La Procura di Cremona ha inviato l’avviso di chiusura indagini a 131 persone tra calciatori, ex calciatori, dirigenti e allenatori, coinvolti nell’inchiesta sul calcioscommesse. Per almeno una trentina di loro l’accusa è di associazione a delinquere. Diversa la posizione del ct della Nazionale Antonio Conte, indagato per frode sportiva, in relazione al periodo in cui allenava il Siena. Lo ha confermato il suo legale Antonio De Rensis. I calciatori indagati, che riceveranno presto gli avvisi di garanzia, militano in Serie A, Serie B e Lega Pro.
Nelle 107 pagine dell’avviso di chiusura delle indagini, i nomi che spiccano sono quelli di Beppe Signori, Stefano Bettarini, Cristiano Doni, Nicola Ventola, l’ex presidente del Siena Massimo Mezzaroma, Stefano Mauri e l’ex Modena Alessandro Zamperini. Gli ultimi due sarebbero stati coinvolti nel giro di partite truccate gestito dal gruppo dei cosiddetti “zingari”. I commercialisti di Signori, Manlio Bruni e Francesco Giannone, sono invece sotto inchiesta per i contatti con un altro giro molto influente nel calcioscommesse, quello di Singapore. Tutti questi nomi erano già noti alle cronache della giustizia sportiva, ma il procuratore di Cremona Roberto Di Martino, che ha dato tempo 50 giorni alle difese per presentare le memorie e chiedere di essere ascoltati ancora una volta in Tribunale a Cremona, prima di far scattare le richieste di rinvio a giudizio, ha chiamato in causa anche altri personaggi noti nel mondo del pallone: l’allenatore atalantino Stefano Colantuono, l’ex presidente del Grosseto Piero Camilli, l’ex difensore dell’Inter Fabio Galante, il granata Giuseppe Vives e l’attaccante del Cesena Guido Marilungo. Per il tecnico dell’Atalanta l’accusa parla di frode sportiva: la gara nel mirino è Crotone-Atalanta del 22 aprile 2011, match terminato 2-2 con un gol di Cristiano Doni, indagato per questa gara al pari del direttore sportivo del club nerazzurro Nicola Zamagna e dell’ex preparatore dei portieri del Ravenna Nicola Santoni. Il tramite era l’estremo difensore del club calabrese Emanuele Concetti. Archiviate, invece, le posizioni di Leonardo Bonucci e Domenico Criscito.
La vicenda si riferisce allo scandalo delle partite truccate in Serie A, B e in quelle minori. Il caso più eclatante era stato quello del derby pugliese Bari-Lecce del 15 maggio 2011, quando il difensore dei biancorossi, Andrea Masiello, arrestato il 2 aprile dell’anno successivo con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, confessò di avere truccato la partita segnando appositamente un autogol. Proprio il giorno prima della chiusura dell’inchiesta da parte della Procura di Cremona, ieri Masiello è ritornato a giocare in Serie A con la maglia dell‘Atalanta. La vicenda di Antonio Conte è più particolare. L’ex allenatore della Juve e attuale ct della nazionale azzurra è stato squalificato dalla giustizia sportiva per omessa denuncia. Secondo il procuratore federale Palazzi, il mister, ai tempi in cui allenava il Siena, non poteva non sapere quanto succedeva nello spogliatoio della sua squadra, con i giocatori che si accordavano su determinati risultati. Conte fu squalificato per dieci mesi, poi ridotti in appello a quattro. La giustizia ordinaria, invece, ha deciso di accusare Conte per frode sportiva. Caduta, quindi, l’ipotesi di reato di associazione per delinquere.
Nell’inchiesta emerge un nome nuovo, un “Mister X” che sarebbe determinante nei legami che tenevano in piedi il giro di scommesse. Si tratta di Francesco Bazzani, che per gli inquirenti, “era ampiamente introdotto nell’ambiente del Modena, assiduo frequentatore della tribuna e degli ambienti riservati ai calciatori ed agli addetti ai lavori”. “Mister X” avrebbe avuto rapporti con molti dei big del calcio italiano, che gli avrebbero consentito l’accesso agli ambienti di varie società: grazie a Signori poteva partecipare agli allenamenti del Bologna; attraverso Baggio e Giunti aveva accesso al campo di allenamento del Brescia, dove avrebbe conosciuto Gigi Di Biagio, attuale ct dell’Under 21. Secondo gli inquirenti Bazzani conosceva anche gli ex milanisti Gattuso, Brocchi, Paolo Maldini, Sebastiano Rossi e l’ad rossonero Adriano Galliani. Le carte della Procura citano anche i nomi del ds della Lazio, Igli Tare, di Mingazzini e Bombardini dell’Albinoleffe; Colucci e Bellucci del Modena; Mauri della Lazio; Terzi del Siena e D’Anna, ex calciatore del Chievo. “Attraverso queste, ed altre, entrature negli ambienti calcistici, non necessariamente direttamente con tutte le suddette persone – si legge – per alcuni anni ha consentito scommesse del gruppo dei Bolognesi su partite oggetto di accordi e manipolazioni”.