lega Antivivisezione Italiana) – per questo orientamento del governo, che, a dire il vero, fino ad oggi non si era distinto per particolare sensibilità animalista. Ma ben venga questo cambio di direzione. Quella legge della Regione Lombardia era una legittimazione di metodi cruenti nei confronti di animali indifesi. La questione, però, non si ferma qui perché rimangono attivi metodi di uccisione per il contenimento della nutria, che non condividiamo. Da sempre proponiamo altre , soluzioni, come la sterilizzazione. Più costosi e impegnativi, ma molto efficaci e meno violenti”.
Soddisfatto della decisione governativa anche il Movimento 5 Stelle: “Ben venga l’impugnazione della legge per l’eradicazione delle nutrie da parte del Governo. Maroni ha dichiarato una guerra totale alle nutrie, a discapito della sicurezza dei cittadini – spiega Giampietro Maccabiani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia -. Ci eravamo astenuti sulla legge antinutrie. Le nutrie, specie alloctona, vanno contenute, ma non con metodi da Apocalypse Now e pensiamo alla sterilizzazione e alla lotta biologica con altri possibili predatori naturali. Evitiamo balestre, archi e freccette”.
Perplesso, al contrario, il Pd regionale che, attraverso il consigliere Marco Carra fa sapere: “I rilievi del Governo hanno una loro attinenza giuridica. Tuttavia non si può non censurare la decisione di impugnare la legge per la violazione della competenza esclusiva statale, laddove si dice che il trappolaggio o le altre tecniche non sono selettive. Le nutrie non possono mica morire di vecchiaia“. Il problema nutrie in Lombardia, in ogni caso, c’è, poiché si calcola che in tutta la regione siano oltre un milione gli esemplari del roditore liberi nelle campagne e nei corsi d’acqua. Chi le vuole eradicare dice che causano danni all’agricoltura. Ma le nutrie qui non sono venute da sole. Sono state importate per motivi economici. Venivano allevate come animali da pelliccia. Poi, rivelatesi un investimento poco redditizio, sono state liberate, alcune sono fuggite, e sono andate a riprodursi e a vivere in quelle zone più simili a quelle da cui provengono.