Ucraina, i giocattoli-bomba non passano mai di moda
Un coniglietto azzurro, una bambola vestita di rosa, una macchina rossa a pedali, una scatola di dolci. Sotto le bombe, i giocattoli assumono una funzione non solo ludica: aiutano i bambini a elaborare psicologicamente le mostruosità a cui assistono, facendole mimare ai giocattoli. I dolci, come qualsiasi tipo di cibo, durante le guerre scarseggiano e poi finiscono. Se se ne trova una scatola, come non prenderla? E gli adulti, gli orchi che costruiscono armi, i politici che scatenano i conflitti, lo sanno bene.
Per questo dentro ai giocattoli , da decenni, vengono nascoste le mine eufemisticamente chiamate antiuomo. Quelle non letali, ma in grado di mutilare e rendere invalidi i bambini. L’ultimo a denunciare l’uso dei giocattoli-bomba è stato il primo ministro ucraino Yatsenyuk. In una conferenza stampa ha denunciato il ritrovamento di questi “giocattoli” nel Donbass dove la guerra tra l’esercito di Kiev e i separatisti filorussi si è nuovamente acutizzata: “I separatisti vogliono distruggere il futuro dell’Ucraina, rendendo invalidi
i bambini facendogli saltare gli arti o rendendoli paralizzati a causa delle schegge”.L’odiosità di questi strumenti di morte è accentuata dalla loro immortalità: finché non vengono ritrovate, continuano a rimanere una minaccia subdola. Ancora oggi in Cambogia ci sono zone dove è proibito andare perché ancora da sminare. Trovare i “pappagalli verdi” e altri piccoli giocattoli in mezzo al verde della giungla o sotto la neve del Donbass non è facile e spesso a riuscirci sono proprio i bambini, che amano scavare e andare a cercare immaginari tesori nei luoghi più improbabili e indifferenti agli adulti. I loro carnefici.