Per le Regionali In Campania regna il caos. È tutti contro tutti. Se il Partito democratico è già al quarto rinvio delle primarie, che a meno di sorprese si terranno domenica 1 marzo, il centrodestra è in uno stato confusionale perché aspetta di comprendere cosa succederà in Veneto con Luca Zaia. L’unico dato certo è che Stefano Caldoro, governatore uscente in quota Forza Italia, ma non ostile al governo di Matteo Renzi, sarà della partita ed è il favorito: con o senza il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, con o senza l’ala ribelle di Raffaele Fitto, quest’ultima pronta a presentarsi con liste autonome con tanto di loghi già depositati (Noi Sud e Nuova Campania).
Al momento, però, i guai maggiori si registrano in casa Pd. Dove l’inizio di settimana è stato infernale. La voce che già circolava da giorni è stata confermata ieri. C’è chi lascia il Pd e chi le primarie. Massimo Paolucci, europarlamentare vicino ad Antonio Bassolino, ha reso noto le sue dimissioni dal partito in nome e per conto della presunta compravendita del voto delle primarie, sbandierando ai quattro venti accordi con le truppe di Nicola Cosentino, non più parlamentare di Forza Italia e sotto processo per sospetti contatti con il clan dei Casalesi. Sempre nella stessa settimana Guglielmo Vaccaro, lettiano e acerrimo nemico del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, sbatte la porta in faccia con un affondo al vetriolo: “Una segreteria regionale incapace ha condotto in un vicolo cieco un partito sordo ad ogni monito della società regionale. Le primarie per la scelta del competitore di Stefano Caldoro si celebreranno con un duello finale tra un amministratore condannato ed un impresentabile”. Insomma, sarà un testa all’ultimo voto tra De Luca e l’europarlamentare Andrea Cozzolino, noto alle cronache per la vicenda dei cinesi in fila ai gazebo alle primarie per la corsa a sindaco di Napoli. L’outsider, invece, sarà il deputato di fede socialista Marco Di Lello.
Perché nel frattempo Gennaro Migliore, sceso in campo qualche settimana fa forte del sostegno di Renzi, si sfila perché “le condizioni sono venute meno”. Ovvero i maggiorenti della nomenclatura campana che avevano promesso al segretario nazionale l’appoggio all’ex vendoliano a uno a uno si tirano indietro. Il motivo? A Montecitorio si consumano incontri su incontri per far saltare le primarie e per tentare una soluzione unitaria che “rottami” la vecchia classe dirigente campana, totalmente disallineata ai desiderata del premie. E per diversi giorni è addirittura circolato il nome dell’ex ministro del governo Prodi Luigi Nicolais, un nome che avrebbe dovuto mettere d’accordo tutta la galassia democratica. Ma lo “sceriffo” De Luca non ha mai ceduto. Né tantomeno Cozzolino. Quest’ultimo, per di più, fortemente sponsorizzato dal presidente del partito, il “turco” Matteo Orfini. Che si tiene lontano, ma non troppo. E a ilfattoquotidiano.it dice: “Io e Guerini abbiamo assunto un ruolo terzo, diciamo. Ho preso un impegno di non parlare fino alla conclusione delle primarie. Tra l’altro io ho una storia lì”. Tatticismi, posizionamenti, inciuci, insomma. Mentre l’Italia dei Valori annuncia di ritirare la candidatura di Nello Di Nardo perché – dichiara il segretario Idv Ignazio Messina – “noi abbiamo una storia da tutelare e ci sfiliamo dall’intricato groviglio di sospetti e accuse di questi giorni e di possibili ‘strane’ ingerenze”. Così ai nastri partenza, nell’attesa di scoprire se ci saranno brogli o meno negli oltre 600 gazebo, restano Cozzolino, De Luca e Di Lello.
Ma chi tifa per il caos del Nazareno è proprio Stefano Caldoro. I bookmakers di Palazzo Santa Lucia lo danno per favorito. Anche se al momento il centrodestra, Forza Italia e Ncd, resta in stand by per le divergenze di vedute che animano i protagonisti. Ma, soprattutto, perché si aspetta di conoscere il risultato delle primarie del centrosinistra. Ad esempio, Fitto e le sue truppe, che in Campania secondo alcuni sondaggio veleggiano attorno al 10%, non hanno ancora deciso se sostenere o meno l’uscente Caldoro. “Vediamo se ci sono le condizioni – ha spiegato qualche giorno fa a un giornale locale la senatrice fittiana Eva Longo – Abbiamo chiesto un incontro, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta”. Insomma, il sostegno non è affatto scontato. Però, più dell’europarlamentare, sarà fondamentale per l’attuale governatore capire se avrà o meno l’appoggio dell’esercito dei cosentiani. Fra Nicola Cosentino e l’attuale governatore non è mai corso buon sangue. E in queste ore circolano con insistenza voci che darebbero i fedelissimi dell’ex parlamentare Cosentino mobilitati su De Luca. Ecco perché alla fine tutto è possibile. E il tutti contro tutti potrebbe riservare sorprese.
Twitter: @GiuseppeFalci