Neanche fa più notizia che, nella politica italiana da sempre capovolta, il Parlamento cacci chi grida “Onestà, onesta!”. In fondo è la colpa più grave, quella più imperdonabile: un po’ come andare da Rocco Siffredi e pretendere castità. Regola aurea, per larga parte dei media, è che la colpa ricada a prescindere sul Movimento 5 Stelle: il capro espiatorio perfetto, che sia effettivamente criticabile (e spesso lo è) o che abbia come macchia quella di mostrarsi alterato di fronte ai soprusi (alla Costituzione, mica a loro). Il Parlamento è uno strano microcosmo: dentro si può fare di tutto, l’importante è che lo si faccia col sorriso. Sfasciare ogni cosa va bene, però con educazione. Al contrario, se qualcuno scopre che gli hanno appena rubato la macchina e per questo si arrabbia un po’, giocoforza il colpevole diventa lui: troppo maleducato. Funziona così, e funziona forse al contrario.
La fredda cronaca degli ultimi giorni (e notti) alla Camera mostra un quadro d’insieme scarsamente avvincente. Regole minime sventrate. Presidenti e vicepresidenti oltremodo parziali. L’evanescente Boschi che assurge a madrina costituente (esce Calamandrei, entra Maria Elena: come sostituire Pelé con Muntari). Una gestione delle minoranze e delle opposizioni appena illiberale. Canguri, sedute fiume, insulti. “Dissidenti” che abbaiano ma non mordono. La Boldrini che ormai imbarazza pure Sel. Una perdurante involuzione democratica, di fronte alla quale però buona parte dell’informazione italiana – non per nulla al 73 esimo posto per libertà di stampa, giusto tra Moldavia e Nicaragua – soprassiede. Molto meglio raccontare con dovizia la reunion tra Al Bano e Romina: è più facile, è più redditizio. Un tempo, quando c’era da demolire la Costituzione, si sceglieva agosto perché la gente era al mare. Oggi si sceglie Sanremo, perché la gente al mare non è ma ha comunque il cervello in vacanza. Così anche l’importanza da dare agli avvenimenti si capovolge: il problema non è che una ghenga arrivista – composta da nominati, eletta con legge incostituzionale – proceda come un bulldozer per trasformare il Senato in un dopolavoro inutile su cui spiaggiare consiglieri regionali spesso indagati e di colpo protetti da immunità, ma che l’opposizione alzi i toni.
Anomalia anche questa, del resto, se fino a ieri l’opposizione erano i Violante (di cui la veemenza è nota) e D’Alema (di cui il berlusconismo è noto). Accusare l’opposizione di opporsi troppo è come rinfacciare a Tyson di aver picchiato troppo Donnie Long: magari era vero, ma Tyson faceva il pugile. Mica l’impiegato al catasto. È tornata la Dc, una Dc 2.0 allegramente impreparata e spensieratamente autoritaria, garbata nei modi e carnivora nei contenuti. Renzi sta a De Mita come Carlo Conti a Bongiorno, e guai a chi non si adegua alla melassa normalizzatrice e restauratrice. Chi non ci sta – politici e intellettuali, giornalisti e cittadini – è un gufo. Un disfattista. Un eversivo da punire con l’espulsione dall’Aula, ma più che altro dall’informazione. Tipo i 5 Stelle, “fascisti” per antonomasia. Anche se hanno appena proposto una sorta di alleanza part-time a Syriza (noti fascisti) e Podemos (noti nazisti), esigendo che le Alba Dorata (noti democratici) girino al largo. Anche se avrebbero interrotto l’ostruzionismo alla Camera se solo fosse stato accettato il referendum senza quorum, un’idea che un tempo pareva piacere anche al Pd. Anche se a scazzottarsi sono stati quelli di Pd e Sel, e prima quelli di Ncd e Lega, e già che c’erano pare anche quelli di Forza Italia (si picchiavano tra loro: così, per ricordarsi di essere vivi). La narrazione capovolta impone che sia “colpa dei grillini”. Sempre. Il Pd ha picchiato Sel? “Colpa dei grillini”. L’Italia è uscita dai Mondiali? “Colpa dei grillini”. La carbonara è scotta? “Colpa dei grillini”. Com’è bella questa informazione, e questa politica, tutta al contrario. Così bella che, se ti adegui a guardarla a rovescio, perfino l’anomalia odierna sembra quasi una nuova forma di democrazia.
il Fatto Quotidiano, 14 Febbraio 2015
Andrea Scanzi
Giornalista e scrittore
Politica - 15 Febbraio 2015
Riforme: mena pure, tanto la colpa è di Grillo
Neanche fa più notizia che, nella politica italiana da sempre capovolta, il Parlamento cacci chi grida “Onestà, onesta!”. In fondo è la colpa più grave, quella più imperdonabile: un po’ come andare da Rocco Siffredi e pretendere castità. Regola aurea, per larga parte dei media, è che la colpa ricada a prescindere sul Movimento 5 Stelle: il capro espiatorio perfetto, che sia effettivamente criticabile (e spesso lo è) o che abbia come macchia quella di mostrarsi alterato di fronte ai soprusi (alla Costituzione, mica a loro). Il Parlamento è uno strano microcosmo: dentro si può fare di tutto, l’importante è che lo si faccia col sorriso. Sfasciare ogni cosa va bene, però con educazione. Al contrario, se qualcuno scopre che gli hanno appena rubato la macchina e per questo si arrabbia un po’, giocoforza il colpevole diventa lui: troppo maleducato. Funziona così, e funziona forse al contrario.
La fredda cronaca degli ultimi giorni (e notti) alla Camera mostra un quadro d’insieme scarsamente avvincente. Regole minime sventrate. Presidenti e vicepresidenti oltremodo parziali. L’evanescente Boschi che assurge a madrina costituente (esce Calamandrei, entra Maria Elena: come sostituire Pelé con Muntari). Una gestione delle minoranze e delle opposizioni appena illiberale. Canguri, sedute fiume, insulti. “Dissidenti” che abbaiano ma non mordono. La Boldrini che ormai imbarazza pure Sel. Una perdurante involuzione democratica, di fronte alla quale però buona parte dell’informazione italiana – non per nulla al 73 esimo posto per libertà di stampa, giusto tra Moldavia e Nicaragua – soprassiede. Molto meglio raccontare con dovizia la reunion tra Al Bano e Romina: è più facile, è più redditizio. Un tempo, quando c’era da demolire la Costituzione, si sceglieva agosto perché la gente era al mare. Oggi si sceglie Sanremo, perché la gente al mare non è ma ha comunque il cervello in vacanza. Così anche l’importanza da dare agli avvenimenti si capovolge: il problema non è che una ghenga arrivista – composta da nominati, eletta con legge incostituzionale – proceda come un bulldozer per trasformare il Senato in un dopolavoro inutile su cui spiaggiare consiglieri regionali spesso indagati e di colpo protetti da immunità, ma che l’opposizione alzi i toni.
Anomalia anche questa, del resto, se fino a ieri l’opposizione erano i Violante (di cui la veemenza è nota) e D’Alema (di cui il berlusconismo è noto). Accusare l’opposizione di opporsi troppo è come rinfacciare a Tyson di aver picchiato troppo Donnie Long: magari era vero, ma Tyson faceva il pugile. Mica l’impiegato al catasto. È tornata la Dc, una Dc 2.0 allegramente impreparata e spensieratamente autoritaria, garbata nei modi e carnivora nei contenuti. Renzi sta a De Mita come Carlo Conti a Bongiorno, e guai a chi non si adegua alla melassa normalizzatrice e restauratrice. Chi non ci sta – politici e intellettuali, giornalisti e cittadini – è un gufo. Un disfattista. Un eversivo da punire con l’espulsione dall’Aula, ma più che altro dall’informazione. Tipo i 5 Stelle, “fascisti” per antonomasia. Anche se hanno appena proposto una sorta di alleanza part-time a Syriza (noti fascisti) e Podemos (noti nazisti), esigendo che le Alba Dorata (noti democratici) girino al largo. Anche se avrebbero interrotto l’ostruzionismo alla Camera se solo fosse stato accettato il referendum senza quorum, un’idea che un tempo pareva piacere anche al Pd. Anche se a scazzottarsi sono stati quelli di Pd e Sel, e prima quelli di Ncd e Lega, e già che c’erano pare anche quelli di Forza Italia (si picchiavano tra loro: così, per ricordarsi di essere vivi). La narrazione capovolta impone che sia “colpa dei grillini”. Sempre. Il Pd ha picchiato Sel? “Colpa dei grillini”. L’Italia è uscita dai Mondiali? “Colpa dei grillini”. La carbonara è scotta? “Colpa dei grillini”. Com’è bella questa informazione, e questa politica, tutta al contrario. Così bella che, se ti adegui a guardarla a rovescio, perfino l’anomalia odierna sembra quasi una nuova forma di democrazia.
il Fatto Quotidiano, 14 Febbraio 2015
SALVIMAIO
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Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando provinciale di Palermo resteranno per tutta la notte tra via Quintino Sella e via Gaetano Daita per tenere sotto controllo l'edificio in cui ieri mattina si è propagato un vasto incendio che ha distrutto l'appartamento all'ultimo piano dell'ex sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, e della moglie, l'ex magistrato Annamaria Palma. I due sono riusciti a mettersi in salvo, tutti i residenti sono stati evacuati, un uomo di 80 anni è rimasto intossicato. "Le fiamme sono state circoscritte e non si propagano più. Sono in corso adesso le operazioni di bonifica che consistono nello smassamento della parte combusta e nello spegnimento dei focolai residui. Per tutta la notte sul posto sarà effettuato un servizio di vigilanza antincendio", ha spiegato in serata all'Adnkronos Agatino Carrolo, direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia, da ieri mattina sul luogo del rogo.
"Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. I miei uomini hanno lavorato a 25 metri su un piano inclinato di 30 gradi e abbiamo lavorato con la dovuta cautela. Tagliato il tetto si impedisce alle fiamme di propagarsi. Quindi rimangono da effettuare le operazioni di bonifica, di rimozione del materiale combusto e laddove ci sono dei focolai residui spegnerli. Oltre a questo si prevede di effettuare un'operazione di vigilanza antincendio ceh consiste in un presidio fisico a vigilare lo stato dei luoghi fino a quando non ci sarà più bisogno", ha detto.
E ha aggiunto: "Ci siamo trovati ad operare ad un altezza di 25 metri dal piano di calpestio. Dobbiamo spegnere un incendio importante di un tetto di circa 400 mq di falde e le fiamme sono particolarmente insidiose perché questa combustione è caratterizzata dal cosiddetto fuoco covante ossia una combustione in condizione di sotto ossigenazione che corre nello spazio di ventilazione del tetto. Quindi in superficie non si vede nulla ma ad un certo punto le fiamme affiorano dove è possibile".
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.
Roma, 8 mr (Adnkronos) - "Mentre il dibattito politico italiano viene inevitabilmente attratto dalla demagogia, da Trump arriva un’altra sberla: l’ipotesi del ritiro di 35.000 soldati americani dalla Germania. Si va di cigno nero in cigno nero, ma tutto questo sembra non ridestare dalla bolla della politica politicante il governo". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva.
"Oggi il Capitano ha animato i suoi gazebo nei fatti contro la linea della Premier e dell’altro Vicepremier (che dovrebbe essere il Ministro degli Esteri). Di fronte a questi scenari, serve un soprassalto di responsabilità. Oggi - aggiunge Borghi - di fronte agli sviluppi della guerra in Ucraina e alla svolta anti-Nato di Trump sono in gioco le nostre libertà democratiche: questo è il tema chiave di questi anni".
Washington, 8 mar. (Adnkronos) - E' stata eseguita tramite fucilazione la condanna a morte di Brad Keith Sigmon, che aveva scelto il plotone di esecuzione alla sedia elettrica e all'iniezione letale, i metodi adottati dalla South Carolina per le pene capitali. La Corte Suprema dello Stato aveva rifiutato l'ultima richiesta di sospensione dell'esecuzione, la prima tramite fucilazione eseguita negli Stati Uniti in 15 anni.
Il legale dell'uomo, condannato a morte per l'omicidio dei genitori della sua ex fidanzata con una mazza da baseball, ha spiegato al Washington Post che il suo assistito ha scelto il plotone di esecuzione perché "ha paura" ed è preoccupato per le possibili sofferenze provocate dall'iniezione letale, il cui procedimento, ha aggiunto il legale, viene "tenuto segreto".
Secondo quanto riferiscono i media americani, un plotone di esecuzione di tre agenti ha sparato all'uomo da una distanza di circa 4,6 metri all'interno del Broad River Correctional Institution nella capitale dello stato Columbia.
I giornalisti che hanno assistito all'esecuzione da dietro un vetro antiproiettile hanno affermato che Sigmon indossava una tuta nera con un piccolo bersaglio rosso fatto di carta o stoffa sul cuore. In una dichiarazione finale letta dal suo avvocato, Gerald King, Sigmon ha dichiarato di voler inviare un messaggio di "amore e un invito ai miei fratelli cristiani ad aiutarci a mettere fine alla pena di morte".
Al condannato è stato quindi messo in testa un cappuccio e circa due minuti dopo il plotone di esecuzione, composto da volontari del South Carolina Department of Corrections, ha sparato attraverso fessure in un muro.
Da quando è stata reintrodotta la pena di morte negli Usa nel 1976 sono state eseguite solo tre condanne a morte per fucilazione, tutte nello Utah, nel 1977, nel 1996 e nel 2000.
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - “Il risultato record raggiunto con il 2x1000 per il 2024 consente al Partito democratico un investimento straordinario sui territori: questa settimana abbiamo inviato oltre un milione di euro alle nostre articolazioni regionali e provinciali, che si somma alle 440.000 euro già anticipate. Si tratta solo del 70% di quanto pattuito, in quanto lo Stato non ha ancora trasferito l’intero 2x1000 spettante ai partiti politici. Ma noi invieremo comunque entro marzo il restante 30%, superando in totale i 2 milioni di euro relativi al solo 2024. Se sommiamo queste risorse al mezzo milione di euro trasferito lo scorso anno, possiamo calcolare che, in questi due anni di segreteria, il Pd nazionale ha trasferito ai territori più del doppio delle risorse trasferite negli otto anni precedenti sommati insieme, cioè dalla fine del finanziamento pubblico al 2022". Lo sottolinea il tesoriere del Pd, Michele Fina.
"Oggi -aggiunge- possiamo farlo perché sta arrivando a compimento una grande opera di risanamento del nostro bilancio, ma soprattutto perché abbiamo fatto fin dall’inizio una scelta precisa: investire per sostenere la partecipazione, l'attività politica e, in ultima istanza, la democrazia nel Paese. Abbiamo unito tutti i livelli del partito in un unico sforzo corale. Per questo nel 2024 siamo risultati il primo partito in assoluto con 10.286.000 circa di risorse, con una crescita di 3 milioni in due anni e ben 628.000 contribuenti che ci hanno scelto. È il dato più alto della nostra storia”.
“In un tempo in cui -le democrazie liberali sono messe in discussione dalla prepotenza finanziaria di plurimiliardari stranieri e dalla forza economica delle big tech, il Partito democratico -aggiunge la segretaria Elly Schlein- riparte dai territori, dal coinvolgimento della base, dal riacquisto e riapertura delle sedi, dalla formazione politica".