Si è consegnato il presunto assassino di Aldo Naro, il giovane medico ucciso la sera di venerdì 13 febbraio nella discoteca Goa di Palermo. Si tratta di un diciassettenne che, accompagnato dai familiari, si è costituito al carcere minorile Malaspina del capoluogo siciliano: “Sono venuto a consegnarmi. Sono io quello che cercate”. Il ragazzo è stato ascoltato da un magistrato della Procura minorile alla presenza dei carabinieri del nucleo investigativo, ma non si sa ancora se ha confessato l’omicidio o di aver solo partecipato al pestaggio.
Dopo la testimonianza di una persona presente alla festa, gli agenti avevano perquisito l’abitazione del minorenne il 16 febbraio sera, ma non avevano trovato nessuno. Il giovane viene dal difficile quartiere dello Zen e, insieme ad altri amici, si sarebbe imbucato nel locale nella parte finale della serata, scatenando una rissa. Da quanto raccontato dai testimoni tutto sarebbe nato dal furto di un cappello da cowboy che apparteneva a un ragazzo della comitiva della vittima (era una festa di carnevale). Aldo Naro, 25enne appena laureato in medicina, era stato strattonato e scaraventato per terra. A quel punto il minorenne dello Zen gli avrebbe sferrato un calcio alla testa che ha provocato la morte del ragazzo per emorragia cerebrale. Grazie alle telecamere installate al Goa, i carabinieri avevano incentrato le indagini su cinque giovani del rione a nord est della città, dove tra l’altro si trova il locale.
Per mercoledì 18, intanto, è stata organizzata una fiaccolata in ricordo del 25enne, che partirà dal Teatro Massimo, nel centro cittadino. L’evento, nato Su Facebook, si chiamerà “Io sono Aldo Naro”. Un’altra fiaccolata, a cui hanno partecipato centinaia di persone, si è svolta invece a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, il suo paese d’origine, dove martedì si sono celebrati i funerali. Cordoglio è stato espresso anche dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha ribadito che il Comune si costituirà parte civile nel processo per l’omicidio del giovane medico.