Il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone l’ha definita “lesiva della concorrenza” e “senza alcuna trasparenza”. Le procure di Catania e Caltagirone hanno aperto due indagini, costole siciliane dell’inchiesta romana su Mafia Capitale. È la gara d’appalto per la gestione del Cara di Mineo, il centro richiedenti asilo più grande d’Europa. Un affare da cento milioni, assegnato da una commissione in cui sedeva Luca Odevaine, l’ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni in Campidoglio, l’uomo che secondo l’accusa, gestiva il business dell’accoglienza per Mafia Capitale.
Una torta ricca che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione. Una gara d’appalto che, per l’Anticorruzione, sembra “cucita addosso” ai vecchi gestori, capaci nuovamente di aggiudicarsi quel bando a nove cifre nel giugno 2014. E adesso, dopo che anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi è finito al centro di roventi polemiche dopo l’arresto di Ercole Incalza, espone Angelino Alfano ad un fuoco incrociato delle opposizioni. “Tra questione ministero Infrastrutture, Cara di Mineo e immigrazione, la responsabilità deve prendersela Alfano, non può fare lo scaricabarile: per noi deve cadere il governo”, dice Massimiliano Fedriga, capogruppo alla camera della Lega Nord, annunciando una mozione di sfiducia per il ministro dell’Interno. “La verità è che le cooperative vicine al partito di Alfano gestiscono in maniera quasi esclusiva il business dell’accoglienza in Sicilia” spiega invece il parlamentare di Sel Erasmo Palazzotto.
Quello del Cara di Mineo non è infatti l’unico bando vinto tra le polemiche da cooperative vicine a uomini del Nuovo Centro Destra. A far parte dell’associazione temporanea d’imprese che gestisce il Cara di Mineo, c’è infatti il consorzio Sol Calatino, conglomerato di cooperative della zona. È una realtà importante il Sol Calatino, considerato leader nel settore dell’accoglienza, un vero e proprio asso pigliatutto nel business dell’immigrazione che nel 2014 ha affiancato la gestione del Cara di Mineo, con quella dello Sprar di Caltagirone. Gli Sprar sono strutture più piccole rispetto ai cara, nel caso di Caltagirone si tratta di un punto di accoglienza per 25 ospiti, con un contributo di poco inferiore al mezzo milione di euro.
Ogni tre anni il Ministero dell’Interno emana un bando indirizzato ai comuni che hanno aderito alla rete Sprar, che a loro volta emanano una gara per individuare l’ente gestore. Nel caso di Caltagirone, il bando che prevede la gestione dello sprar per i tre anni successivi viene emanato il 10 ottobre del 2013, con scadenza fissata per il 14 ottobre dello stesso anno, e cioè soltanto quattro giorni dopo. Solo che i requisiti che attribuiscono punteggio ai partecipanti in un’eventuale graduatoria sono molto curiosi: viene assegnato un punteggio aggiuntivo molto superiore per chi abbia in curriculum la gestione di un centro richiedenti asilo rispetto ai punti riconosciuti a chi in passato abbia gestito uno Sprar. Come dire che per gestire lo Sprar di Caltagirone è necessario avere esperienza nei centri richiedenti asilo, e non invece nella gestione delle strutture citate dal bando: più o meno come richiedere una laurea in architettura per un concorso da ingegnere.
Oltretutto qual è l’unico consorzio con solide esperienze nella gestione dei Cara nel catanese? Ovviamente il Sol Calatino, che vanta un giro d’affari più unico che raro nella zona. Se ne accorge la cooperativa sociale San Giovanni Bosco, tra i partecipanti al bando per lo sprar di Caltagirone. È per questo motivo che la cooperativa deposita un esposto al comune di Caltagirone chiedendo di modificare quel bando: una gara che sembra “cucita addosso” al consorzio attivo a Mineo. Dal comune recepiscono l’esposto, il bando viene ritirato e ne viene pubblicato un altro il 14 ottobre: questa volta la scadenza è per il 15 ottobre, e cioè solo 24 ore dopo. Troppo poco tempo per attrezzarsi, e il risultato è comunque una vittoria del Sol Calatino, asso pigliatutto nella gestione dell’accoglienza targata larghe intese. Sol Calatino, infatti, è un consorzio bipartisan: gestisce Mineo con il consorzio Sisifo, iscritto a Legacoop e coinvolto nello scandalo delle docce antiscabbia del Cie di Lampedusa, ma anche con Cascina Global Service, vicina a Comunione e Liberazione. A guidare Sol Calatino c’è poi Paolo Ragusa, un manager “modello Patto del Nazareno”: è considerato vicinissimo al sottosegretario Castiglione, grande elettore del Nuovo Centro Destra (che da queste parti ha eletto il sindaco di Mineo, e prende percentuali superiori ai trenta punti), ma anche sostenitore del Megafono di Rosario Crocetta e Giuseppe Lumia. “Quando cominceremo a dire grazie a Giuseppe Castiglione per il servizio che ha reso non solo al Calatino Sud – Simeto ma anche all’intero Paese?” si chiedeva Ragusa, replicando ad un giornale locale nel gennaio scorso. All’epoca il caso Mafia Capitale era già deflagrato, ma Castiglione non era ancora finito nel registro degli indagati. Sol Calatino, invece, gestiva già da qualche tempo Cara di Mineo e lo sprar di Caltagirone.
Pubblichiamo e riceviamo
Il governatore Rosario Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia precisano di non conoscere e di non avere avuto alcun rapporto elettorale con Paolo Ragusa presidente del Consorzio Sol Calatino. Come è possibile verificare dai dati delle ultime elezioni europee, infatti, la candidata del Megafono Michela Stancheris ha raccolto a Mineo soltanto 17 preferenze, mentre al candidato del Nuovo Centro Destra Giovanni La Via sono andati ben 690 voti. Ragusa quindi non ha affatto sostenuto “il megafono di Crocetta e Lumia” come riportato nell’articolo.
Ringraziamo Crocetta e Lumia per la cortese precisazione. A considerare Ragusa come un sostenitore del Megafono non sono però voci di corridoio, ma è invece lo stesso Ragusa, che in una lettera indirizzata al quotidiano on line Sud Press, specifica di aver “sostenuto al Senato la lista del Megafono, per la gradita presenza come capolista del senatore Giuseppe Lumia, alle scorse elezioni nazionali del febbraio 2013”. (GP)
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