“Ha pareggiato il Cesena”. Stavolta il gol con cui Brienza ferma la Juventus sul 2-2 è vero e non è decisivo per le sorti del campionato: il margine sulla Roma seconda in classifica resta tranquillizzante, grazie anche al passo falso dei giallorossi in casa contro il Parma. Ma il piccolo Cesena, a cui ugualmente il punticino serve poco in chiave salvezza, firma un’impresa: in 23 partite la Juventus aveva incassato appena quattro gol fuori casa e soltanto dalla Roma ne aveva subiti due nello stesso match. E se il punteggio va attribuito in egual parte ai meriti dei padroni di casa (alla miglior prestazione stagionale) e i demeriti degli ospiti (deconcentrati in maniera imperdonabile), il pareggio non mente e anzi per certi versi va quasi stretto ai romagnoli.
Si capisce da subito che non sarà il classico dei testa-coda. Alla Juventus manca Tevez e anche questo infonde coraggio ai padroni di casa. Il Cesena ci mette il pubblico delle grandi occasioni, l’entusiasmo di chi non ha nulla da perdere. Funziona: Defrel (uno che comunque finisca la stagione difficilmente seguirà il Cesena in Serie B) chiama subito Buffon al grande intervento, anche Ze Eduardo trova un buco sulla corsia di Lichtsteiner e conclude debolmente in porta. Perciò il vantaggio è clamoroso quanto meritato: un erroraccio di Pirlo in palleggio lancia in contropiede Defrel, assist per Djuric che a tu per tu con Buffon non sbaglia.
Il sogno dura per 25’, in cui il talento francese continua a furoreggiare fra le maglie larghe della difesa juventina. Ma bastano un paio di disattenzioni dei padroni di casa per rimettere in carreggiata una Juve un po’ allo sbando: cross di Pogba, Lucchini e Kranjc si perdono Morata che di testa firma l’1-1. Per lo spagnolo è il sesto gol stagionale e i numeri non passano inosservati a Madrid, dove il Real starebbe pensando ad un possibile riacquisto. Intanto la Juventus se lo gode, e da un suo lavoro in fascia nasce subito anche il raddoppio, con Marchisio che approfitta di una palla vagante in mezzo all’area per portare avanti i suoi.
La partita pare segnata e invece non lo è. Perché il Cesena soffre l’uno-due, ma la Juventus è molto distratta e non affonda il colpo del ko quando potrebbe. E così nella ripresa i padroni di casa ritrovano lo stesso ardore dell’avvio di partita. Gli ospiti sembrano in controllo, ma hanno il grande torto di adagiarsi sul vantaggio. Anche Allegri dalla panchina manda segnali controproducenti ai suoi, preparando l’ingresso di Chiellini per passare a un più difensivo 3-5-2. Ma prima del cambio arriva il pareggio di Brienza, bravo a colpire su una sponda del colosso Djuric, che per novanta minuti fa impazzire Bonucci e Ogbonna.
A differenza del primo tempo il gol non è preannunciato da occasioni concrete, eppure anche stavolta è meritato. La Juventus è spenta e non si riaccende, il Manuzzi si infiamma. Neanche un rigore (per un fallo di mano di Lucchini su girata di Llorente) è in grado di aiutare i bianconeri di Torino: dal dischetto Vidal spiazza Leali ma spedisce incredibilmente a lato. Il pubblico continua a tifare, i giocatori del Cesena a correre a velocità doppia degli avversari fino al triplice fischio. A fine campionato probabilmente ci saranno almeno sessanta punti a separare in classifica le due squadre. Ma per una sera Cesena e Juventus si equivalgono. E in fondo il bello del calcio è proprio questo.