Neanche il derby d’Italia ferma la Juventus. Neanche uno dei migliori Milan della stagione, battuto 3-1 a Torino in una partita molto più combattuta di quanto dica il tabellino. Vincono i più forti, in assoluto e probabilmente anche stasera. Ma i rossoneri, per quanto inferiori, non hanno demeritato. Sarà per l’aria di una sfida che un tempo valeva tanto, mentre oggi è solo una partita fra la prima della classe e una squadra di metà classifica: il Milan ha giocato con una personalità che in pochi quest’anno sono riusciti a far vedere allo Juventus Stadium. Poi alla lunga sono emersi i valori reali, l’abisso che in questo momento separa Juventus e Milan in classifica, e alla fine anche nel punteggio della sfida di stasera. Ma da Torino Pippo Inzaghi torna con zero punti e indicazioni ben più incoraggianti della vittoria di domenica scorsa contro il Parma. Mentre i bianconeri superano un’altra delle poche insidie del loro calendario, e corrono verso lo scudetto.
Comunque c’è voluto più del previsto, soprattutto a vedere l’avvio e il gol in apertura che sembrava aver indirizzato la gara. L’1-0 punisce proprio il coraggio degli ospiti, che avevano approcciato il match in maniera positiva e con grande aggressività. Al 15’ la difesa sale alta a centrocampo, forse troppo, e Tevez scappa alle spalle di Paletta sul filo del fuorigioco. Se al di là o al di qua della linea è roba di millimetri, l’Apache davanti al portiere non sbaglia mai. Il vantaggio innesca una girandola di gol a ritmi altissimi. Subito pareggia il Milan su angolo, con un gran colpo di testa di Antonelli. Ma immediata è anche la replica della Juventus, che ristabilisce le distanze in mischia con Bonucci. L’angolo del 2-1 nasce da un erroraccio di Muntari che regala palla in mezzo all’area a Marchisio (fermato da un miracolo di Diego Lopez), e lo stesso centrocampista ghanese resta fermo sulla linea sugli sviluppi del corner, tenendo tutti in gioco e ostacolando il suo portiere: la fascia di capitano indossata per l’occasione non porta troppo bene. Il Milan, che era stato fortunato a trovare subito un pareggio preziosismo per il punteggio e l’andamento tattico della partita, si fa male da solo. E prima dell’intervallo deve incassare anche la perdita di Jeremy Menez, che esce per un lieve malore.
Nonostante il secondo svantaggio e l’assenza pesante, i ragazzi di Inzaghi restano in partita, soprattutto con la testa e con il fisico: non cambia troppo l’atteggiamento, sempre di difesa attenta alla ricerca del spazio e del momento giusto per colpire. Ma con l’intensità giusta, in grado a tratti anche di mettere in difficoltà gli avversari. Poi, come spesso accade nel calcio, la differenza la fanno i campioni e gli episodi: Buffon, che respinge con un miracolo la conclusione a botta sicura di Pazzini. E poco dopo dall’altra parte il gol decisivo di Morata, pronto in tap-in a raccogliere la respinta del palo su un gran tiro di Marchisio.
Il 3-1 spegne l’ardore rossonero, la partita è virtualmente chiusa già al 20’. E con un quarto di gara ancora da giocare agli ospiti va bene limitare i danni ed evitare un passivo più pesante che sarebbe stato ingeneroso. Il Milan rimpiange e paga i propri errori, l’ennesimo gol subito su calcio piazzato. Tante piccole imprecisioni che costano caro ad alto livello, dove non è più abituato a giocare. Stasera ci è andato vicino, disputando una buona gara, di certo al di sopra della propria media stagionale. Non è bastato contro la Juventus, in questo momento troppo più forte non soltanto del Milan, almeno in Italia.
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