“Quanto può essere invisibile una città agli occhi del mondo? E quanto può esserlo Gerusalemme, l’archetipo della città?” si chiede la giornalista e scrittrice Paola Caridi sul suo blog Invisible Arabs. E’ di una Gerusalemme nascosta che racconta il suo testo teatrale Café Jerusalem, in scena dal 18 al 22 marzo al Teatro Duse di Genova; nascosta perché “nascosti sono i suoi abitanti, le sue storie quotidiane, i passi sulle strade, la pioggia sulla pietra antica”. La città più mitizzata “è anche quella meno visibile”, “l’umanità dolente, gli sguardi, i ritmi religiosi e prosaici, indecifrabili ai più”.

Paola Caridi i suoi 10 anni di vita e lavoro giornalistico nella città “santa” delle tre grandi religioni li aveva già raccontati nel libro Gerusalemme senza Dio (Feltrinelli 2013), ma li porta ora in scena grazie a una produzione del Teatro Stabile di Genova in collaborazione col Suq, con la regia di Pino Petruzzelli, regista, attore e scrittore da sempre impegnato a “portare a galla” storie di ultimi, anche in scena insieme a Carla Peirolero, attrice, fondatrice e direttrice del Progetto Suq Festival e Teatro, di recente riconosciuto nel manuale della Commissione Europea tra le buone pratiche per il dialogo tra culture. Lo spettacolo è intrecciato alle musiche originali eseguite dal vivo dai Radiodervish (Nabil Salameh, Michele Lobaccaro e Alessandro Pipino), che proprio in questi giorni hanno annunciato l’uscita a maggio dell’album Café Jerusalem.
Uno spettacolo dunque che va oltre il mito della città ed entra nei suoi “suoni”, raccontando la storia di Nura, ragazza palestinese, e di Moshe, ragazzo ebreo, delle loro “parole non dette”, della loro “serenità dolente”, “perché su un palcoscenico – continua Paola Caridi – si possa illuminare la vita e la dignità delle persone, di ognuno dei cittadini. Il mio dovere verso gli invisibili”.
Più che mai attuale nel rappresentare il tema dell’incontro “oltre i muri”, tra culture e religioni, a partire dall’umanità che è più forte e tocca l’essenza delle nostre vite, Café Jerusalem è anche scorcio di un mondo sempre antico e sempre nuovo, che porta in sé il fascino dei millenni come patrimonio cui attingere senza preclusioni, ma anche come catena al piede che impedisce di sciogliere nodi e di curare ferite troppo a lungo aperte. Un viaggio in musica “nel tempo perduto degli uomini”.
di Giacomo D’Alessandro
P.S. Avviso ai naviganti tra culture: lunedì 23 marzo ore 17.30 presso Palazzo San Giorgio, a Genova, la direzione e lo staff del Suq incontrano il pubblico in vista del 17° Suq Festival (13 – 24 giugno 2015), per presentarne le novità e raccogliere proposte artistiche, culturali e commerciali. Vi aspettiamo! Per info festival@suqgenova.it, http://suqgenova.it/
SuqGenova
Festival e teatro per l’Intercultura
Cultura - 15 Marzo 2015
‘Café Jerusalem’ a teatro: la città nelle sue pieghe nascoste
“Quanto può essere invisibile una città agli occhi del mondo? E quanto può esserlo Gerusalemme, l’archetipo della città?” si chiede la giornalista e scrittrice Paola Caridi sul suo blog Invisible Arabs. E’ di una Gerusalemme nascosta che racconta il suo testo teatrale Café Jerusalem, in scena dal 18 al 22 marzo al Teatro Duse di Genova; nascosta perché “nascosti sono i suoi abitanti, le sue storie quotidiane, i passi sulle strade, la pioggia sulla pietra antica”. La città più mitizzata “è anche quella meno visibile”, “l’umanità dolente, gli sguardi, i ritmi religiosi e prosaici, indecifrabili ai più”.
Paola Caridi i suoi 10 anni di vita e lavoro giornalistico nella città “santa” delle tre grandi religioni li aveva già raccontati nel libro Gerusalemme senza Dio (Feltrinelli 2013), ma li porta ora in scena grazie a una produzione del Teatro Stabile di Genova in collaborazione col Suq, con la regia di Pino Petruzzelli, regista, attore e scrittore da sempre impegnato a “portare a galla” storie di ultimi, anche in scena insieme a Carla Peirolero, attrice, fondatrice e direttrice del Progetto Suq Festival e Teatro, di recente riconosciuto nel manuale della Commissione Europea tra le buone pratiche per il dialogo tra culture. Lo spettacolo è intrecciato alle musiche originali eseguite dal vivo dai Radiodervish (Nabil Salameh, Michele Lobaccaro e Alessandro Pipino), che proprio in questi giorni hanno annunciato l’uscita a maggio dell’album Café Jerusalem.
Uno spettacolo dunque che va oltre il mito della città ed entra nei suoi “suoni”, raccontando la storia di Nura, ragazza palestinese, e di Moshe, ragazzo ebreo, delle loro “parole non dette”, della loro “serenità dolente”, “perché su un palcoscenico – continua Paola Caridi – si possa illuminare la vita e la dignità delle persone, di ognuno dei cittadini. Il mio dovere verso gli invisibili”.
Più che mai attuale nel rappresentare il tema dell’incontro “oltre i muri”, tra culture e religioni, a partire dall’umanità che è più forte e tocca l’essenza delle nostre vite, Café Jerusalem è anche scorcio di un mondo sempre antico e sempre nuovo, che porta in sé il fascino dei millenni come patrimonio cui attingere senza preclusioni, ma anche come catena al piede che impedisce di sciogliere nodi e di curare ferite troppo a lungo aperte. Un viaggio in musica “nel tempo perduto degli uomini”.
di Giacomo D’Alessandro
P.S. Avviso ai naviganti tra culture: lunedì 23 marzo ore 17.30 presso Palazzo San Giorgio, a Genova, la direzione e lo staff del Suq incontrano il pubblico in vista del 17° Suq Festival (13 – 24 giugno 2015), per presentarne le novità e raccogliere proposte artistiche, culturali e commerciali. Vi aspettiamo! Per info festival@suqgenova.it, http://suqgenova.it/
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Su dazi, Ucraina, Medio Oriente la linea è la stessa e resta condivisa. Mentre sul ReArm, il Pd ha dovuto trovare una sintesi, raggiunta in una lunghissima mediazione iniziata ieri nel primo pomeriggio e andata avanti fino a questa mattina. Da una parte la linea dura della segretaria Elly Schlein e della maggioranza dem. Dall'altra quella più 'aperturista' sul piano Von der Leyen della minoranza. Il punto 8 della risoluzione è quello in cui si è trovato l'equilibrio tra le anime dem. Una mediazione che fa dire ad Alessandro Alfieri, coordinatore della minoranza, di essere "soddisfatto" mentre arriva a Montecitorio per la riunione congiunta dei gruppi.
Da una parte, infatti, c'è la richiesta di una "radicale revisione" del ReArm, fronte dal quale Schlein non si è mossa. "Il piano ReArmEu, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune", si legge nelle premesse.
Dall'altra, c'è un giudizio positivo sul Libro bianco della difesa europea, il testo sul cui voto i dem si sono divisi in Europa tra le astensioni della maggioranza e il sì dell'area riformista. Nelle premesse si argomenta: "All’Unione europea serve la difesa comune e non la corsa al riarmo dei singoli Stati. La Commissione europea sta preparando il Libro bianco sul futuro della difesa europea che rappresenta l’avvio di un percorso di discussione per la costruzione di una difesa comune".
Quindi il punto 8 della risoluzione in cui il Pd chiede al governo di "promuovere, nel corso del negoziato che si aprirà dopo la presentazione del Libro bianco sulla difesa europea e i suoi strumenti, tutti gli elementi che puntano a una governance democratica chiara del settore, agli investimenti comuni necessari per realizzare l’autonomia strategica e colmare i deficit alla sicurezza europea, al coordinamento e all’integrazione della capacità industriali europee e dei comandi militari, all’interoperabilità dei sistemi di difesa verso un esercito comune europeo".
Ed insieme di "promuovere, pertanto, una radicale revisione del piano di riarmo proposto dalla Presidente Von der Leyen, sulla base delle critiche e delle proposte avanzate in premessa, al fine di assicurare investimenti comuni effettivi non a detrimento delle priorità sociali di sviluppo e coesione, e di condizionare tutte le spese e gli strumenti europei alla pianificazione, lo sviluppo, l’acquisizione e la gestione di capacità comuni per realizzare un’unione della difesa".
Londra, 18 mar. (Adnkronos) - Re Carlo e la regina Camilla festeggiano quest'anno 20 anni di matrimonio - il 9 aprile, mentre saranno in Italia - ma, nonostante questo, sembra che trascorrano "molto tempo separati". Anzi, forse il segreto della loro felicità come coppia è dovuto proprio al fatto che ciascuno dei due sta per conto proprio nei fine settimana. Camilla si ritira nella sua amata e "disordinata" casa di campagna nel Wiltshire senza Charles ogni weekend, secondo Ingrid Seward, caporedattrice della rivista Majesty, che ha dichiarato che "in realtà i sovrani trascorrono parecchio tempo separati. La casa di Ray Mill è, se vogliamo, per Camilla una sorta di liberazione dalla vita reale. Prima di sposare Charles, fece un patto con lui: avrebbe tenuto quella casa come rifugio".
"Va ogni fine settimana, quando può, e ci va anche d'estate per trascorrere un po' di tempo con i suoi nipoti e i suoi figli, ed è qualcosa che la allontana dall'intero mondo reale e dove va soprattutto per rilassarsi - racconta l'esperta reale - Molto spesso non va a Highgrove a meno che lei e Charles non abbiano altri impegni. Si tratta di allontanarsi dalle restrizioni dovute alla sicurezza ed essere circondati da personale e persone che fanno cose per te, il che, ovviamente, sarebbe meraviglioso per tutti noi. Penso che nel suo caso abbia bisogno di un posto dove potersi effettivamente rilassare ed essere semplicemente se stessa, e andare in giro con jeans sporchi, se vuole, senza essere costantemente controllata".
Una fonte ha dichiarato all'Express che Camilla "al Ray Mill può sedersi con un grande G&T, togliersi le scarpe e guardare Coronation Street, che Charles detesta". Il re, invece, quando è libero nei weekend, si reca spesso a Highgrove o a Sandringham, mentre durante la settimana i due risiedono insieme a Clarence House. Della residenza di campagna di Camilla nel Wiltshire si è parlato la scorsa settimana, quando si è saputo che il re ha acquistato una casa confinante, che sarebbe stata adibita a sede per matrimoni, pagandola 3 milioni di sterline per proteggere la privacy della moglie.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il governo si impegni "a sostenere il riconoscimento dello Stato di Palestina, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele, per preservare la realizzazione dell’obiettivo di 'due popoli, due Stati'". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Inoltre, si chiede di "sostenere il piano arabo per la ricostruzione della Striscia di Gaza ed ogni iniziativa diplomatica volta ad assicurare il rispetto della tregua e un reale rilancio del processo di pace: per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, per la protezione dei civili e per la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, per il rispetto della tregua in Libano e per scongiurare il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah e Iran, nonché le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e, infine, affinché siano rispettate le risoluzioni delle Nazioni Unite".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "ribadire la ferma contrarietà all'utilizzo dei Fondi di coesione europei per il finanziamento e l'aumento delle spese militari". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "scegliere senza esitazioni e ambiguità, di fronte alle minacce globali e alle sfide inedite rappresentate dalla nuova amministrazione americane, l’interesse europeo, all’interno del quale si promuove e realizza il nostro interesse nazionale, anche una attraverso la costruzione di alleanze, a partire dai paesi fondatori dell’Europa, per collocare l’Italia sulla frontiera più avanzata dell’integrazione contro le spinte disgregatrici e i ripiegamenti nazionalisti". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, promuovendo con urgenza un’iniziativa diplomatica e politica autonoma dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura, che preservi i diritti del popolo ucraino a partire da quello alla propria autoderminazione, l’ordine internazionale basato sulle regole e offra le necessarie garanzie di sicurezza per una soluzione duratura". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Il piano ReArmEU, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune che garantisca la deterrenza e un percorso di investimenti comuni in sicurezza realizzati non a detrimento delle priorità sociali, di coesione e sviluppo dell’Unione". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
"La difesa non può essere considerato un bene pubblico separato dal benessere sociale, ma è parte integrante di una strategia globale che prevede di garantire non solo la sicurezza fisica dei cittadini europei, ma anche la loro sicurezza sociale ed economica: tanto più l’affermazione dei nazionalismi disgregatori dell’unità europea è legata anche alla percezione di insicurezza economica e sociale, nonché alla paura nei confronti delle sfide globali".