La Camera ha approvato la richiesta del Pd di una seduta fiume – che blocca la presentazione di nuovi emendamenti – ma la presidente Laura Boldrini ha dovuto sospendere immediatamente i lavori stessi per le assordanti proteste di M5s. Il voto è avvenuto in un caos totale. Molti deputati di M5s si sono riversati dai propri banchi nell’emiciclo, dove si erano schierati i commessi a difesa dei banchi del Governo, sui quali sedeva immobile il ministro Maria Elena Boschi. Subito dopo il voto i deputati di M5s hanno prima scandito slogan contro i deputati del Pd, gesticolando al loro indirizzo (“buffoni”), e poi hanno cominciato a scandire “serva, serva”, verso Boldrini che, visto il caos ha interrotto la seduta. Poco prima si era sfiorata la rissa tra deputati Ncd e Lega. Durante gli interventi dei gruppi sulla proposta del Pd di andare avanti ad oltranza con l’esame del ddl Riforme, Sergio Pizzolante di Ncd ha attaccato la Lega e dai banchi del Carroccio si è scatenata la reazione con urla e insulti. Alcuni deputati hanno provato a raggiungere i colleghi del Nuovo centro destra e sono dovuti intervenire i commessi per evitare la rissa. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha dovuto più volte richiamare all’ordine i deputati. E’ intervenuto anche il M5s accusando Boldrini di aver espulso suoi parlamentari per molto meno. Intanto sono continuate le urla e i cori da stadio “ferma, ferma” anche durante la votazione.
Al caos della serata si è arrivati dopo una giornata di tensione tra governo e opposizione. Il ddl Boschi, dopo la presunta rottura del patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, deve infatti fare i conti con l’ostruzionismo dei partiti. Il Partito democratico aveva dato un ultimatum al Parlamento: se le opposizioni avessero accettato di ritirare gli oltre 3000 emendamenti presentati, gli sarebbe stato offerto più tempo per il dibattito. In caso contrario la richiesta di andare avanti senza interruzioni fino all’approvazione finale. Dopo le trattative Forza Italia e Lega hanno deciso di ritirare i loro testi. Ma non i 5 stelle. E così la minaccia del Pd si è realizzata di fronte alla presidente della Camera Boldrini. Con l’obiettivo di arrivare al voto finale entro il primo marzo. “Se vogliono discutere noi ci siamo”, aveva detto Renzi, “il problema è che vogliono fare solo polemica”.
Il governo vorrebbe approvare entro sabato il testo che poi dovrà tornare in seconda lettura al Senato e poi di nuovo a Montecitorio. Ma i tempi potrebbero allungarsi ancora. A produrre l’impasse, è un varco offerto alle opposizioni dal regolamento d’Aula della Camera. Non solo non c’è alcuna ‘ghigliottina’ o ‘canguro’ per ridurre i voti, ma c’è anzi la possibilità per i deputati di presentare subemendamenti nuovi al testo ogni giorno, fino all’inizio della seduta. Così Lega, Forza Italia, Sel, M5s avrebbero potuto continuare ad aumentare il numero di votazioni necessarie ad arrivare al traguardo.
Oggi il capogruppo Pd Roberto Speranza ha cercato di trovare un accordo con gli altri partiti. “Le riforme”, ha detto, “non si possono fermare perché Fi non sta più al tavolo”. In serata è intervenuto anche il presidente del Consiglio: “Sono sei mesi che è in corso il dibattito costituzionale alla Camera”, ha detto in un’intervista su SkyTg24, “Noi andremo avanti, con il buon senso ma anche con caparbietà e tenacia perché noi non siamo come quei politici che promettevano e non cambiavano niente. Noi l’Italia la cambiamo davvero”. Intanto Silvio Berlusconi ha incontrato i gruppi parlamentari di Forza Italia e ha tenuto aperto qualche possibilità di accordo. Anche dopo la rottura del patto del Nazareno: “Al di là delle spacconate”, ha detto,”talvolta indigeribili del Pd, non abbiamo interrotto il nostro lavoro costruttivo. Continueremo comunque ad appoggiare ciò che delle riforme ci piace e che riteniamo utile per il Paese”.
La Camera oggi ha approvato due punti fondamentali della riforma: l’abolizione della legislazione concorrente tra Stato e Regioni e l’abolizione delle province. C’è stato infatti il via libera all’articolo 32, che riscrive il nuovo articolo 118 della Costituzione, dal quale scompaiono le Province, finora organi amministrativi assieme ai Comuni. Approvato inoltre l’emendamento di Fi, firmato da Renato Brunetta ed Elena Centemero, con il parere positivo del governo e con i voti di Pd e della maggioranza. L’emendamento precisa meglio la facoltà dello Stato di delegare alle Regioni la potestà regolamentare anche nelle materie di competenza esclusiva dello Stato stesso.
Politica
Riforma Senato, ok a seduta fiume. M5S protesta, rissa Lega-Ncd. Seduta sospesa
Il capogruppo democratico a Montecitorio: "Non ci possiamo fermare solo perché Forza Italia non sta più al tavolo". Silvio Berlusconi ai suoi: "Al di là delle spacconate talvolta indigeribili del Pd, non abbiamo interrotto il nostro lavoro costruttivo". Trattative in corso con le opposizioni
La Camera ha approvato la richiesta del Pd di una seduta fiume – che blocca la presentazione di nuovi emendamenti – ma la presidente Laura Boldrini ha dovuto sospendere immediatamente i lavori stessi per le assordanti proteste di M5s. Il voto è avvenuto in un caos totale. Molti deputati di M5s si sono riversati dai propri banchi nell’emiciclo, dove si erano schierati i commessi a difesa dei banchi del Governo, sui quali sedeva immobile il ministro Maria Elena Boschi. Subito dopo il voto i deputati di M5s hanno prima scandito slogan contro i deputati del Pd, gesticolando al loro indirizzo (“buffoni”), e poi hanno cominciato a scandire “serva, serva”, verso Boldrini che, visto il caos ha interrotto la seduta. Poco prima si era sfiorata la rissa tra deputati Ncd e Lega. Durante gli interventi dei gruppi sulla proposta del Pd di andare avanti ad oltranza con l’esame del ddl Riforme, Sergio Pizzolante di Ncd ha attaccato la Lega e dai banchi del Carroccio si è scatenata la reazione con urla e insulti. Alcuni deputati hanno provato a raggiungere i colleghi del Nuovo centro destra e sono dovuti intervenire i commessi per evitare la rissa. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha dovuto più volte richiamare all’ordine i deputati. E’ intervenuto anche il M5s accusando Boldrini di aver espulso suoi parlamentari per molto meno. Intanto sono continuate le urla e i cori da stadio “ferma, ferma” anche durante la votazione.
Al caos della serata si è arrivati dopo una giornata di tensione tra governo e opposizione. Il ddl Boschi, dopo la presunta rottura del patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, deve infatti fare i conti con l’ostruzionismo dei partiti. Il Partito democratico aveva dato un ultimatum al Parlamento: se le opposizioni avessero accettato di ritirare gli oltre 3000 emendamenti presentati, gli sarebbe stato offerto più tempo per il dibattito. In caso contrario la richiesta di andare avanti senza interruzioni fino all’approvazione finale. Dopo le trattative Forza Italia e Lega hanno deciso di ritirare i loro testi. Ma non i 5 stelle. E così la minaccia del Pd si è realizzata di fronte alla presidente della Camera Boldrini. Con l’obiettivo di arrivare al voto finale entro il primo marzo. “Se vogliono discutere noi ci siamo”, aveva detto Renzi, “il problema è che vogliono fare solo polemica”.
Il governo vorrebbe approvare entro sabato il testo che poi dovrà tornare in seconda lettura al Senato e poi di nuovo a Montecitorio. Ma i tempi potrebbero allungarsi ancora. A produrre l’impasse, è un varco offerto alle opposizioni dal regolamento d’Aula della Camera. Non solo non c’è alcuna ‘ghigliottina’ o ‘canguro’ per ridurre i voti, ma c’è anzi la possibilità per i deputati di presentare subemendamenti nuovi al testo ogni giorno, fino all’inizio della seduta. Così Lega, Forza Italia, Sel, M5s avrebbero potuto continuare ad aumentare il numero di votazioni necessarie ad arrivare al traguardo.
Oggi il capogruppo Pd Roberto Speranza ha cercato di trovare un accordo con gli altri partiti. “Le riforme”, ha detto, “non si possono fermare perché Fi non sta più al tavolo”. In serata è intervenuto anche il presidente del Consiglio: “Sono sei mesi che è in corso il dibattito costituzionale alla Camera”, ha detto in un’intervista su SkyTg24, “Noi andremo avanti, con il buon senso ma anche con caparbietà e tenacia perché noi non siamo come quei politici che promettevano e non cambiavano niente. Noi l’Italia la cambiamo davvero”. Intanto Silvio Berlusconi ha incontrato i gruppi parlamentari di Forza Italia e ha tenuto aperto qualche possibilità di accordo. Anche dopo la rottura del patto del Nazareno: “Al di là delle spacconate”, ha detto,”talvolta indigeribili del Pd, non abbiamo interrotto il nostro lavoro costruttivo. Continueremo comunque ad appoggiare ciò che delle riforme ci piace e che riteniamo utile per il Paese”.
La Camera oggi ha approvato due punti fondamentali della riforma: l’abolizione della legislazione concorrente tra Stato e Regioni e l’abolizione delle province. C’è stato infatti il via libera all’articolo 32, che riscrive il nuovo articolo 118 della Costituzione, dal quale scompaiono le Province, finora organi amministrativi assieme ai Comuni. Approvato inoltre l’emendamento di Fi, firmato da Renato Brunetta ed Elena Centemero, con il parere positivo del governo e con i voti di Pd e della maggioranza. L’emendamento precisa meglio la facoltà dello Stato di delegare alle Regioni la potestà regolamentare anche nelle materie di competenza esclusiva dello Stato stesso.
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Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando provinciale di Palermo resteranno per tutta la notte tra via Quintino Sella e via Gaetano Daita per tenere sotto controllo l'edificio in cui ieri mattina si è propagato un vasto incendio che ha distrutto l'appartamento all'ultimo piano dell'ex sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, e della moglie, l'ex magistrato Annamaria Palma. I due sono riusciti a mettersi in salvo, tutti i residenti sono stati evacuati, un uomo di 80 anni è rimasto intossicato. "Le fiamme sono state circoscritte e non si propagano più. Sono in corso adesso le operazioni di bonifica che consistono nello smassamento della parte combusta e nello spegnimento dei focolai residui. Per tutta la notte sul posto sarà effettuato un servizio di vigilanza antincendio", ha spiegato in serata all'Adnkronos Agatino Carrolo, direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia, da ieri mattina sul luogo del rogo.
"Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. I miei uomini hanno lavorato a 25 metri su un piano inclinato di 30 gradi e abbiamo lavorato con la dovuta cautela. Tagliato il tetto si impedisce alle fiamme di propagarsi. Quindi rimangono da effettuare le operazioni di bonifica, di rimozione del materiale combusto e laddove ci sono dei focolai residui spegnerli. Oltre a questo si prevede di effettuare un'operazione di vigilanza antincendio ceh consiste in un presidio fisico a vigilare lo stato dei luoghi fino a quando non ci sarà più bisogno", ha detto.
E ha aggiunto: "Ci siamo trovati ad operare ad un altezza di 25 metri dal piano di calpestio. Dobbiamo spegnere un incendio importante di un tetto di circa 400 mq di falde e le fiamme sono particolarmente insidiose perché questa combustione è caratterizzata dal cosiddetto fuoco covante ossia una combustione in condizione di sotto ossigenazione che corre nello spazio di ventilazione del tetto. Quindi in superficie non si vede nulla ma ad un certo punto le fiamme affiorano dove è possibile".
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.
Roma, 8 mr (Adnkronos) - "Mentre il dibattito politico italiano viene inevitabilmente attratto dalla demagogia, da Trump arriva un’altra sberla: l’ipotesi del ritiro di 35.000 soldati americani dalla Germania. Si va di cigno nero in cigno nero, ma tutto questo sembra non ridestare dalla bolla della politica politicante il governo". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva.
"Oggi il Capitano ha animato i suoi gazebo nei fatti contro la linea della Premier e dell’altro Vicepremier (che dovrebbe essere il Ministro degli Esteri). Di fronte a questi scenari, serve un soprassalto di responsabilità. Oggi - aggiunge Borghi - di fronte agli sviluppi della guerra in Ucraina e alla svolta anti-Nato di Trump sono in gioco le nostre libertà democratiche: questo è il tema chiave di questi anni".
Washington, 8 mar. (Adnkronos) - E' stata eseguita tramite fucilazione la condanna a morte di Brad Keith Sigmon, che aveva scelto il plotone di esecuzione alla sedia elettrica e all'iniezione letale, i metodi adottati dalla South Carolina per le pene capitali. La Corte Suprema dello Stato aveva rifiutato l'ultima richiesta di sospensione dell'esecuzione, la prima tramite fucilazione eseguita negli Stati Uniti in 15 anni.
Il legale dell'uomo, condannato a morte per l'omicidio dei genitori della sua ex fidanzata con una mazza da baseball, ha spiegato al Washington Post che il suo assistito ha scelto il plotone di esecuzione perché "ha paura" ed è preoccupato per le possibili sofferenze provocate dall'iniezione letale, il cui procedimento, ha aggiunto il legale, viene "tenuto segreto".
Secondo quanto riferiscono i media americani, un plotone di esecuzione di tre agenti ha sparato all'uomo da una distanza di circa 4,6 metri all'interno del Broad River Correctional Institution nella capitale dello stato Columbia.
I giornalisti che hanno assistito all'esecuzione da dietro un vetro antiproiettile hanno affermato che Sigmon indossava una tuta nera con un piccolo bersaglio rosso fatto di carta o stoffa sul cuore. In una dichiarazione finale letta dal suo avvocato, Gerald King, Sigmon ha dichiarato di voler inviare un messaggio di "amore e un invito ai miei fratelli cristiani ad aiutarci a mettere fine alla pena di morte".
Al condannato è stato quindi messo in testa un cappuccio e circa due minuti dopo il plotone di esecuzione, composto da volontari del South Carolina Department of Corrections, ha sparato attraverso fessure in un muro.
Da quando è stata reintrodotta la pena di morte negli Usa nel 1976 sono state eseguite solo tre condanne a morte per fucilazione, tutte nello Utah, nel 1977, nel 1996 e nel 2000.
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - “Il risultato record raggiunto con il 2x1000 per il 2024 consente al Partito democratico un investimento straordinario sui territori: questa settimana abbiamo inviato oltre un milione di euro alle nostre articolazioni regionali e provinciali, che si somma alle 440.000 euro già anticipate. Si tratta solo del 70% di quanto pattuito, in quanto lo Stato non ha ancora trasferito l’intero 2x1000 spettante ai partiti politici. Ma noi invieremo comunque entro marzo il restante 30%, superando in totale i 2 milioni di euro relativi al solo 2024. Se sommiamo queste risorse al mezzo milione di euro trasferito lo scorso anno, possiamo calcolare che, in questi due anni di segreteria, il Pd nazionale ha trasferito ai territori più del doppio delle risorse trasferite negli otto anni precedenti sommati insieme, cioè dalla fine del finanziamento pubblico al 2022". Lo sottolinea il tesoriere del Pd, Michele Fina.
"Oggi -aggiunge- possiamo farlo perché sta arrivando a compimento una grande opera di risanamento del nostro bilancio, ma soprattutto perché abbiamo fatto fin dall’inizio una scelta precisa: investire per sostenere la partecipazione, l'attività politica e, in ultima istanza, la democrazia nel Paese. Abbiamo unito tutti i livelli del partito in un unico sforzo corale. Per questo nel 2024 siamo risultati il primo partito in assoluto con 10.286.000 circa di risorse, con una crescita di 3 milioni in due anni e ben 628.000 contribuenti che ci hanno scelto. È il dato più alto della nostra storia”.
“In un tempo in cui -le democrazie liberali sono messe in discussione dalla prepotenza finanziaria di plurimiliardari stranieri e dalla forza economica delle big tech, il Partito democratico -aggiunge la segretaria Elly Schlein- riparte dai territori, dal coinvolgimento della base, dal riacquisto e riapertura delle sedi, dalla formazione politica".