Perdite di esercizio “artificiosamente occultate” per ottenere finanziamenti dalle banche nonostante i conti in rosso, e un danno erariale da 40 milioni di euro. Si chiudono con una segnalazione alla Procura regionale della Corte dei Conti e tre denunce le indagini coordinate dal pubblico ministero modenese Katia Marino sulla Sgp Srl, la Società Gestioni Patrimoniali di Sassuolo, in provincia di Modena, che, a totale partecipazione pubblica, dal 2005 gestisce il patrimonio del Comune “e tutti i servizi connessi”. Nei guai, un dirigente del Municipio, accusato di abuso d’ufficio per aver firmato, secondo gli inquirenti, lettere di patronage a garanzia dei mutui contratti da Sgp con diversi istituti di credito, emesse senza previa deliberazione del consiglio comunale, così come previsto dal Testo unico sugli Enti Locali, e due amministratori pro tempore della Sgp, per i quali, invece, l’ipotesi di reato è falso in bilancio.
Al centro dell’inchiesta, condotta dalla Procura di Modena in collaborazione con le Fiamme Gialle, i bilanci della società, che secondo gli inquirenti sarebbero stati manomessi proprio per via dei debiti milionari accumulati negli anni da Sgp, e culminati, nel 2013, con una perdita di oltre 23 milioni di euro. La vicenda della Società Gestioni, infatti, inizia nel 2005, quando la Srl venne fondata con il Comune di Sassuolo come unico socio. Alla nuova partecipata, quindi, nel tempo furono trasferiti, in proprietà o in gestione, con l’obiettivo di ottimizzarne la redditività, beni appartenenti all’ente locale per un valore complessivo di circa 400 milioni di euro, nonché l’amministrazione dei servizi pubblici locali, e la manutenzione di strade, parchi, aree verdi, cimiteri, scuole, energia, case popolari, gas, ciclo idrico integrato, uffici pubblici e parcheggi. Tra il 2005 e il 2009, ricostruisce il Pd di Sassuolo, oggi alla guida della città con il sindaco Claudio Pistoni, dopo un quinquennio di governo di centrodestra con l’ex primo cittadino Luca Caselli, “oltre alla normale gestione, vennero inoltre effettuati circa 60 milioni di euro di investimenti”.
Finché, negli ultimi cinque anni, per la Sgp sono iniziati i guai finanziari. “La società – scrivono i Democratici in una nota pubblicata su Facebook – non ha avuto una sua sostenibilità economica, e dal 2009 al 2013 (ai tempi del governo Caselli) il Comune si è sottratto completamente al pagamento dei servizi essenziali, al punto che Sgp ha iniziato a perdere risorse di anno in anno, accumulando debiti anche nei confronti dei fornitori”. In tutto, 86,2 milioni di euro, con 23 milioni persi solo nel 2013. “Tanto da indurre – scrive la Guardia di Finanza – gli organi societari a presentare (il 23 dicembre 2013) al Tribunale di Modena la richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità, ai sensi dell’art. 160 e seguenti della legge fallimentare”.
Ed è proprio alle vicende che hanno portato la Sgp a uno stato d’insolvenza che sono collegate, spiegano gli inquirenti, le ipotesi di reato contestate al dirigente comunale e ai due amministratori della società. Per gestire il patrimonio immobiliare, infatti, dovevano essere effettuati diversi interventi, sia relativi alla costruzione di nuovi impianti, sia di manutenzione, per i quali però Sgp non aveva le risorse. Così erano stati accesi finanziamenti con diversi istituti di credito, per importi superiori ai 50 milioni euro. Secondo gli investigatori, però, “al fine di agevolare l’ottenimento dei necessari finanziamenti, i manager di Sgp Srl avrebbero artificiosamente occultato, a partire dall’anno 2006, le perdite d’esercizio conseguite dalla società che, in assenza di adeguate risorse in entrata, avrebbero già dovuto naturalmente emergere dai bilanci societari, fin dai primi anni di gestione del patrimonio comunale”.
Una falsa rappresentazione contabile, insomma, che sopravvalutava il valore delle immobilizzazioni nascondendo, al contempo, le perdite conseguite in ogni singolo esercizio, così che i conti in rosso della società non impedissero a Sgp di ricorrere, in maniera abusiva, al credito. Ottenuto anche attraverso alcune lettere di patronage, scrive in una nota la Finanza, “assimilabili a vere e proprie garanzie fideiussorie, emesse a firma del dirigente pro tempore dei servizi finanziari del Comune di Sassuolo senza che fosse intervenuta alcuna preventiva delibera da parte del Consiglio Comunale, così come previsto dall’art. 207 del Testo Unico sugli Enti Locali, esponendo quindi l’ente locale garante al rischio di escussione in caso di insolvenza della società debitrice”. A chiusura delle indagini, inoltre, sempre la Guardia di Finanza di Modena ha anche provveduto ad inviare, a carico dei soggetti denunciati, una segnalazione alla Procura regionale della Corte dei Conti, “ravvisando un potenziale danno erariale per un valore superiore ai 40 milioni di euro in detrimento del Comune di Sassuolo”, pari al residuo dei debiti contratti da Sgp nei confronti degli istituti di credito finanziatori.