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Matrimonio gay, il Parlamento europeo dice sì: “Gli Stati membri riflettano”

Approvata la relazione Panzieri a favore del riconoscimento delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Vendola: "Qualcuno informi Renzi&Alfano"
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Le unioni civili gay sono un diritto umano. Con 390 voti a favore, 151 no e 97 astensioni, l’Europarlamento ha votato oggi a favore del riconoscimento del matrimonio tra due persone dello stesso sesso. L’Europa ha approvato la relazione che incoraggia i governi e le istituzioni degli Stati membri a una riflessione sul tema di matrimoni omosessuali. Il passaggio compare al punto 162 della relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2013 e sulla politica della Ue in materia presentata dall’europarlamentare socialista Pier Antonio Panzieri. Nel testo si legge: “Il Parlamento europeo prende atto della legalizzazione del matrimonio e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in un numero crescente di Paesi nel mondo, attualmente diciassette, incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell’Ue a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili”.

Il presidente di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, esprime la sua soddisfazione su Twitter:  “Per il Parlamento Europeo, con il voto di oggi, le unioni civili e le nozze gay fanno parte dei diritti umani e civili delle persone. Molto bene. Ora però, prima dell’inizio del Consiglio dei Ministri, qualcuno informi Renzi & Alfano”. Più polemico Flavio Romani, Presidente dell’Arcigay, che interpellato dall’AdnKronos commenta: “Ben vengano tutti gli inviti e le raccomandazioni, peccato però che non siano in nessun modo obbligatori per gli Stati membri dell’Unione Europea. Anche ciò che è stato approvato va a finire nel cassetto delle belle intenzioni. Se poi gli Stati non vogliono mettere in atto questi inviti, sono liberi di farlo”.

 

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