“Il decennio più contestato della vita di Oriana Fallaci nella versione tv ci sarà”. Risponde così Domenico Procacci, produttore con Fandango del film L’Oriana, dopo che nei giorni scorsi è stata presentata una versione “corta” di 100 minuti al cinema dell’ambizioso progetto sulla scrittrice fiorentina.
Nelle sale, però, alla biografia della donna è stato espunto l’intero blocco riguardante la feroce posizione contro l’integralismo islamico che dopo l’11 settembre 2001 la fece immediatamente diventare paladina dei partiti dell’area di centro-destra e improvvisa nemica di quelli di centro-sinistra. “La versione cinematografica era stata completata prima dei fatti successi a Parigi il 7 gennaio 2015, e nell’economia generale dei tagli per creare la versione breve abbiamo messo da parte anche altre parti della sua giovinezza come l’aiuto al padre partigiano, gli inizi della carriera giornalistica o quando la Fallaci incontra gli astronauti andati sulla Luna”, spiega Procacci.
“Siamo molto dispiaciuti che uno script realizzato per 200 minuti di film sia diventato una versione da 100”, racconta al fattoquotidiano.it Sandro Petraglia, dello storico duo di sceneggiatori Rulli e Petraglia che si è occupato della stesura del biopic Fallaci. “Nessuna polemica, ma di fronte a una figura complessa come la Fallaci la fatica è stata tanta, e vedere comunque pezzi di storia tagliati qua e là, anche importanti, non fa piacere. Siccome la Rai non fa tante cose così impegnative come questa si poteva pensare con più attenzione alla versione tv – ha spiegato l’autore romano che con il collega Rulli ha realizzato importanti script negli ultimi trent’anni per il cinema italiano tra cui La meglio gioventù.
Così dopo l’esordio cinematografico del 3 e 4 febbraio, a poche ore dal passaggio tv in due serate (16-17 febbraio), ecco aggiungersi una scena significativa, quella dove Oriana da giovane intervista Oriana da anziana difendendosi e attaccando sull’Apocalisse scatenata da Bin Laden; sequenza ambientata dopo l’11 settembre 2011 quando nel libro La Rabbia e l’Orgoglio la scrittrice assunse posizioni critiche contro l’integralismo islamico e sulla decadenza dell’Occidente: “La Fallaci è stato un personaggio controverso; però questo periodo storico della sua vita meritava di essere raccontato – prosegue Procacci – anche se a livello personale è difficile condividere quello che ha scritto in quel volume, io mi sento più vicino alla risposta che le inviò Tiziano Terzani”.
Nella versione breve uscita nei cinema è presente comunque un gesto eclatante anti-islamico: quello in cui la Fallaci di fronte all’ayatollah Khomeini si toglie il chador che gli era stato imposto dalla sharìa appena applicata in Iran e comincia a definirlo “un dittatore” che profonde paura tra i cittadini. “Già all’epoca, sottotraccia, era presente una durissima critica anti-integralista, partendo dai diritti negati alle donne – continua Petraglia – Fallaci ha raccontato con grande rigore fin dai suoi primi reportage in India e Pakistan la condizione femminile”.
“Ero comunque molto prevenuto sul personaggio e avevo letto pochissimo di suo. Da giovane pensavo ad altre cose”, continua Petraglia sulla Fallaci. “Poi di fronte ai fantastici reportage sulla guerra in Vietnam bisogna ricredersi. Era una donna molto indipendente, inclassificabile, né di destra né di sinistra. Ragionava con la sua testa, una modalità che ti fa prendere per forza contro a molti spigoli. Aveva un’idea forte della Costituzione Italiana. Era una vera antifascista. Riusciva a scorgere dove si annidavano i totalitarismi e i fondamentalismi al di là degli schemi”. La fiction sulla Fallaci è stata girata con enorme dispendio di mezzi da Fandango con tanto di location reali (Vietnam, Grecia, India), è diretta da Marco Turco, e vede tra gli interpreti Vinicio Marchioni nei panni di Panagulis e protagonista la toscana Vittoria Puccini.