Il vero errore di Claudio Lotito è stato farsi beccare mentre raccontava la verità, solo la verità, nient’altro che la verità sul calcio italiano. Se il verboso presidente della Lazio, nonché padroncino della Figc, si fosse un po’ trattenuto al telefono con il dirigente dell’Ischia tutto sarebbe filato liscio senza questo fastidioso intoppo che, niente paura, sarà presto dimenticato. Infatti, il commento più calzante (“parole incaute ma è stato scorretto registrarle”) si deve, non a caso, al presidente del Coni, Giovanni Malagò, uomo di mondo che ha sicuramente letto Il tartufo di Molière: “La colpa sta nel dare pubblico scandalo, peccare in silenzio non è peccare”. E infatti, benedetto Claudio, dopo tutto ‘sto casino i soliti noti guidati dal letterato Tavecchio (20 mila copie del suo best seller acquistate dalle federazioni con i soldi nostri) rischiano di fare la fine dei Soliti ignoti di Monicelli che sognavano di rapinare il Monte di Pietà, ma causa incauta esplosione dovettero accontentarsi di un piatto di pasta e ceci.
Lotito dice il vero quando sostiene che per la banda dei presidenti, il vero grisbi sono i diritti tv della Serie A che dalla prossima stagione passano da 1 a 1, 2 miliardi a stagione e quindi della regolarità del campionato, chissenefrega. Diciamolo, la messinscena domenicale negli studi Rai, Sky e Mediaset ha funzionato da copertura geniale. Mascherandosi da buffoni e cialtroni, sparando cazzate a botte di latinorum, esibendosi a Sanremo come gli scemi del villaggio, le menti del vertice pallonaro erano riuscite a depistare le indagini. E mentre il popolo bue dei tifosi si accapigliava sulla prospettiva televisiva del fuorigioco di Tevez, loro come i ladri di Pisa dopo aver litigato di giorno, quatti quatti, si spartivano il malloppo di notte. Arsenio “Lotito” Lupin l’aveva pensata giusta: “Se c’avemo il Latina e il Frosinone chi cazzo li compra i diritti? E il Carpi manco sanno che esiste…”. Giusto, ma c’era bisogno di strillarlo al telefono?
Il Corriere della Sera si chiede preoccupato: “Ora che succede se al Carpi viene fischiato un rigore contro?”. Vabbè, il Carpi non lo tocca più nessuno, ma un modo si troverà (Moggi docet) per aggiustare le cose in un campionato di Serie B che non a caso ha come main sponsor una società di scommesse.
Del resto, le acque si stanno già calmando. Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, definito al telefono una nullità, ha invitato a non drammatizzare poiché quelli di Lotito “sono modi spicci per definire la realtà dei fatti”. Contento lui. Macalli, presidente della Lega Pro trattato dall’amico Claudio come un vecchio straccio da gettare nel secchio alla scadenza del mandato, definisce “schifosa” la registrazione ma non il contenuto. Memorabili le parole di Graziano Delrio, sottosegretario con delega allo Sport, che ha tuonato: “Il calcio deve cambiare”. Caspiterina. Lotito sei tutti loro.
il Fatto Quotidiano, 15 Febbraio 2015