Imprenditori ai quali tutti i governi ellenici non hanno mai applicato alcuna norma che impedisse loro, al contempo, di essere armatori, petrolieri, editori, titolari di lavori pubblici nel Paese senza gare di appalto, nonché di partecipare a privatizzazioni e di possedere importanti squadre di calcio. Senza contare che hanno goduto di Iva agevolata, ma soprattutto dell’esenzione fiscale sui profitti generati all’estero garantiti da una legge costituzionale del 1967. Con l’erario che restava praticamente a bocca asciutta. Sono i tratti essenziali che accomunano la categoria alla quale il governo di Alexis Tsipras, secondo le ultime indiscrezioni, si appresta a presentare il conto con una patrimoniale da 2,5 miliardi di euro. Una sorta di resa dei conti nell’immaginario collettivo, che compenserebbe anni di prosperità ottenuta anche grazie a una legge sul conflitto di interesse inesistente fino al 2009, mentre in seguito è stata fatta una norma alquanto morbida che non ha impedito una fortissima mescolanza tra pubblico e privato.
Ma chi sono in dettaglio gli armatori greci e che ruolo giocano nello scacchiere mondiale? Si tratta di una vera e propria casta, a partire dalla celebre diarchia fra Onassis e Niarchos, fino a conflitti di interessi macroscopici per armatori che fanno anche lavori pubblici, gestiscono squadre di calcio e addirittura hanno privatizzato il Totocalcio. Sono loro ad aver orientato sino ad oggi tutti i governi di Atene e a loro il neo premier Alexis Tsipras promette di applicare ciò che con la morbida legge sul blind trust del 2009 non è riuscito ai conservatori (perché prima praticamente non avevano obblighi), mentre tutte le inchieste giudiziarie passate sul contrabbando di petrolio non hanno prodotto condannati.
Stavros Niarchos, morto nel 1996, era uno degli uomini più ricchi del mondo. Avversario storico di Aristotele Onassis, nasce imprenditorialmente con il secondo conflitto mondiale grazie ad acrobazie finanziarie che lo fanno ricco, come il premio di assicurazione incassato dopo l’affondamento della sua unica nave da parte delle bombe di Hitler. E’il punto di partenza per lo sbarco negli Usa dove diventa leader della comunità greca e, anche grazie ai buoni uffici di una delle sue cinque mogli, Charlotte figlia di Henry Ford II, fa del mercato militare e petrolifero americano il suo diadema. Con la sua Niarchos Ltd. ha controllato più di 80 petroliere di tutto il mondo e con Onassis è stato il primo nel ’52 ad acquistare le superpetroliere. Il jolly lo pesca nel ’56 con la crisi di Suez che moltiplica la domanda per il tipo di tonnellaggio che aveva. Le sue navi non battevano bandiera greca, ma liberiana e panamense, come del resto quasi tutte quelle degli armatori ellenici.
Aristides Alafouzos, originario della splendida isola di Santorini, è il primo ad usare il business degli olii combustibili per diversificare i guadagni. Nasce nel 1924 a Oia da una famiglia di armatori, suo padre commercia dal mar Nero all’Egeo. Crea sei compagnie di navigazione (sotto l’egida della società Argonautis che opera con le controllate Shell Sea, Sea Pearl Enterprises, Zenith Maritime, Corporation Bigael, Kyklades marittime) una grande flotta mercantile, una società di costruzioni. Il primo affare diverso dal petrolio lo fa con l’emittente televisiva Skai, che ha in pancia un canale all news, una radio, una casa editrice, oltre a quotidiani e periodici, il cui 75% è nelle mani del figlio Ioannis. Possiede anche il quotidiano Kathimerinì, l’unico con una versione online in inglese, le stazioni radiofoniche Melody e RED 96,3 oltre a numerose partecipazioni in altre imprese. Un sodalizio marittimo, quello con l’oriente per quanto riguarda la fabbricazione di navi, che gli ha consentito nel 2009 di ottenere un’onorificenza molto rara per un cittadino occidentale: l’imperatore del Giappone Akihito lo ha insignito della Medaglia dell’Ordine del Sol Levante. Molto fa discutere la partnership con l’imprenditore Vangelis Marinakis, uno dei grandi elettori di Tsipras, e proprietario della squadra di calcio dell’Olympiacos Pireo (per via del business delle scommesse sportive Bwin) oltre ad un’accusa in passato per contrabbando di carburante.
Dimitris Melissanidis, soprannominato “Tiger”, è proprietario della squadra di calcio AEK Atene. Secondo alcuni sarebbe il più grande fornitore di olio combustibile su tutto il pianeta. E’ fondatore dell’Aegean Marine Petroleum, attualmente la seconda raffineria in Grecia e, contestualmente, il più grande fornitore indipendete di carburanti al mondo. E’anche azionista di maggioranza di OPAP, la maggiore società di scommesse in Europa, assieme al fondo Emma Delta Ltd. E’ nella lista Lloyd delle 100 persone più influenti al mondo nell’industria di trasporto. Il presidente della società greca per le privatizzazioni si dimise lo scorso anno perché fu fotografato da una hostess a bordo del suo jet privato: aveva appena avallato la sua offerta per il totocalcio in partnership con il magnate ceco Jiri Smejc.
Vardis Vardinoyannis è fondatore e presidente della compagnia petrolifera Motor Oil Hellas, storico proprietario della squadra di calcio ateniese del Panathinaikos. Di origini poverissime, da Creta passò letteralmente alla conquista di Atene in pochi anni: era il ’60 quando con il Ioanna V infranse più volte il blocco economico imposto dall’Onu alla Rhodesia del sud sprovvista di sbocco a mare, mentre invece approdava a Beira in Mozambico, facendo un vero e proprio colpo, come dimostrò un’inchiesta del Times nel 1966. Di lì iniziò una ascesa rapidissima, contando anche su un contratto di esclusiva per il rifornimento delle navi militari della VI flotta americana nel Mediterraneo. Amico personale della famiglia Kennedy (il matrimonio di Rory figlia di Robert e Ethel con Mark Bailey si fece in Grecia), Vardinoyannis realizzò una raffineria sul Canale di Corinto per il rifornimento delle navi da guerra americane. E dall’altro lato dell’Atlantico acquistò pozzi di petrolio nel Texas. Ha fondato nel 1989 l’emittente Mega Channel assieme agli imprenditori Bobola, Tegopulos, Lambrakis, Alafouzos: la prima azienda dotata della licenza per operare come stazione televisiva privata che però, come le altre, non ha mai pagato lo Stato per quelle frequenze.