Lo cercavano addirittura in Spagna, in Germania e in Olanda. Depistaggi, furberie e comunicazioni artefatte, messe in scena, da familiari e conoscenti con il preciso scopo di allontanare i segugi della Squadra mobile della Questura di Napoli dal quartiere Secondigliano. Il boss è furbo, attento ed esperto. Sa come ragionano gli sbirri. Non fa passi falsi. La sua è una latitanza che somiglia a una partita a scacchi: silenzi, ragionamenti, mosse e contromosse.
Vincenzo Pariante, 63 anni, uno dei protagonisti e registi della prima faida di Scampia, non si era mai mosso dal suo rione del Monterosa. Protetto da una rete di complici teneva a bada le forze dell’ordine e muoveva da “invisibile” le leve del clan.
E’ stata un’intuizione, un particolare a mettere la pulce nell’orecchio agli inquirenti. Quando gli agenti hanno bussato alla porta del suo appartamento, i familiari, in tutti i modi, hanno preso tempo. Manciate di minuti per consentire al latitante di nascondersi. Niente botola sottorranea, cunicolo segreto o fuga disperata sui tetti dei palazzi a spuntatore. E’ stato senza respirare, in apnea, rannicchiato tra la rete e il materasso del divanto del soggiorno di casa. Proprio così, il pregiudicato, si è imbucato, mimetizzato nell’arredamento della propria abitazione. E così pensava di farla franca. Ma i poliziotti della Squadra mobile diretta da Fausto Lamparelli sono stati pazienti ed hanno atteso.
Le informazioni erano precise: Vincenzo Pariante è rientrato nel suo appartamento per andare da sua moglie. Una manciata di minuti e il funzionario – una volta scovato – l’ha invitato ad uscire con le mani bene in vista. Calmo, serafico, con un sorriso da ebete si è complimentato con gli agenti mentre gli stringevano ai polsi le manette. Vincenzo Pariante è un personaggio di spessore della camorra partenopea, latitante da due anni, deve scontare un ergastolo per il duplice omicidio di Fulvio Montanino e lo zio Claudio Salierno, entrambi legati alla cosca del boss Paolo Di Lauro, Ciruzzo ‘o milionario.
Era il 28 ottobre del 2004. Una data che segna l’inizio della sanguinosa guerra di camorra a Napoli tra gli scissionisti e i dilauriani. Resteranno sul selciato oltre 70 morti e tra loro tragicamente anche persone che nulla avevano a che fare con la criminalità. Come l’uccisione di Antonio Landieri, 25 anni, scambiato per uno spacciatore dei “Sette Palazzi” a Scampia. Addirittura – come di frequente è accaduto – inizialmente il giovane venne dipinto come un criminale. Poi è toccato a Gelsomina Verde, appena 22 anni, sequestrata, torturata e uccisa a revolverate e poi bruciata nella sua auto per non aver svelato il nascondino di un suo amico. Informazioni che Mina neppure conosceva. Paga l’ennesimo errore di persona, anche Attilio Romanò, 29 anni. Poi c’è la vicenda di Carmela Attrice, 47 anni, ammazzata alle Case Celesti da ragazzini che aveva visto crescere perchè tenta di fermarli nel loro intento di sicari per proteggere il figlio scissionista e quindi traditore.
Una faida all’interno della cosca provocata dalla ribellione della vecchia guardia contro l’intento dei figli di Ciruzzo ‘ o milionario in particolare Cosimo di svecchiare il clan. Una guerra nel cuore di una città italiana, tra il silenzio e la convivenza di un altro pezzo di città. Con l’arresto di Vincenzo Pariante, suo fratello Rosario (ora collaboratore di giustizia) è assicurato alla giustizia uno dei protagonisti assoluti della mattanza partenopea che fece piombare Napoli tra il 2004 e 2006 in un inferno criminale.
Un’onta che ha infangato una intera metropoli agli occhi del mondo e seminato lutti non ancora del tutto elaborati. Ma anche mostrato un volto della città spietato e lucubre dove il sistema di potere della camorra diventa in alcuni quartieri e comuni dell’hinterland dominante in modo assoluto. Proprio da quelle vicende pulp di pura e agghiacciante violenza e crudeltà ha preso le mosse il best seller “Gomorra” dello scrittore Roberto Saviano, l’omonimo film, la serie e la pièce teatrale di Mario Gelardi.
Una denuncia forte che insieme allo spaccato sul potere dei Casalesi ha posto lo Stato di fronte a una cruda realtà. Sembravano storie di non ritorno, maledizioni, destino ineluttabile ma l’impegno di valorosi magistrati, il grande lavoro degli apparati investigativi e delle forze dell’ordine e di chi con coraggio e spirito civico ha denunciato e testimoniato (pochi) ha posto fine alla follia camorrista. I capi sono dietro le sbarre con condanne definitive. Quasi tutti.
Manca all’appello Marco Di Lauro, 34 anni, il quarto figlio del padrino Ciruzzo ‘o milionario, latitante da 14 anni, è finito nell’elenco dei ricercati più pericolosi a livello nazionale e internazionale. I pentiti lo indicano come il mandante di quattro omocidi e pende sul suo capo una condanna all’ergastolo per l’uccisione di Attilio Romanò, vittima innocente della faida. Attento e scaltro ha imparato alla perfezione il mantra del padre. E’ un invisibile ben visibile e presente per il suo clan. E’ tra i protagonisti della cosiddetta seconda faida di Scampia, una sorta di rivincita-vendetta armata contro gli scissionisti per riconquistare spazi nello spaccio di droga. Ecco quando finirà dietro le sbarre forse i conti saranno chiusi definitivamente con una stagione di sangue, dolore e estrema crudeltà.
@arnaldcapezzuto
Arnaldo Capezzuto
Giornalista
Mafie - 10 Marzo 2015
Faida di Scampia, caccia ai fantasmi della camorra
Lo cercavano addirittura in Spagna, in Germania e in Olanda. Depistaggi, furberie e comunicazioni artefatte, messe in scena, da familiari e conoscenti con il preciso scopo di allontanare i segugi della Squadra mobile della Questura di Napoli dal quartiere Secondigliano. Il boss è furbo, attento ed esperto. Sa come ragionano gli sbirri. Non fa passi falsi. La sua è una latitanza che somiglia a una partita a scacchi: silenzi, ragionamenti, mosse e contromosse.
Vincenzo Pariante, 63 anni, uno dei protagonisti e registi della prima faida di Scampia, non si era mai mosso dal suo rione del Monterosa. Protetto da una rete di complici teneva a bada le forze dell’ordine e muoveva da “invisibile” le leve del clan.
E’ stata un’intuizione, un particolare a mettere la pulce nell’orecchio agli inquirenti. Quando gli agenti hanno bussato alla porta del suo appartamento, i familiari, in tutti i modi, hanno preso tempo. Manciate di minuti per consentire al latitante di nascondersi. Niente botola sottorranea, cunicolo segreto o fuga disperata sui tetti dei palazzi a spuntatore. E’ stato senza respirare, in apnea, rannicchiato tra la rete e il materasso del divanto del soggiorno di casa. Proprio così, il pregiudicato, si è imbucato, mimetizzato nell’arredamento della propria abitazione. E così pensava di farla franca. Ma i poliziotti della Squadra mobile diretta da Fausto Lamparelli sono stati pazienti ed hanno atteso.
Le informazioni erano precise: Vincenzo Pariante è rientrato nel suo appartamento per andare da sua moglie. Una manciata di minuti e il funzionario – una volta scovato – l’ha invitato ad uscire con le mani bene in vista. Calmo, serafico, con un sorriso da ebete si è complimentato con gli agenti mentre gli stringevano ai polsi le manette. Vincenzo Pariante è un personaggio di spessore della camorra partenopea, latitante da due anni, deve scontare un ergastolo per il duplice omicidio di Fulvio Montanino e lo zio Claudio Salierno, entrambi legati alla cosca del boss Paolo Di Lauro, Ciruzzo ‘o milionario.
Era il 28 ottobre del 2004. Una data che segna l’inizio della sanguinosa guerra di camorra a Napoli tra gli scissionisti e i dilauriani. Resteranno sul selciato oltre 70 morti e tra loro tragicamente anche persone che nulla avevano a che fare con la criminalità. Come l’uccisione di Antonio Landieri, 25 anni, scambiato per uno spacciatore dei “Sette Palazzi” a Scampia. Addirittura – come di frequente è accaduto – inizialmente il giovane venne dipinto come un criminale. Poi è toccato a Gelsomina Verde, appena 22 anni, sequestrata, torturata e uccisa a revolverate e poi bruciata nella sua auto per non aver svelato il nascondino di un suo amico. Informazioni che Mina neppure conosceva. Paga l’ennesimo errore di persona, anche Attilio Romanò, 29 anni. Poi c’è la vicenda di Carmela Attrice, 47 anni, ammazzata alle Case Celesti da ragazzini che aveva visto crescere perchè tenta di fermarli nel loro intento di sicari per proteggere il figlio scissionista e quindi traditore.
Una faida all’interno della cosca provocata dalla ribellione della vecchia guardia contro l’intento dei figli di Ciruzzo ‘ o milionario in particolare Cosimo di svecchiare il clan. Una guerra nel cuore di una città italiana, tra il silenzio e la convivenza di un altro pezzo di città. Con l’arresto di Vincenzo Pariante, suo fratello Rosario (ora collaboratore di giustizia) è assicurato alla giustizia uno dei protagonisti assoluti della mattanza partenopea che fece piombare Napoli tra il 2004 e 2006 in un inferno criminale.
Un’onta che ha infangato una intera metropoli agli occhi del mondo e seminato lutti non ancora del tutto elaborati. Ma anche mostrato un volto della città spietato e lucubre dove il sistema di potere della camorra diventa in alcuni quartieri e comuni dell’hinterland dominante in modo assoluto. Proprio da quelle vicende pulp di pura e agghiacciante violenza e crudeltà ha preso le mosse il best seller “Gomorra” dello scrittore Roberto Saviano, l’omonimo film, la serie e la pièce teatrale di Mario Gelardi.
Una denuncia forte che insieme allo spaccato sul potere dei Casalesi ha posto lo Stato di fronte a una cruda realtà. Sembravano storie di non ritorno, maledizioni, destino ineluttabile ma l’impegno di valorosi magistrati, il grande lavoro degli apparati investigativi e delle forze dell’ordine e di chi con coraggio e spirito civico ha denunciato e testimoniato (pochi) ha posto fine alla follia camorrista. I capi sono dietro le sbarre con condanne definitive. Quasi tutti.
Manca all’appello Marco Di Lauro, 34 anni, il quarto figlio del padrino Ciruzzo ‘o milionario, latitante da 14 anni, è finito nell’elenco dei ricercati più pericolosi a livello nazionale e internazionale. I pentiti lo indicano come il mandante di quattro omocidi e pende sul suo capo una condanna all’ergastolo per l’uccisione di Attilio Romanò, vittima innocente della faida. Attento e scaltro ha imparato alla perfezione il mantra del padre. E’ un invisibile ben visibile e presente per il suo clan. E’ tra i protagonisti della cosiddetta seconda faida di Scampia, una sorta di rivincita-vendetta armata contro gli scissionisti per riconquistare spazi nello spaccio di droga. Ecco quando finirà dietro le sbarre forse i conti saranno chiusi definitivamente con una stagione di sangue, dolore e estrema crudeltà.
@arnaldcapezzuto
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Parigi, 8 gen. (Adnkronos) - I funerali di Jean-Marie Le Pen si terranno sabato 11 gennaio a La Trinité-sur-Mer, nel Morbihan, "nell'intimità della famiglia". È quanto ha annunciato questa mattina Louis Aliot, vicepresidente del Rassemblement National (RN) e sindaco di Perpignan, intervenendo a 'Bonjour! La matinale' su TF1, dove ha confermato la notizia di Ouest-France. Jean-Marie Le Pen era nato nel 1928 nella casa di famiglia a Trinité-sur-Mer. Invitato ad intervenire a poche ore dall'atterraggio a Parigi con Marine Le Pen al termine di un viaggio di tre giorni a Mayotte per visitare le vittime del ciclone Chido, Aliot ha confermato che la figlia del cofondatore del Front National ha effettivamente appreso della morte del padre dalla stampa. "Fa parte degli alti e bassi di una vita politica intensa, perché non è andata a Mayotte in vacanza", ha tenuto a sottolineare Louis Aliot.
Bari, 08 gen. - (Adnkronos) - Ha tentato il sequestro di una bambina di 2 anni ma è stato arrestato dai carabinieri a Bari. e' acaduto nel pomeriggio di giovedì 2 gennaio. In manette, in flagranza di reato, è finito un uomo di 35 anni, barese, già noto alle Forze dell’Ordine per reati contro la persona e il patrimonio. I militari, impegnati nel servizio di 'carabiniere di quartiere', in Via dei Mille, sono stati allertati dalle urla di una donna, che indicava un uomo in fuga a bordo di una bicicletta. Dopo un breve inseguimento, i carabinieri hanno bloccato il 35enne e hanno ricostruito quanto accaduto. La donna, ancora in stato di agitazione, ha raccontato che mentre stava passeggiando in via Michele de Napoli portando con sé la figlia di 2 anni, è stata raggiunta da un uomo a bordo di una bici, il quale, dopo esserne sceso repentinamente, avrebbe afferrato la bambina per un braccio tentando di allontanarsi. Avrebbe desistito solo dopo l’arrivo di alcuni passanti che lo hanno messo in fuga. I racconti della giovane madre e dei testimoni hanno portato ad acquisire quello che viene considerato dagli investigatori "un solido quadro probatorio" da fornire al Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Bari e ad arrestare l’uomo. L’arresto è stato successivamente convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari. I genitori della piccola, di 40 e 28 anni, hanno potuto riabbracciare la figlia che non ha avuto necessità di ricorrere alle cure dei sanitari.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - In Germania gli ordini in entrata reali (al netto dei prezzi) nel settore manifatturiero sono diminuiti del 5,4% a novembre 2024 rispetto a ottobre 2024 secondo le informazioni preliminari dell'Ufficio federale di statistica Destatis. Tuttavia, senza considerare gli ordini di grandi dimensioni, gli ordini in entrata sono stati dello 0,2% in più rispetto al mese precedente. Il fattore decisivo per l’andamento negativo degli ordini in entrata nel settore manifatturiero nel novembre 2024 rispetto al mese precedente sono stati i grandi ordini nel settore della costruzione di altri veicoli (aerei, navi, treni, veicoli militari) nell’ottobre 2024. Questo elevato volume di grandi ordini non si è concretizzato nel novembre 2024.
Caracas, 8 gen. (Adnkronos) - Nicolás Maduro ha annunciato l’attivazione dei cosiddetti “organismi di gestione integrale” (Odis), una struttura che centralizza il potere politico, le Forze Armate, la Milizia Nazionale Bolivariana, le forze di polizia e i gruppi comunitari, con la motivazione di “difendere la pace” nei giorni che precedono il 10 gennaio, data in cui intende prestare giuramento e insediarsi per il suo terzo mandato da presidente del Venezuela.
In un evento tenutosi al Palazzo Miraflores, Maduro, indossando un'uniforme militare, ha annunciato la creazione di queste strutture tramite decreto. Si è inoltre autoproclamato comandante supremo di questa fusione politico-militare. Definendola un’iniziativa di difesa globale, Maduro ha descritto l’Odis come un “organismo superiore” che opererà a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica e comunitaria. “L’attivazione dell’Odis garantirà la vittoria esemplare della pace ”, ha assicurato Maduro.
Berlino, 8 gen. (Adnkronos/Dpa) - Le vendite al dettaglio in Germania sono cresciute più del previsto a novembre, poiché i consumatori hanno anticipato i loro acquisti natalizi per approfittare delle promozioni speciali durante il Black Friday, secondo i dati di Destatis pubblicati oggi. I rivenditori hanno realizzato il 2,5% in più di vendite rispetto a novembre 2023, meglio della crescita prevista dell’1,9%. Tuttavia, le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,6% su base mensile, smentendo le aspettative di una crescita dello 0,5%. Nell’intero anno 2024, le vendite al dettaglio sono aumentate dell’1,3% in termini reali rispetto all’anno precedente.
Pordenone, 8 gen. (Adnkronos) - Ha nascosto 20mila euro nei pannolini della nipote e cocaina nei porta sorprese degli ovetti di cioccolata. I finanzieri del comando provinciale di Pordenone hanno denunciato uno spacciatore albanese, privo di permesso di soggiorno, sequestrandogli 10 grammi di cocaina e quasi 22mila euro in contanti.
Nell’ambito del controllo economico del territorio, le fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pordenone hanno fermato e controllato un'auto, condotta da un albanese, trovando, dietro una bocchetta dell’aria, un porta sorpresa usato per gli ovetti di cioccolata, con all’interno 7 dosi di cocaina, per un totale di 10 grammi.
Trovati anche oltre 2mila euro in banconote di piccolo taglio, le fiamme gialle pordenonesi, con la collaborazione di una unità cinofila trevigiana, hanno proceduto alla perquisizione dell’abitazione dell’uomo, in provincia di Treviso. I finanzieri hanno scoperto 19.850 euro, avvolti in quattro pannolini per bambini, gettati, insieme a quelli usati dalla nipotina, nel cestino del bagno. Droga e denaro sono stati sequestrati e l’uomo, privo anche di regolare permesso di soggiorno, è stato denunciato alla procura della Repubblica di Pordenone per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato e spaccio di sostanze stupefacenti.
Washington, 7 gen. (Adnkronos) - Due dei 37 condannati a morte federali graziati da Joe Biden rifiutano l'atto di clemenza, che commuta la sentenza in ergastolo ostativo. Shannon Agofsky e Len Davis, entrambi detenuti nel penitenziario federale di Terre Haute, in Indiana, hanno infatti presentato un ricorso d'emergenza per bloccare la commutazione della pena, sostenendo che accettarla renderebbe più difficile il già arduo cammino dei loro appelli per avere riconosciuta la loro dichiarata innocenza.
Nei loro ricorsi, riporta oggi Nbc, i due condannati infatti sostengono che commutando la pena di morte in ergastolo i loro casi perderebbero di "attenzione" riservata ai casi di pena capitale. Ma secondo il costituzionalista Dan Kobil, della Capital University Law School di Columbus, in Ohio, i due detenuti hanno poche possibilità di successo nel loro tentativo di rifiutare la grazia di Biden. Una sentenza del 1927 della Corte Suprema infatti stabilisce che il presidente ha il potere di concedere grazie e commutazioni di pena "e il consenso del condannato non è richiesto".