E poi ci sono state le minacce di una vecchia associazione di ex alcolisti riconvertiti all’acqua, alla Fanta, all’Oransoda, alla granatina, alla bissap senegalese, al succo di pompelmo e alla coca light adulterata in Nigeria con foglie di canapa indiana (…) e alla fine c’è stata l’azione terroristica di teppisti assoldati da qualche vecchio stronzo di quartiere nostalgico della residenza di de Gaulle, delle gioie della vita da boy e delle onorificenze per vecchi negri, insomma nostalgici dell’epoca dell’Exposition coloniale e del Bal nègre di Josephine Baker che si dimenava con il gonnellino di banane, e allora tutta questa brava gente ha teso al padrone un agguato senza fine, hanno mandato i loro scagnozzi incappucciati, sono arrivati in piena notte, col cuore di tenebra, sono arrivati con spranghe di ferro di Zanzibar, mazze e randelli da Medioevo cristiano, zagaglie avvelenate dell’epoca di Shaka Zulu, falci e martelli comunisti, catapulte della Guerra dei cent’anni, falcetti gallici, zappe pigmee, molotov del Maggio francese, coupe-coupe ereditati a colpi di machete in Ruanda, fionde della celebre lotta tra Davide e Golia, ma nonostante questo arsenale impressionante nemmeno loro l’hanno spuntata, benché abbiano comunque demolito parte del locale.
Torna in libreria lo scrittore congolese Alain Mabanckou con il suo magnifico inno alla letteratura, Pezzi di vetro, quinto romanzo pubblicato in Italia da 66thand2nd e tradotto da Daniele Petruccioli. Si tratta di un libro denso di riferimenti culturali e storici, sia congolesi e africani, ma anche mondiali, che donano al testo un ritmo musicale, armonico e vivo. Un arzigogolato ed esplosivo viaggio nella quotidianità di Pointe-Noire, un pastiche globalizzato narrato dal bancone di un bar, intriso di ironia, dove fanno la propria comparsa tra le righe, come ricordato nella Nota al testo, Georges Brassens, Tahar Ben Jelloun, Ingmar Bergman, Dino Buzzati, Alfred Hitchcock, Yukio Mishima, Lenin, J.D. Salinger, Mario Vargas Llosa, Tristan Tzara, Boris Vian, solo per citarne alcuni.
Al Credito a morte passa un’umanità composita, allegra e tragica, accomunata da una spiccata propensione alla bottiglia e dalla voglia di raccontare le proprie miserie e nobiltà. Una ricchezza che andrà perduta se nessuno fisserà su carta la storia di questo bar unico al mondo, aperto ogni giorno ventiquattro ore su ventiquattro grazie alla tenacia di Lumaca testarda, fondatore e padrone del leggendario ritrovo. Il compito viene affidato a Pezzi di vetro, cliente storico del locale, ex insegnante elementare amante del vino e delle belle lettere. Quaderno alla mano, sarà lui a raccogliere le confessioni di habitué e gente di passaggio. C’è quello dei Pampers, che prima di essere spedito dalla moglie nel terribile carcere di Makala amava consolarsi con le prostitute del quartiere Rex; il Tipografo, che ha avuto la malaugurata idea di sposare una francese, fonte di ogni sua disgrazia; Rubinetta e Casimir, che si misurano nella gara per la pisciata più lunga. Ma al centro di tutto rimane lui, Pezzi di vetro, capace con la sua prosa colta e popolare di cogliere le debolezze altrui e smascherare questi personaggi da tre soldi È così che la letteratura entra nella vita, anche nella più umile, e i libri si trasformano in parola viva, in un linguaggio universale alla portata di ogni uomo.
La scrittura o la vita, ecco, più di tutto vorrei che mi leggesse dicesse “cos’è questo mercato, quest’ibrido, questo casino, quest’accozzaglia di barbarismi, questo impero dei segni, questo chiacchiericcio, questa caduta nei bassifondi delle belle lettere, cos’è questo starnazzare da cortile, mica è roba seria, e poi non si capisce niente, porca troia, non si sa dove comincia e dove finisce”, e io risponderei malizioso “quest’ibrido è la vita, entrate nella mia caverna, è piena di sporcizia, di marciume, così vedo la vita io, la vostra prosa è una costruzione da falliti pensata per piacere ad altri falliti, e finché i personaggi dei vostri libri si ostineranno a non capire come facciamo noialtri a guadagnarci il pane di ogni notte non esisterà letteratura ma solo masturbazione mentale, vi capirete solo tra di voi, come asini che se la cantano e se la suonano”.
Lorenzo Mazzoni
Scrittore e insegnante
Cultura - 2 Marzo 2015
‘Pezzi di vetro’: il tributo di Alain Mabanckou alla letteratura, alla vita e all’Africa
E poi ci sono state le minacce di una vecchia associazione di ex alcolisti riconvertiti all’acqua, alla Fanta, all’Oransoda, alla granatina, alla bissap senegalese, al succo di pompelmo e alla coca light adulterata in Nigeria con foglie di canapa indiana (…) e alla fine c’è stata l’azione terroristica di teppisti assoldati da qualche vecchio stronzo di quartiere nostalgico della residenza di de Gaulle, delle gioie della vita da boy e delle onorificenze per vecchi negri, insomma nostalgici dell’epoca dell’Exposition coloniale e del Bal nègre di Josephine Baker che si dimenava con il gonnellino di banane, e allora tutta questa brava gente ha teso al padrone un agguato senza fine, hanno mandato i loro scagnozzi incappucciati, sono arrivati in piena notte, col cuore di tenebra, sono arrivati con spranghe di ferro di Zanzibar, mazze e randelli da Medioevo cristiano, zagaglie avvelenate dell’epoca di Shaka Zulu, falci e martelli comunisti, catapulte della Guerra dei cent’anni, falcetti gallici, zappe pigmee, molotov del Maggio francese, coupe-coupe ereditati a colpi di machete in Ruanda, fionde della celebre lotta tra Davide e Golia, ma nonostante questo arsenale impressionante nemmeno loro l’hanno spuntata, benché abbiano comunque demolito parte del locale.
Torna in libreria lo scrittore congolese Alain Mabanckou con il suo magnifico inno alla letteratura, Pezzi di vetro, quinto romanzo pubblicato in Italia da 66thand2nd e tradotto da Daniele Petruccioli. Si tratta di un libro denso di riferimenti culturali e storici, sia congolesi e africani, ma anche mondiali, che donano al testo un ritmo musicale, armonico e vivo. Un arzigogolato ed esplosivo viaggio nella quotidianità di Pointe-Noire, un pastiche globalizzato narrato dal bancone di un bar, intriso di ironia, dove fanno la propria comparsa tra le righe, come ricordato nella Nota al testo, Georges Brassens, Tahar Ben Jelloun, Ingmar Bergman, Dino Buzzati, Alfred Hitchcock, Yukio Mishima, Lenin, J.D. Salinger, Mario Vargas Llosa, Tristan Tzara, Boris Vian, solo per citarne alcuni.
Al Credito a morte passa un’umanità composita, allegra e tragica, accomunata da una spiccata propensione alla bottiglia e dalla voglia di raccontare le proprie miserie e nobiltà. Una ricchezza che andrà perduta se nessuno fisserà su carta la storia di questo bar unico al mondo, aperto ogni giorno ventiquattro ore su ventiquattro grazie alla tenacia di Lumaca testarda, fondatore e padrone del leggendario ritrovo. Il compito viene affidato a Pezzi di vetro, cliente storico del locale, ex insegnante elementare amante del vino e delle belle lettere. Quaderno alla mano, sarà lui a raccogliere le confessioni di habitué e gente di passaggio. C’è quello dei Pampers, che prima di essere spedito dalla moglie nel terribile carcere di Makala amava consolarsi con le prostitute del quartiere Rex; il Tipografo, che ha avuto la malaugurata idea di sposare una francese, fonte di ogni sua disgrazia; Rubinetta e Casimir, che si misurano nella gara per la pisciata più lunga. Ma al centro di tutto rimane lui, Pezzi di vetro, capace con la sua prosa colta e popolare di cogliere le debolezze altrui e smascherare questi personaggi da tre soldi È così che la letteratura entra nella vita, anche nella più umile, e i libri si trasformano in parola viva, in un linguaggio universale alla portata di ogni uomo.
La scrittura o la vita, ecco, più di tutto vorrei che mi leggesse dicesse “cos’è questo mercato, quest’ibrido, questo casino, quest’accozzaglia di barbarismi, questo impero dei segni, questo chiacchiericcio, questa caduta nei bassifondi delle belle lettere, cos’è questo starnazzare da cortile, mica è roba seria, e poi non si capisce niente, porca troia, non si sa dove comincia e dove finisce”, e io risponderei malizioso “quest’ibrido è la vita, entrate nella mia caverna, è piena di sporcizia, di marciume, così vedo la vita io, la vostra prosa è una costruzione da falliti pensata per piacere ad altri falliti, e finché i personaggi dei vostri libri si ostineranno a non capire come facciamo noialtri a guadagnarci il pane di ogni notte non esisterà letteratura ma solo masturbazione mentale, vi capirete solo tra di voi, come asini che se la cantano e se la suonano”.
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Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Desidero esprimere la mia totale solidarietà al Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, professionista di comprovata competenza e integrità, recentemente bersaglio di un attacco inaccettabile da parte del Senatore Zaffini. Non dovrebbe essere necessario ricordare che la Fondazione GIMBE svolge un ruolo essenziale nel garantire analisi indipendenti e basate su evidenze scientifiche nel settore della sanità pubblica. Analisi che non solo aiutano l’opinione pubblica a comprendere la realtà dei fatti, ma forniscono strumenti indispensabili proprio a noi parlamentari per svolgere il nostro lavoro con cognizione di causa". Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso.
Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.