Laura Boldrini torna alla carica. E nel mirino mette di nuovo Matteo Renzi: “Il decreto si deve fare quando c’è materia di urgenza. Sulla Rai non c’è qualcosa di imminente, non c’è una scadenza“, ha detto la presidente della Camera nel corso della trasmissione diMartedì. Il riferimento è all’annuncio fatto dal premier circa la volontà del governo di procedere alla riforma della Rai attraverso un decreto legge. “Sono d’accordo che il governo ha bisogno di tempi certi – ha detto ancora l’ex portavoce dell’Unhcr – ma bisogna anche dare alle opposizioni le garanzie. Se si arrivasse a dare tempi certi su provvedimenti ordinari, non ci sarebbe bisogno di ricorrere al decreto”.
A replicare a nome del governo è il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini: “Il governo non intende procedere per decreti, a meno che non ve ne sia la necessità costituzionale, e molto dipenderà dal clima e dall’ostruzionismo parlamentare“. Meno diplomatiche, tuttavia, sono le reazioni di altri esponenti renziani. Come Ernesto Carbone e Alessia Rotta: “Di urgenza sui decreti decide il Capo dello Stato. Non il presidente della Camera, che perde un po’ il filo dei suoi ambiti di intervento” dice la responsabile comunicazione del Partito democratico.
A difesa della presidente della Camera si schiera non solo Sel (con cui la Boldrini è stata eletta), ma anche da altri gruppi d’opposizione come Forza Italia. “La presidente della Camera dei deputati – dichiara Nicola Fratoianni, braccio destro di Nichi Vendola – ha fatto esattamente quello che doveva fare: ha posto il problema di tutelare il Parlamento e la correttezza del processo legislativo”. “Ha solo ricordato quali sono le regole che vigono per l’utilizzo del decreto legge: ha perfettamente ragione, quindi, nel sostenere che per la riforma della Rai non c’è alcuna urgenza. E’ necessario che sia il Parlamento a decidere su una materia così delicata” dice Stefania Prestigiacomo.
Le parole della terza carica dello Stato si riferiscono a quanto annunciato dal premier il 22 febbraio: sulla riforma della Rai “si parte a marzo”, spiegava Renzi ospite in casa Rai dello studio di Lucia Annunziata: la via maestra per modificare la governance resti il disegno di legge, purché lo si porti a casa in tempi brevi. Altrimenti, “se ci sono le condizioni di necessità e urgenza”, non si esclude il ricorso al decreto, “come prescrive la Costituzione”, sottolineava il premier. L’orizzonte temporale è limitato: l’attuale vertice scade a fine aprile con l’approvazione del bilancio, ma la presidente Anna Maria Tarantola è entrata in carica a luglio. Il premier vuole arrivare al rinnovo in estate o, al massimo, in autunno con una nuova legge che riveda l’assetto, garantisca risorse certe, renda l’azienda competitiva e le restituisca il ruolo di “riferimento culturale in Europa”.
Boldrini rinnova così lo scontro a distanza con il premier. Solo il 21 febbraio la presidente della Camera tuonava, lamentando che sull’approvazione del Jobs Act il governo avesse ignorato il Parlamento: “Ci sono stati anche dei pareri non favorevoli da parte delle commissioni di Camera e Senato e forse sarebbe stato opportuno tenerli nel dovuto conto. Credo nei ruoli intermedi, associazioni, sindacati. Dunque, l’idea di avere un uomo solo al potere, contro tutti e in barba a tutto a me non piace, non mi piace”, diceva la Boldrini da Ancona a un’iniziativa di Agrinsieme, il soggetto che aggrega le principali associazioni e cooperative di settore. “Uomo solo al comando? – è tornata sull’argomento a diMartedì – il mio era un ragionamento teorico. Non credo che Renzi se la sia presa, la mia è una visione della società. Non ho detto niente di offensivo”.
Eppure almeno un po’ Renzi se l’era presa, anche se dalla Annunziata aveva fatto buon viso a cattivo gioco. Le critiche della Boldrini sul Jobs act? “Un problema suo, non nostro – minimizzava il premier a InMezz’Ora – noi mandiamo avanti il programma di governo su cui abbiamo chiesto la fiducia e come dobbiamo fare”. “La Boldrini è la presidente della Camera – aggiungeva Renzi – è l’arbitro dei giochi parlamentari e la lascio fuori dalla discussione”.
La nuova presa di posizione della presidente dell’aula di Montecitorio incassa il plauso di Ncd: “Ha perfettamente ragione”, sostiene invece Fabrizio Cicchitto. Su un eventuale decreto dovrebbe pronunciarsi il presidente della Repubblica, al quale si appellano le opposizioni. A finire nel mirino di Forza Italia sono però oggi, più che le ipotesi di riforma, le parole del ministro Pier Carlo Padoan intervistato lunedì da Giovanni Minoli. “Con il top management della Rai noi siamo in continuo contatto – affermava il titolare del Tesoro – mi sembra che si vada nella direzione giusta. Il mio rappresentante in Consiglio voterà la riforma Gubitosi“. Parole che sembrano rivelare un sostegno del governo al piano news messo a punto dal dg. “Tutti invocano l’autonomia dei consiglieri Rai. Ma come la mettiamo con Padoan che annuncia come voterà in Cda il consigliere Pinto?”, attacca il senatore FI Enzo Fasano che si dice pronto a denunciare il ministro. A gettare acqua sul fuoco ci pensa il sottosegretario Antonello Giacomelli. “Un equivoco… – assicura -, sicuramente voleva riferirsi al successo delle quotazioni di Rai Way“.
Il piano, rivisto alla luce del parere votato all’unanimità dalla Commissione di Vigilanza, sarà all’attenzione del cda di giovedì a Milano. La riforma, che prevede la nascita di due newsroom, una con Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, l’altra con Tg3, Rainews24 e Tgr, sarà illustrata con l’obiettivo di arrivare al voto entro il mese di marzo. Al termine del cda è in agenda una riunione informale per affrontare il caso della lettera che il consigliere Antonio Verro ha inviato a Silvio Berlusconi nel 2010 con l’obiettivo di mettere paletti a programmi considerati nemici, come Annozero, Parla con me o Ballarò, missiva svelata dal Fatto Quotidiano. Verro dovrebbe anche essere ascoltato dal Comitato etico di Viale Mazzini.
Del tema si è occupato anche l’ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza, che ha deciso di ascoltare, probabilmente la prossima settimana, il presidente Tarantola. Poi dovrebbe essere convocato lo stesso consigliere. Una sorta di istruttoria per decidere se ci saranno o meno i presupposti per chiedere una revoca del consigliere. Un potere che – secondo Forza Italia – non compete alla bicamerale. “Non ci fermiamo davanti a niente”, assicura il presidente dell’organismo Roberto Fico.
Politica
Rai, Boldrini frena ancora Matteo Renzi: “Nessuna urgenza, non serve un decreto”
"Non c'è qualcosa di imminente, non c'è una scadenza", ha detto la presidente della Camera. Renziani scatenati: "Travalica il suo ambito". La terza carica dello Stato difesa dalle opposizioni, Forza Italia compresa: "Ha solo ricordato le regole"
Laura Boldrini torna alla carica. E nel mirino mette di nuovo Matteo Renzi: “Il decreto si deve fare quando c’è materia di urgenza. Sulla Rai non c’è qualcosa di imminente, non c’è una scadenza“, ha detto la presidente della Camera nel corso della trasmissione diMartedì. Il riferimento è all’annuncio fatto dal premier circa la volontà del governo di procedere alla riforma della Rai attraverso un decreto legge. “Sono d’accordo che il governo ha bisogno di tempi certi – ha detto ancora l’ex portavoce dell’Unhcr – ma bisogna anche dare alle opposizioni le garanzie. Se si arrivasse a dare tempi certi su provvedimenti ordinari, non ci sarebbe bisogno di ricorrere al decreto”.
A replicare a nome del governo è il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini: “Il governo non intende procedere per decreti, a meno che non ve ne sia la necessità costituzionale, e molto dipenderà dal clima e dall’ostruzionismo parlamentare“. Meno diplomatiche, tuttavia, sono le reazioni di altri esponenti renziani. Come Ernesto Carbone e Alessia Rotta: “Di urgenza sui decreti decide il Capo dello Stato. Non il presidente della Camera, che perde un po’ il filo dei suoi ambiti di intervento” dice la responsabile comunicazione del Partito democratico.
A difesa della presidente della Camera si schiera non solo Sel (con cui la Boldrini è stata eletta), ma anche da altri gruppi d’opposizione come Forza Italia. “La presidente della Camera dei deputati – dichiara Nicola Fratoianni, braccio destro di Nichi Vendola – ha fatto esattamente quello che doveva fare: ha posto il problema di tutelare il Parlamento e la correttezza del processo legislativo”. “Ha solo ricordato quali sono le regole che vigono per l’utilizzo del decreto legge: ha perfettamente ragione, quindi, nel sostenere che per la riforma della Rai non c’è alcuna urgenza. E’ necessario che sia il Parlamento a decidere su una materia così delicata” dice Stefania Prestigiacomo.
Le parole della terza carica dello Stato si riferiscono a quanto annunciato dal premier il 22 febbraio: sulla riforma della Rai “si parte a marzo”, spiegava Renzi ospite in casa Rai dello studio di Lucia Annunziata: la via maestra per modificare la governance resti il disegno di legge, purché lo si porti a casa in tempi brevi. Altrimenti, “se ci sono le condizioni di necessità e urgenza”, non si esclude il ricorso al decreto, “come prescrive la Costituzione”, sottolineava il premier. L’orizzonte temporale è limitato: l’attuale vertice scade a fine aprile con l’approvazione del bilancio, ma la presidente Anna Maria Tarantola è entrata in carica a luglio. Il premier vuole arrivare al rinnovo in estate o, al massimo, in autunno con una nuova legge che riveda l’assetto, garantisca risorse certe, renda l’azienda competitiva e le restituisca il ruolo di “riferimento culturale in Europa”.
Boldrini rinnova così lo scontro a distanza con il premier. Solo il 21 febbraio la presidente della Camera tuonava, lamentando che sull’approvazione del Jobs Act il governo avesse ignorato il Parlamento: “Ci sono stati anche dei pareri non favorevoli da parte delle commissioni di Camera e Senato e forse sarebbe stato opportuno tenerli nel dovuto conto. Credo nei ruoli intermedi, associazioni, sindacati. Dunque, l’idea di avere un uomo solo al potere, contro tutti e in barba a tutto a me non piace, non mi piace”, diceva la Boldrini da Ancona a un’iniziativa di Agrinsieme, il soggetto che aggrega le principali associazioni e cooperative di settore. “Uomo solo al comando? – è tornata sull’argomento a diMartedì – il mio era un ragionamento teorico. Non credo che Renzi se la sia presa, la mia è una visione della società. Non ho detto niente di offensivo”.
Eppure almeno un po’ Renzi se l’era presa, anche se dalla Annunziata aveva fatto buon viso a cattivo gioco. Le critiche della Boldrini sul Jobs act? “Un problema suo, non nostro – minimizzava il premier a InMezz’Ora – noi mandiamo avanti il programma di governo su cui abbiamo chiesto la fiducia e come dobbiamo fare”. “La Boldrini è la presidente della Camera – aggiungeva Renzi – è l’arbitro dei giochi parlamentari e la lascio fuori dalla discussione”.
La nuova presa di posizione della presidente dell’aula di Montecitorio incassa il plauso di Ncd: “Ha perfettamente ragione”, sostiene invece Fabrizio Cicchitto. Su un eventuale decreto dovrebbe pronunciarsi il presidente della Repubblica, al quale si appellano le opposizioni. A finire nel mirino di Forza Italia sono però oggi, più che le ipotesi di riforma, le parole del ministro Pier Carlo Padoan intervistato lunedì da Giovanni Minoli. “Con il top management della Rai noi siamo in continuo contatto – affermava il titolare del Tesoro – mi sembra che si vada nella direzione giusta. Il mio rappresentante in Consiglio voterà la riforma Gubitosi“. Parole che sembrano rivelare un sostegno del governo al piano news messo a punto dal dg. “Tutti invocano l’autonomia dei consiglieri Rai. Ma come la mettiamo con Padoan che annuncia come voterà in Cda il consigliere Pinto?”, attacca il senatore FI Enzo Fasano che si dice pronto a denunciare il ministro. A gettare acqua sul fuoco ci pensa il sottosegretario Antonello Giacomelli. “Un equivoco… – assicura -, sicuramente voleva riferirsi al successo delle quotazioni di Rai Way“.
Il piano, rivisto alla luce del parere votato all’unanimità dalla Commissione di Vigilanza, sarà all’attenzione del cda di giovedì a Milano. La riforma, che prevede la nascita di due newsroom, una con Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, l’altra con Tg3, Rainews24 e Tgr, sarà illustrata con l’obiettivo di arrivare al voto entro il mese di marzo. Al termine del cda è in agenda una riunione informale per affrontare il caso della lettera che il consigliere Antonio Verro ha inviato a Silvio Berlusconi nel 2010 con l’obiettivo di mettere paletti a programmi considerati nemici, come Annozero, Parla con me o Ballarò, missiva svelata dal Fatto Quotidiano. Verro dovrebbe anche essere ascoltato dal Comitato etico di Viale Mazzini.
Del tema si è occupato anche l’ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza, che ha deciso di ascoltare, probabilmente la prossima settimana, il presidente Tarantola. Poi dovrebbe essere convocato lo stesso consigliere. Una sorta di istruttoria per decidere se ci saranno o meno i presupposti per chiedere una revoca del consigliere. Un potere che – secondo Forza Italia – non compete alla bicamerale. “Non ci fermiamo davanti a niente”, assicura il presidente dell’organismo Roberto Fico.
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Telefonata Trump-Putin tra le 14 e le 16. Von der Leyen: “Per evitarla, l’Ue si prepari alla guerra”
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Torniamo ad esprimere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Siria, in particolare dopo gli ultimi brutali attacchi che hanno visto milizie legate al nuovo governo di transizione uccidere centinaia di civili, appartenenti in gran parte alla minoranza alawita, ma colpendo anche la minoranza cristiana. Insieme ai partner europei, siamo impegnati a richiamare il nuovo Governo a garantire una transizione democratica, fondata sul rispetto e sulla piena inclusione di tutte le minoranze etniche e religiose, a partire da quelle alawita, cristiana e curda". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato sul prossimo Consiglio europeo.
"La lotta al terrorismo è un altro aspetto determinante. Non ci devono essere spazi per un nuovo insorgere dell’Isis o ambiguità verso gruppi che intendano fare della Siria una base per organizzazioni terroristiche. Solo il rispetto di queste condizioni -ha concluso la premier- potrà consentire l’implementazione del ritiro delle sanzioni e delle misure restrittive iniziato settimane fa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Stiamo seguendo con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi la Corte di Giustizia, relativo proprio ai trattenimenti in Albania, ma non solo, e devo dire di essere rimasta favorevolmente colpita dal fatto che la maggioranza degli Stati membri Ue, così come la stessa Commissione europea, siano intervenuti, tra la fase scritta e la fase orale della causa, per sostenere la posizione dell’Italia sul concetto di Paese sicuro di origine. L’auspicio, ovviamente, è che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dell’Italia ma di tutti gli Stati Membri e dell’Unione europea stessa, perché significherebbe minare alla base il sistema di Schengen e la stabilità stessa dell’Europa". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Ma in ogni caso -ha aggiunto la premier- stiamo proponendo alla Commissione di anticipare il più possibile l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo Patto migrazione e asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro, anche per fare definitiva chiarezza su un tema molto controverso e oggetto, come sapete, di provvedimenti giudiziari dal sapore spesso ideologico".
Roma, 18 (Adnkronos) - "In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una Direttiva a un Regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati membri. Lo riteniamo uno sviluppo estremamente significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancor più efficace l’azione di rimpatrio di chi non ha titolo ad essere accolto sul territorio europeo. È fondamentale che l’Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul nostro territorio, devi essere rimpatriato". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Ravenna, 18 mar. (Adnkronos) - Manca solo un mese all’avvio della nuova stagione di Mirabilandia! L’appuntamento è fissato per giovedì 17 aprile alle ore 10.30. Il Parco divertimenti più grande d’Italia si prepara a un 2025 imperdibile con delle incredibili novità. Grande attesa per Nickelodeon Land, la nuova area di ben 25.000 mq dedicata alle famiglie con bambini e giovani adulti, dove divertirsi in compagnia di SpongeBob, Patrick, le Tartarughe Ninja, Dora e la Paw Patrol. All’interno dell’area troveranno posto 10 attrazioni, 3 punti ristoro a tema, 2 aree meet&greet e uno shop tematizzato. I fan di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo saliranno a bordo del nuovo coaster per famiglie Cowabunga Carts per un’avventura adrenalinica in compagnia delle Tartarughe Ninja. Gli appassionati di viaggi troveranno una foresta pluviale da scoprire insieme all’amata esploratrice Dora e il suo Dora’s Train Adventure, con una colonna sonora che farà cantare, battere le mani e sorridere tutti insieme. Un’esperienza indimenticabile sarà anche il Boots’ Balloons per salire in alto, molto in alto, in una mongolfiera.
Gli amici di SpongeBob e Patrick troveranno i loro personaggi preferiti a Splish Splat per un’esperienza rinfrescante, nelle stanze della casa di SpongeBob and Friends oppure a Jellyfish Jam per volare in alto e inseguire le meduse giganti. Per perdere la testa ad alta velocità, immancabile una corsa sul Bikini Bottom Express. I cuccioli Paw Patrol saranno i padroni di casa della famosa torre di controllo a Paw Patrol Adventure Bay con la versione in miniatura dei loro veicoli. Cinture allacciate e grande azione per il coaster Paw Patrol To The Rescue e Rubble’s Rapids per un’avventura acquatica. Uniche le atmosfere di Adventure Bay Carousel per un giro insieme agli amici a 4 zampe di Nickelodeon. Ma le novità non finiscono qui! La nuova stagione avrà anche un palinsesto degli show completamente rinnovato. Sul palco del Pepsi Theatre andrà in scena un’attualissima versione di Pinocchio: un musical con musica dal vivo che vede protagonista il burattino di legno trasformato in un robot umanoide da alcuni scienziati visionari. In Piazza della Fama si alterneranno i sogni di Usnavi, un giovane carismatico pieno di talento, in New York Dreams, e le favole ricche di personaggi di fantasia dello spettacolo C'era Una Volta. Ritmo, energia e avventure preistoriche si sentiranno a Dino DJ nell’area Dinoland del Parco. Nella Far West Valley sarà John e il suo solitario viaggio nelle aride frontiere al centro dello show Wild West Cowboy.
All’apertura dei cancelli, nella Baia dei Pirati, ad accogliere i visitatori ci saranno gli attori-ballerini di Action! – Welcome Show per un benvenuto davvero movimentato. La stunt arena ospiterà l’imperdibile Hot Wheels City-La nuova sfida, il più acclamato stunt show d'Europa, con il loop mobile più alto (15 metri di altezza) mai eseguito prima in un parco divertimenti. Un appuntamento che dopo oltre 20 anni continua ad attrarre il pubblico di tutte le età. Per le vie del Parco si incontrerà la Nickelodeon Parade con tutti i personaggi più amati dai bambini. Esibizioni, canti e balli andranno in scena al Teatro Nickelodeon con Let’s Party per delle vere e proprie feste in cui divertirsi tutti insieme. Tanti i momenti Meet&Greet per foto ricordo da portare a casa. Per i visitatori in cerca di adrenalina da Guinness dei primati, sempre a disposizione le amatissime attrazioni come iSpeed, Katun e Divertical. “Ormai ci siamo, la stagione 2025 sta per partire e noi siamo particolarmente entusiasti di presentare Nickelodeon Land, una novità assoluta per l’Italia, commenta Sabrina Mangia, Managing Director di Mirabilandia. L’accordo con Paramount non è solo un nuovo fiore all’occhiello per il nostro Parco, ma anche un grande valore aggiunto per il territorio e per l’industria del turismo italiana”. La stagione 2025 di Mirabilandia prenderà il via giovedì 17 aprile e si concluderà domenica 2 novembre.
Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - "Gli eventi cardiovascolari rimangono la prima causa di morte in Italia, in Europa e nel mondo, ed è questo che ci spinge a non fermarci. Il nostro obiettivo e la nostra ambizione è quella che nessun cuore smetta di battere troppo presto. E per raggiungere questo obiettivo continuiamo nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative per i pazienti". Lo ha detto questa mattina a Milano Chiara Gnocchi, country Comms & Advocacy head di Novartis Italia, in occasione dell'incontro 'Non solo colesterolo Ldl: alla scoperta della Lipoproteina (a)', organizzato dalla farmaceutica.
"Novartis è presente nell'area cardiovascolare da oltre 40 anni - sottolinea Gnocchi - Si tratta infatti di un impegno continuo che ci ha visto portare soluzioni terapeutiche innovative nell'ambito dello scompenso cardiaco e dell'ipercolesterolemia. Il nostro primo impegno è nel conoscere meglio la scienza. Questo ci ha permesso di comprendere alcuni fattori prognostici e predittivi sui quali lavorare, con soluzioni terapeutiche che stiamo ricercando e sviluppando, per abbattere il rischio di eventi cardiovascolari".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "L’Italia accoglie con favore il Piano di ricostruzione presentato al vertice del Cairo lo scorso 4 marzo dai Paesi arabi. Per poter muovere verso una sua applicazione, nella prospettiva più ampia di una pace stabile e duratura e della soluzione politica a due Stati, è però necessario che Hamas rilasci gli ostaggi e deponga le armi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato in Aula la consegna alla Camera del testo delle comunicazioni rese al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo. Il dibattito avrà inizio domani alle 9,30 e proseguirà con la replica della premier, per concludersi con il voto sulle risoluzioni.