Fondi raccolti per fare beneficenza usati per pagare le stelle del calcio mondiale, frode fiscale e riciclaggio di denaro proveniente dai traffici di droga dei cartelli messicani. Sono queste le ipotesi di reato per le quali sono partite due indagini separate condotte dall’Unità operativa centrale della Guardia Civil spagnola e dalla Dea, l’antidroga statunitense, che hanno per oggetto la Fondazione Leo Messi. Secondo quanto riportano Der Spiegel ed El Mundo, allo studio degli investigatori ci sono i movimenti di denaro intorno alle partite di calcio “Messi & Friends”, sfide benefiche tra famose all-star amiche del campione argentino e selezioni provenienti da tutto il mondo.
Versamenti su conti ai Caraibi e 250mila euro ai calciatori
I prezzi dei biglietti per vedere il campione blaugrana e i suoi compagni dare spettacolo sui prati verdi di Stati Uniti, Messico e Sud America arrivavano a costare fino a 2.500 dollari. Incassi milionari che sarebbero dovuti servire, una volta coperte le spese organizzative dell’evento, a finanziare associazioni che si occupano di aiutare i rifugiati siriani in Giordania e i bambini affetti da malattie incurabili in Argentina. Secondo la Guardia Civil, che ha avviato le indagini circa un anno fa, una parte di questi soldi non è stata donata, ma è servita a pagare le stelle che si sono prestate all’iniziativa della “Pulce” argentina. L’attenzione degli investigatori si è concentrata soprattutto su 1,3 milioni di dollari che sono stati versati su un conto della Carribean Nationa Bank di Curaçao, un paradiso fiscale.
Il personaggio chiave: Guillermo Marin
Personaggio chiave delle indagini, continua Der Spiegel, è Guillermo Marin, una delle più importanti figure nell’organizzazione di grandi eventi in Sud America e amico del campione argentino e del padre, Jorge Oracio Messi, entrambi già indagati per evasione fiscale. Marin, che ha acquistato dalla Fondazione i diritti di marketing delle edizioni 2012 e 2013 per poi rivenderli ai singoli organizzatori locali, ha ammesso l’esistenza e il versamento dei soldi nel conto caraibico, anche se non ha detto agli investigatori a chi fossero effettivamente destinati e non ha dato conto dei restanti 6,6 milioni di dollari che sono stati guadagnati grazie agli eventi del 2013.
Interrogati i top player
L’uomo, interrogato dagli investigatori come anche i calciatori Pinto, Daniel Alves e Mascherano, ha negato che parte di quei soldi sia stata usata per pagare le stelle che ogni anno prendono parte all’evento, compreso il numero dieci blaugrana. A smentirlo, però, ci sarebbero una serie di conversazioni mail, in mano a Der Spiegel, tra Imagen Deportiva, azienda di proprietà di Marin, e il manager dell’attaccante polacco Robert Lewandowski, Maik Barthel, in cui l’azienda si presenta come “responsabile dell’organizzazione delle partite di Lionel Messi sotto lo slogan Messi & Friends”. Nelle mail, l’azienda invita il calciatore del Bayern Monaco a partecipare all’evento in cambio di volo e rimborso spese pagati e di 30mila euro, “una somma di denaro da intendere come compenso”. Offerta che, dopo i ripetuti rifiuti del manager dell’attaccante, lieviterà fino a 250mila euro.
Messi & Friends, la Dea cerca i soldi dei cartelli colombiani
Non sono solo gli investigatori della Guardia Civil spagnola, però, ad aver messo gli occhi sulla fondazione di Lionel Messi. La Dea americana, riporta El Mundo, sta infatti verificando i movimenti di denaro effettuati da quattro imprenditori, tutti di nazionalità colombiana, responsabili dell’organizzazione degli eventi e che, secondo le autorità, sarebbero legati al cartello messicano dei Los Valencias. L’ipotesi degli investigatori è che la Fondazione possa essere il mezzo attraverso il quale i trafficanti centroamericani riciclano i soldi sporchi provenienti dal traffico di stupefacenti. La Dea si sta concentrando soprattutto sui contatti avuti dai quattro imprenditori coilombiani in occasione della partita organizzata a Cancùn, nel 2012, tra la formazione capitanata da Lionel Messi e le Stelle del Messico.
Twitter: @GianniRosini
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Messi, fondazione nei guai: “Frode fiscale e riciclaggio di proventi del narcotraffico”
La Guardia Civil spagnola e la Dea, l’antidroga statunitense, indagano sui movimenti di denaro intorno alle partite di calcio “Messi & Friends”, sfide benefiche tra famose all-star amiche del campione argentino e selezioni provenienti da tutto il mondo. Tra le accuse anche l'aver usato fondi raccolti per beneficenza usati per pagare le stelle del calcio mondiale
Fondi raccolti per fare beneficenza usati per pagare le stelle del calcio mondiale, frode fiscale e riciclaggio di denaro proveniente dai traffici di droga dei cartelli messicani. Sono queste le ipotesi di reato per le quali sono partite due indagini separate condotte dall’Unità operativa centrale della Guardia Civil spagnola e dalla Dea, l’antidroga statunitense, che hanno per oggetto la Fondazione Leo Messi. Secondo quanto riportano Der Spiegel ed El Mundo, allo studio degli investigatori ci sono i movimenti di denaro intorno alle partite di calcio “Messi & Friends”, sfide benefiche tra famose all-star amiche del campione argentino e selezioni provenienti da tutto il mondo.
Versamenti su conti ai Caraibi e 250mila euro ai calciatori
I prezzi dei biglietti per vedere il campione blaugrana e i suoi compagni dare spettacolo sui prati verdi di Stati Uniti, Messico e Sud America arrivavano a costare fino a 2.500 dollari. Incassi milionari che sarebbero dovuti servire, una volta coperte le spese organizzative dell’evento, a finanziare associazioni che si occupano di aiutare i rifugiati siriani in Giordania e i bambini affetti da malattie incurabili in Argentina. Secondo la Guardia Civil, che ha avviato le indagini circa un anno fa, una parte di questi soldi non è stata donata, ma è servita a pagare le stelle che si sono prestate all’iniziativa della “Pulce” argentina. L’attenzione degli investigatori si è concentrata soprattutto su 1,3 milioni di dollari che sono stati versati su un conto della Carribean Nationa Bank di Curaçao, un paradiso fiscale.
Il personaggio chiave: Guillermo Marin
Personaggio chiave delle indagini, continua Der Spiegel, è Guillermo Marin, una delle più importanti figure nell’organizzazione di grandi eventi in Sud America e amico del campione argentino e del padre, Jorge Oracio Messi, entrambi già indagati per evasione fiscale. Marin, che ha acquistato dalla Fondazione i diritti di marketing delle edizioni 2012 e 2013 per poi rivenderli ai singoli organizzatori locali, ha ammesso l’esistenza e il versamento dei soldi nel conto caraibico, anche se non ha detto agli investigatori a chi fossero effettivamente destinati e non ha dato conto dei restanti 6,6 milioni di dollari che sono stati guadagnati grazie agli eventi del 2013.
Interrogati i top player
L’uomo, interrogato dagli investigatori come anche i calciatori Pinto, Daniel Alves e Mascherano, ha negato che parte di quei soldi sia stata usata per pagare le stelle che ogni anno prendono parte all’evento, compreso il numero dieci blaugrana. A smentirlo, però, ci sarebbero una serie di conversazioni mail, in mano a Der Spiegel, tra Imagen Deportiva, azienda di proprietà di Marin, e il manager dell’attaccante polacco Robert Lewandowski, Maik Barthel, in cui l’azienda si presenta come “responsabile dell’organizzazione delle partite di Lionel Messi sotto lo slogan Messi & Friends”. Nelle mail, l’azienda invita il calciatore del Bayern Monaco a partecipare all’evento in cambio di volo e rimborso spese pagati e di 30mila euro, “una somma di denaro da intendere come compenso”. Offerta che, dopo i ripetuti rifiuti del manager dell’attaccante, lieviterà fino a 250mila euro.
Messi & Friends, la Dea cerca i soldi dei cartelli colombiani
Non sono solo gli investigatori della Guardia Civil spagnola, però, ad aver messo gli occhi sulla fondazione di Lionel Messi. La Dea americana, riporta El Mundo, sta infatti verificando i movimenti di denaro effettuati da quattro imprenditori, tutti di nazionalità colombiana, responsabili dell’organizzazione degli eventi e che, secondo le autorità, sarebbero legati al cartello messicano dei Los Valencias. L’ipotesi degli investigatori è che la Fondazione possa essere il mezzo attraverso il quale i trafficanti centroamericani riciclano i soldi sporchi provenienti dal traffico di stupefacenti. La Dea si sta concentrando soprattutto sui contatti avuti dai quattro imprenditori coilombiani in occasione della partita organizzata a Cancùn, nel 2012, tra la formazione capitanata da Lionel Messi e le Stelle del Messico.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".