Tredici passi per un abbozzo di pace in Ucraina. Sono infatti tredici i punti dell’accordo Minsk-2 (il primo fu concluso il 19 settembre 2014) raggiunto nel sontuoso Palazzo dell’Indipendenza che la Bielorussia ha messo a disposizione per accogliere le nutrite delegazioni russe, ucraine, tedesche e francesi, nonché quelle dei rappresentanti Ocse e alcuni osservatori delle provincie ucraine secessioniste, ufficialmente non invitati al summit. Il documento chiarisce nei dettagli i negoziati faticosamente elaborati dopo sedici ore di discussioni e confronti anche piuttosto tesi fra il presidente russo Vladimir Putin, il collega ucraino Petro Poroshenko e i mediatori Angela Merkel e François Hollande. E’ stato sottoscritto dai “membri del Gruppo tripartito: l’ambasciatrice Heidi Tagliavini, l’ex presidente ucraino Kutchma, l’ambasciatore della Federazione russa in Ucraina, M.I. Zubarov, A. V. Zakhartchenko (leader dei separatisti di Donetsk) e I.V.Plotniskji, capo dei ribelli di Lugansk.
1) Immediato e completo cessate il fuoco nei rispettivi distretti delle regioni di Donetsk e Lugansk. La sua urgente attuazione inizia dalla mezzanotte del 15 febbraio, ora di Kiev.
2) Ritiro delle truppe da entrambe le parti per creare una zona di sicurezza (50 km nel caso di sistemi di artiglieria del calibro di 100 mm, e più di 140 km per i lanciarazzi). Il trasferimento delle truppe dovrebbe iniziare non più tardi del secondo giorno di cessate il fuoco e terminare entro 14 giorni. A questo processo devono partecipare gli osservatori dell’OSCE. Allo stesso modo deve sostenerlo il Gruppo di contatto.
3) Garantire da parte dell’OSCE un controllo effettivo sul cessate il fuoco, a partire dal primo giorno.
4) Dopo il primo giorno successivo al ritiro delle truppe, iniziare un dialogo sul tema dello svolgimento delle elezioni locali in conformità con la Legge ucraina e con la legge “sulla modalità temporanea dell’amministrazione locale nelle repubbliche regionali di Donetsk e Lugansk” (adottata l’anno scorso dopo la firma del primo accordo di Minsk prevedeva l’introduzione di uno status speciale per le autorità locali, della durata di tre anni, insieme all’esenzione dalle responsabilità penali per coloro che hanno partecipato agli eventi; in seguito Poroshenko aveva ritirato la Legge poiché i ribelli non avevano rispettato le condizioni del trattato di Minsk). Entro 30 giorni dalla data della firma del documento bisognerà recepire le risoluzioni del Consiglio Supremo del Territorio che includerà misure particolari in accordo alla Legge “sulla modalità temporanea dell’amministrazione locale nelle repubbliche regionali di Donetsk e Lugansk”.
5) Garantire un’amnistia tramite l’introduzione di una legge sul divieto di persecuzione delle persone in relazione agli eventi che si sono svolti nelle repubbliche di Donetsk e di Lugansk.
6) Provvedere alla liberazione e lo scambio di tutti i prigionieri e delle persone detenute illegalmente in base al principio di “Tutti per tutti”, entro cinque giorni dal cessate il fuoco.
7) Garantire l’accesso, la consegna, lo stoccaggio e la distribuzione degli aiuti umanitari sulla base dei meccanismi internazionali.
8) Determinazione del modello di ricostruzione delle relazioni sociali ed economiche, comprendendo i pagamenti del welfare come le pensioni e altri. Con questo obbiettivo l’Ucraina ricostruisce la gestione del sistema bancario nelle regioni colpite dal conflitto, ed è possibile che venga introdotta un’effettuazione facilitata dei versamenti sociali da parte di organi internazionali.
9) Ritorno del pieno controllo da parte dell’Ucraina del confine in tutta l’area del conflitto. Il processo dovrebbe iniziare il primo giorno dopo le elezioni locali e terminare entro il 2015.
10) Ritiro delle unità militari di altri Paesi, tecnologie e mercenari dal territorio dell’Ucraina, sotto la supervisione dell’OSCE. Tutti i gruppi di combattenti illegali dovrebbero essere disarmati.
11) Realizzazione della riforma costituzionale in Ucraina. I cambiamenti devono entrare in vigore entro la fine del 2015. Devono preparare la decentralizzazione (tenendo conto delle caratteristiche specifiche delle repubbliche di Donetsk e Lugansk), così come l’introduzione di una legge sullo status particolare delle diverse regioni di Lugansk e Doentsk entro la fine del 2015.
12) Sulla base della legge ucraina “sulla modalità temporanea dell’amministrazione locale nelle repubbliche regionali di Donetsk e Lugansk” le questioni relative alle elezioni locali saranno discusse e concordate con i rappresentanti delle diverse regioni di Donetsk e di Lugansk nei contesti di un gruppo di contatto trilaterale. Le elezioni si terranno nel rispetto degli standard OSCE e sotto il suo monitoraggio.
13) Intensificazione delle attività del gruppo di contatto trilaterale, nella realizzazione di gruppi di lavoro per l’attuazione dell’accordo di Minsk.
Nota: Le misure citate, in accordo alla legge “sulla modalità temporanea dell’amministrazione locale nelle repubbliche regionali di Donetsk e Lugansk”, includono:
– Abolizione dell’imposizione di sanzioni, prosecuzione e discriminazione alle persone coinvolte negli eventi accaduti nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk.
– Diritto all’autodeterminazione linguistica.
– Partecipazione degli organi dell’amministrazione locale nella nomina dei capi delle procure e dei tribunali nelle regioni particolari delle repubbliche di Donetsk e di Lugansk.
– Possibilità per organi governativi centrali di stipulare accordi con gli organi competenti di autonomia locale per lo sviluppo economico, sociale e culturale delle particolari regioni delle repubbliche di Donetsk e di Lugansk.
– Lo Stato assiste lo sviluppo socio-economico delle regioni di Donetsk e Lugansk.
– Le autorità centrali promuovono la collaborazione delle repubbliche di Donetsk e Lugansk con le regioni russe.
– Istituzione di una milizia nazionale in accordo con la decisione dei governi locali per garantire l’ordine nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk.