Enrico Letta, il ritorno. Dopo i mesi passati in silenzio in seguito alla defenestrazione da Palazzo Chigi, il rientro nel dibattito politico dell’ex presidente del Consiglio coincide con un tweet sulla tragedia di Lampedusa, l’ennesima, con oltre 300 morti. “Ripristinare Mare Nostrum. Che gli altri paesi europei lo vogliano oppure no. Che faccia perdere voti oppure no”. Da capo del governo fu Letta a lanciare l’operazione nel 2013. Ed è lui, ora, a lanciare l’hashtag #ripristinaremarenostrum. Una presa di posizione alla quale si aggiungono altri deputati democratici, almeno 60: tra questi anche l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde subito: “Il problema non è Mare Nostrum o Triton, si può chiedere all’Europa di fare di più e domani lo farò, ma il punto politico è risolvere il problema in Libia, dove la situazione è fuori controllo”. Il capo dello Stato Sergio Mattarella si è detto intanto “colpito dalla nuova immane tragedia umanitaria avvenuta in acque internazionali” ed ha espresso “apprezzamento per l’opera dei soccorritori che ha permesso di salvare molte vite”.

“Triton non basta – dichiara la parlamentare democratica Stella Bianchi – Lo dimostrano le oltre 330 vittime nell’ennesima, e temiamo non ultima, tragedia al largo di Lampedusa. Abbiamo chiesto al ministro Alfano con una interrogazione firmata da sessanta deputati del Pd quali misure intenda adottare per assicurare efficaci operazioni di ricerca e salvataggio in mare, anche con l’impegno dell’Unione europea, e per istituire presidi europei nei paesi di origine e di transito dei migranti per selezionare le domande di chi richiede protezione internazionale. Servono risposte immediate. Non possiamo restare a guardare mentre chi fugge da condizioni disperate perde la vita per raggiungere le nostre coste”. Lo stesso dice l’europarlamentare Renato Soru: “Chiederò subito in un’interrogazione al commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, il ripristino della missione Mare Nostrum, in condivisione con tutti i paesi europei”.

Mare Nostrum fu sostituita in autunno – su richiesta del governo e con il benestare dell’Unione Europea – con Triton. Ma anche la presidente della Camera, Laura Boldrini (peraltro ex rappresentante dell’Unhcr) ha definito “inadeguata” Triton e ha invitato l’Europa a “dotarsi di un sistema di monitoraggio e salvataggio ben più efficace di quello ora in vigore. Altrimenti ogni espressione di dolore per le tragedie avrà il segno dell’ipocrisia”. Da destra si attacca il Governo e si spara contro l’ipotesi di tornare all’operazione italiana. Massimiliano Fedriga (Lega Nord) chiede le dimissioni di Renzi ed Alfano, che “giocano con le vite delle persone”.

Renzi prende le distanze. “Quando ci sono morti – osserva – anche soltanto per rispetto l’idea di usarli come strumentalizzazione fa male al cuore”. Quanto ad Alfano, dal Viminale fanno sapere che “non esiste e non può esistere un’operazione che sconfigga la morte in mare. E’ ipocrita e strumentale sostenerlo”. E durante Mare Nostrum, dal 18 novembre 2013 all’1 novembre 2014, si sono registrati infatti 3.363 tra morti e dispersi. Sempre dal ministero dell’Interno, citato dall’Ansa, sottolineano che “l’impegno dell’Italia resta invariato sul fronte della salvaguardia delle vite umane. Noi abbiamo fatto quanto nessun altro Stato ha fatto. Mare nostrum era un’operazione decisa e finanziata dall’Italia per un’emergenza e dunque per un periodo limitato. Adesso occorre spostare l’attenzione dall’Italia all’Europa. Gli sponsor di Mare nostrum vogliono il contrario. Ma è una strada impercorribile perchè determinerebbe un boomerang ingestibile sia per il principio in sè (il Mediterraneo riguarda tutta l’Europa), sia per i costi, sia per l’accoglienza”.

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