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Davoli, morto re degli amplificatori: ‘fece suonare i Beatles in Italia’

E' morto a Parma a 88 anni l'inventore degli amplificatori che hanno permesso negli anni sessanta le tournée di alcuni degli artisti più importanti a livello mondiale
Davoli, morto re degli amplificatori: ‘fece suonare i Beatles in Italia’
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Con i suoi amplificatori e le sue chitarre ha dato voce ai concerti e ai live in tutto il mondo, negli anni d’oro in cui la musica stava diventando evento e fenomeno di massa al seguito dei “complessi” che facevano ballare e cantare i giovani negli anni Sessanta. Athos Davoli, deceduto nei giorni scorsi all’età di 88 anni, in quella storia ci ha messo la firma e tanta passione, cominciata dalle radio e poi proseguita sulla strada della musica. Sotto il suo marchio suonarono i più importanti musicisti nazionali e internazionali, e si tennero, tra le altre, le tournée italiane dei Beatles e dei Rolling Stones.

Inventore geniale, instancabile lavoratore, Davoli comincia la sua carriera come riparatore di radio. A 17 anni lavora come apprendista sui sistemi di comunicazione radio su un aereo da guerra Savoia Marchetti presso le officine Reggiane, e nel Dopoguerra prosegue da solo la sua attività progettando e costruendo innovative apparecchiature a valvole. Come prosegue la storia, lo si può leggere sul sito dell’azienda: nel 1957 fonda l’azienda Krundaal Davoli a Parma, dove si era trasferito, e negli anni Sessanta comincia a produrre amplificatori per strumenti musicali e per voce, diventando un nome noto nel settore, tanto che i suoi apparecchi sono utilizzati dalla maggior parte delle band musicali italiane e da quelle straniere che arrivano in tournée in Italia. Sono gli anni dei complessi e dei live, della musica trasmessa per radio e suonata dal vivo davanti a un pubblico. E Davoli con le sue invenzioni contribuisce a queste modalità di fruizione della musica.

Dagli amplificatori, grazie alla collaborazione con Antonio Pioli “Wandre”, Davoli dà poi il via alla produzione di chitarre elettriche, che oggi sono diventate oggetti di culto per i collezionisti di tutto il mondo. Poi ci sono i concorsi come ItaliaBeat e EuroDavoli, che promuovono i prodotti della ditta premiando i migliori complessi emergenti e lanciando numerosi di quelli che faranno la storia della musica italiana.

Il marchio Davoli da Parma fa il giro dell’Italia e di tutto il mondo, tanto che negli anni Settanta l’azienda conta 220 dipendenti tra operai, tecnici e amministrativi. Il Davolisint, un mini sintetizzatore brevettato a due oscillatori, arriva negli Usa e in Australia, i mixer egli impianti voce sono richiesti in tutta Europa e perfino in Africa. E Davoli continua a progettare e brevettare: pianoforti elettrici, organi elettronici, impianti per radio, per discoteche, impianti luce elettronici, sistemi di controllo dell’inquinamento acustico, sempre affiancato dalla moglie Elide, che lo aiuta coordinando il settore amministrativo. Alla fine della sua carriera, il suo talento e la sua inventiva vengono premiati dall’Università americana del Rhode Island, che nel 2002 gli ha conferito la laurea ad honorem in Ingegneria elettronica.

A proseguire la sua attività ci ha pensato il figlio maggiore Willy, che sin da giovane ha seguito il padre assistendo ai concerti e che a 18 anni ha cominciato a lavorare nell’azienda di famiglia, seguendo prima la filiale londinese e fondando in seguito a Parma la Wilder: Willy Davoli Equipements Rental per il noleggio di impianti di amplificazione. Negli anni Ottanta si passa all’attività di import e rivendita ai negozianti di strumenti e accessori musicali e oggi a Parma il mondo della musica ruota ancora intorno all’Hi-Fi Music Center, negozio diretto dalla figlia Simona e che rappresenta tutto il lavoro e la passione di una vita del padre Athos: fu Davoli in persona infatti a inaugurarlo nel 1966 insieme a Little Tony.

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