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Spese pazze, in Emilia passa la legge per riduzione costi. Ma restano vitalizi agli ex

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L’indennità mensile dei consiglieri regionali fissata a 5mila euro lordi, ridotta rispetto agli attuali 6.104; l’abolizione dell’indennità di fine mandato e l’azzeramento dei fondi ai gruppi per il funzionamento, per un risparmio complessivo sui costi della politica pari a 7,5 milioni di euro nell’arco dei 5 anni della legislatura. Questa la sforbiciata prevista dal progetto di legge approvato all’unanimità dall’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia Romagna. 

Un’approvazione che soddisfa a metà il Movimento 5 Stelle visto che tra le misure adottate non c’è quella, chiesta più volte dai grillini, sull’abolizione retroattiva del vitalizio. “Se da un lato il tetto di 5mila euro lordi come indennità di carica per i consiglieri e l’abolizione delle indennità di fine mandato sono punti sui quali non si poteva e doveva prescindere, dall’altro lato sul tema dei vitalizi crediamo si sia persa un’occasione per annullare una volta per tutte uno degli sprechi più lampanti della politica – spiega la capogruppo Giulia Gibertoni – Con il nostro progetto di legge, anche grazie all’abolizione retroattiva del vitalizio, saremmo riusciti a risparmiare qualcosa come 35 milioni di euro invece dei 7,5 proposti dalla maggioranza. Una differenza abissale che si doveva e poteva colmare soprattutto attraverso l’abolizione retroattiva dei vitalizi. Farlo avrebbe rappresentato un gesto di giustizia sociale visto che, come è ormai chiaro a tutti, il vitalizio non può essere assolutamente equiparabile ad una pensione”.

I fondi risparmiati, per decisione condivisa da maggioranza e opposizione, verranno destinati a finanziare politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, il sostegno al microcredito per lo sviluppo dell’imprenditorialità, il reinserimento lavorativo e l’inclusione sociale. Il provvedimento, presentato dai capigruppo di Pd e Sel, rispettivamente Paolo Calvano e Igor Taruffi, prevede nel dettaglio un risparmio annuo di oltre 662mila euro per un totale di circa 3,3 milioni nell’arco della legislatura derivante dal tesso fissato per l’indennità mensile dei consiglieri.

A questo risparmio si somma quello derivante dalla diminuzione delle indennità di funzione, calcolate in percentuale sull’indennità di carica, per un totale di altri quasi 347mila euro per legislatura. Contestualmente, diminuiscono le indennità di funzione anche di assessori, presidente e vicepresidente di giunta. Il rimborso forfettario mensile delle spese per l’esercizio del mandato riconosciuto ai consiglieri viene fissato, invece, a 2.258,65 euro. Eliminata anche l’indennità di fine mandato dei consiglieri, misura che genera un risparmio totale per la legislatura di oltre 1,5 milioni di euro. Infine, l’eliminazione del fondo per le spese di funzionamento dei gruppi garantisce un risparmio pari a quasi 473mila euro annui che diventano 2,3 milioni di euro nell’arco della legislatura. Il tutto per un taglio complessivo di 7,5 milioni, equivalenti a 1,5 milioni all’anno.

 

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