Si è partiti lunedì 9 Marzo: volo da Abu Dhabi sopra il golfo dell’Oman con destinazione Muscat. Prima tappa, 13 ore. Tutto bene. Oggi si parte per l’India, volo su Ahmedabad passando per il mar Arabico. Si prevede che il giro del mondo venga completato per luglio.
Solar Impulse 2 è composto di 17,000 celle solari ed è fatto con fibre di carbonio e di un materiale speciale misto fra polimeri e carta. Il tutto viene alimentato da batterie al litio. L’aviazione al sole è già in sperimentazione da vari anni ed un primo prototipo, il Solar Impulse 1, ha già attraversato gli Usa nel 2012. Ma il giro del mondo è molto più complesso e ha portato alla costruzione di un nuovo modello, più grande e sofisticato. Il Solar Impulse 2 è all’avanguardia non solo per il concetto, ma anche per il design: ha una apertura alare più grande di un “Jumbo Jet” Boeing 747 e pesa molto di meno: 2 tonnellate contro 150.
Il pezzo più difficile sarà il volo sul Pacifico: si prevedono cinque giorni e cinque notti di volo. Non sarà facile: l’aereo è piccolo, gli spazi angusti, non si dormirà molto. Ma se il tutto verrà completato sarà la prima volta in assoluto che si riesce a fare il giro del mondo su un aereo al sole.
I piloti sono Andre Borschbeg e Bertrand Piccard, uomini d’affari ed avventurieri svizzeri con il pallino delle rinnovabili. Mentre loro voleranno, l’aereo sarà controllato da una stazione a terra nel principato di Monaco. Il volo si può seguire su internet. La loro idea è di fermarsi in vari angoli del pianeta durante questi cinque mesi per testimoniare che “yes we can” e che la transizione verso energia diversa da quella fossile è possibile, se lo si vuole.
Cosa diranno i due di tappa in tappa? Che il mondo ed il sole vanno a avanti e non ci sono petrolieri che tengono.
Che si è partiti con forti sussidi governativi che hanno attratto investimenti e innovazione che hanno fatto crescere l’energia solare in modo spettacolare. Diranno che secondo l’Eia, Energy Information Administration, il sole sarà la fonte primaria di energia nel mondo intero a partire dal 2050. Che il costo dei pannelli fotovoltaici è calato del 70% negli scorsi anni e ci si aspettano ulteriori abbassamenti dei prezzi, man mano che la produzione e la richiesta aumentano. La Deutsche Bank addirittura conferma che se i prezzi del petrolio restano cosi bassi, entro il 2020 l’energia elettrica da solare costerà meno di quella prodotta dal gas. Negli Usa i posti di lavoro da solare sono già di più quelli dell’industria del carbone.
Sono sicura che gli amici petrolieri avranno un sacco di distinguo da aggiungere: anche se ci riescono non si può fare su grande scala, è un esercizio di due ricchi che non hanno niente da fare, il petrolio ci serve ancora. Sarà. Per me, l’avventura di Piccard e Broschbeg è un bellissimo segnale di speranza per il futuro e di ciò che l’uomo, e il suo ingegno, e il suo volere, possono fare, se lo vogliamo.
Non siamo condannati a fare buchi sottoterra. Il sole è lassù.