Breve sì ma non “lampo”. L’Aula del Senato, con votazione per alzata di mano, stralcia la norma sul divorzio diretto contenuta nella legge sul divorzio breve. La proposta era stata avanzata dalla stessa relatrice Rosanna Filippin (Pd) con la motivazione che è più importante accorciare i tempi per l’approvazione del ddl. Per l’introduzione del divorzio immediato, si provvederà con un’altra legge: Maurizio Gasparri in Senato, in veste di presidente di turno, ha annunciato che “diventerà oggetto di un autonomo disegno di legge” e sarà “subito” assegnato alle commissioni parlamentari. Zanda, capogruppo Pd al Senato, ha assicurato l’impegno politico e parlamentare al nuovo ddl. “Sosterremo – ha affermato – tempi rapidi per l’esame in commissione e in Aula”.
La relatrice ha proposto lo stralcio della norma dopo che, la scorsa settimana, l’aula si è spaccata sul provvedimento (a favore Pd, Sel, Fi e M5S, contro Udc e Ncd), mettendo a rischio l’approvazione del disegno di legge che accorcia i tempi del divorzio. “La sola ragione per cui l’ho fatto – ha aggiunto la Filippin- è che questo consente al divorzio diretto di acquistare una vita autonoma e di proseguire il suo cammino, indipendentemente e separatamente dal divorzio breve, con il supplemento di riflessione che è stato richiesto. A titolo personale, ribadisco la mia personale convinzione che si tratti di una norma utile, che completa la riforma della legislazione sul divorzio”.
La procedura accelerata consentiva di ottenere il divorzio in 6 mesi, a patto che la richiesta di separazione fosse consensuale e a condizione che i due coniugi non avessero figli minori, figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave o figli di età inferiore ai 26 anni economicamente non autosufficienti. Il disegno di legge dunque prevederà soltanto la possibilità del divorzio breve e non anche del divorzio immediato, come avrebbe voluto la commissione Giustizia del Senato attraverso la modifica introdotta con il comma 2 all’articolo 1 (l’oggetto dello stralcio).
“In gioco l’idea di famiglia”. Il Forum delle Associazioni familiari ribadisce l’importanza della pausa di riflessione tra separazione e divorzio che “permette ai coniugi di riflettere ancora una volta, magari più approfonditamente, sulle possibilità di riconciliazione e dunque di mantenimento del vincolo assunto con il matrimonio”. Per questo “è importante che venga comunque mantenuto e difeso un periodo di tempo prima dello scioglimento definitivo del vincolo matrimoniale. Non un inutile tempo burocratico, ma uno spazio utile per un estremo tentativo di ricomposizione o anche soltanto come sostegno per rendere meno traumatica la separazione. La fretta è spesso cattiva consigliera: nella vita ed in Parlamento”.
Domani, dopo l’informativa del presidente del consiglio Matteo Renzi, a palazzo Madama si procederà al voto finale sul divorzio breve che verrà approvato con ogni probabilità a larghissima maggioranza. Le linee essenziali riguardano la riduzione dei tempi della separazione prima di ottenere il divorzio: dai tre anni attuali si passerà a 12 mesi, suscettibili però di dimezzamento in caso di separazione consensuale.