“Abbiamo fatto un emendamento, ricordi? L’hanno reso inammissibile”, dice Ercole Incalza, il controllore, all’amico Vito Bonsignore, il controllato. Sono allarmati. “Adesso vedo di parlarne con Capezzone e Epifani, mi sto muovendo”, replica il controllato. Bisogna manovrare i lavori parlamentari. Una storia esemplare di come si sfascia l’Italia. La nuova autostrada Orte-Mestre è un affare da 10 miliardi di euro, almeno due dei quali pubblici. Il promotore dell’ambizioso project-financing è Bonsignore, ex europarlamentare Udc, oggi vicino a Ncd, ma soprattutto potente uomo d’affari, indagato dalla Procura di Firenze per induzione indebita: avrebbe promesso a Incalza (arrestato lunedì scorso) la direzione lavori della nuova arteria per Stefano Perotti (arrestato anche lui) in cambio della promessa da parte del superburocrate del ministero delle Infrastrutture di “un favorevole iter delle procedure amministrative relative al finanziamento dell’opera”. La fotografia del verminaio di Porta Pia dove non si capisce più chi è guardia e chi ladro, ma è chiaro solo che nessuno difende l’interesse pubblico, è affidata dai pm fiorentini alla ricostruzione di un giro di telefonate con cui si tenta di modificare nientemeno che il Codice degli appalti.
Nel pomeriggio di martedì 28 gennaio 2014 Daniele Capezzone e Guglielmo Epifani, presidenti delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, dichiarano inammissibili alcune centinaia di emendamenti al decreto legge “Destinazione Italia” del governo Letta. Tra questi c’è quello scritto da Incalza e presentato da tre parlamentari Ncd, Alessandro Pagano, Nino Mi-nardo e Maurizio Bernardo: serve ad agevolare il percorso della Orte-Mestre modificando l’articolo 175 del Codice degli appalti, che riguarda la cosiddetta “bancabilità” del project- financing. E qui ricordiamoci che stiamo parlando di miliardi di euro. Un affare enorme, tanto che il piano di sostenibilità economico-finanziaria, approvato dal Cipe a novembre 2013 ma da allora fermo alla Corte dei conti, è per legge segretato.
La bocciatura dell’emendamento stranamente agita Incalza più di Bonsignore. È il superburocrate a dare la notizia all’imprenditore. “Abbiamo fatto fare ricorso all’inammissibilità da… come tu sai… tre parlamentari… che sono Pagano, Minar-do e Bernardo… ne conosci qualcuno di questi tre?”. Bonsignore: “Come no?! Pagano è uno dei nostri, anche Bernardo”. Incalza, allora, incalza l’amico: “Sono tutti e tre di Ncd, puoi intervenire?.. no? … Si vota tra un’ora … un’ora e mezza… sto chiamando Lupi … tutti sto chiamando (…) basterebbe sentire… o Vignali che è il relatore.” Raffaello Vignali, uomo di Cl, è in quel momento tesoriere del neonato partito di Angelino Alfano, di cui Bonsignore è finanziatore. E suggeritore: “Ah Vignali , e come no ?!… è un altro dei nostri … vabbè… vado io alla Camera adesso… vabbè”.
A questo punto Incalza chiama Antonio Bargone, ex proconsole dalemiano a Brindisi, sottosegretario ai Lavori pubblici nel governo Prodi che nel 1999 privatizzò la società Autostrade. Adesso è manager autostradale (noblesse oblige) e presiede la Sat, che deve costruire la nuova Livorno-Civitavecchia. Incalza è disperato, come se la Orte-Mestre fosse sua: “Non si è mosso nessuno per ora… solo noi… vabbè… (…) Non so che cazzo può fare”. Bargone lo rassicura: “Io mo’ vado alla Camera vediamo che succede.” Arrivano i nostri. Bargone è indagato con Bonsignore.
Nel frattempo Bonsignore ha parlato con Vignali, e riferisce a Incalza che il relatore si sente impotente, pare addirittura che alla Camera ci sia qualcuno che difende la legalità: “Proprio mi ha detto guarda… ‘gli uffici sono irremovibili sono spaventati dalla Presidenza della Repubblica per queste cose qui… hanno un orientamento molto rigido’”. Ma niente paura. Se il Quirinale non vuole nuove norme fantasiose infilate come emendamenti in leggi che non c’entrano niente, Bonsignore vuole fortissimamente farlo lo stesso: “Vediamo quale può essere il veicolo dove lo mettiamo (…) Voi ne avete qualcuno in preparazione?”. Incalza è pronto come un autonoleggio: “E adesso vediamo… ce ne stanno otto, dieci, ce ne stanno no uno, dieci! Però se l’atteggiamento è questo mi preoccupa”. Intanto Bonsignore lo rassicura: “Bernardo e Pagano si son presi il cazziatone… hanno lasciato Vignali da solo”. Poi tocca anche a Vignali il cazziatone. Incalza spiega a Bonsignore che il relatore del “Destinazione Italia” gli ha raccontato un sacco di balle. Bonsignore si incazza: “Allora mi ha raccontato una palla… è scemo allora (…) ecco fammi una cortesia … perché io domani (…) lo vado a beccare e gli faccio il culo… e infatti… è inutile allora… una persona inutile“. Pochi giorni dopo Vignali non sarà più tesoriere di Ncd.
Ma entra in scena un nuovo controllore, Alessandra Dal Verme, dirigente del ministero dell’Economia che si occupa del Cipe, il rubinetto da cui escono i miliardi per le grandi opere. È un controllore gallonato, sindaco revisore di Poste Italiane e di Anas, mica poco. Eccola al telefono con Incalza: “La questione è molto complicata … e non faranno fare altri emendamenti (…) o noi siamo in grado di riformulare quelli esistenti… allora… in quelli per Expo si può mettere Rho-Monza (…) perché bene o male lo riformulo (…) però mandateli gli emendamenti (…) e quell’altro di Orte-Mestre… mandatemi questi due (…) che io provo a riformulare quelli esistenti … (inc.)”.
Con questo livello di rigore e trasparenza il sistema Incalza si preparava a spendere 10 miliardi di euro per la Orte-Mestre.
Da Il Fatto Quotidiano del 19 marzo 2015
Giustizia & Impunità
Incalza fa emendamenti, Ncd li presenta. E se non passano “cazziatone ai deputati”
LE CARTE - Il superburocrate al telefono con Vito Bonsignore discute del testo per la Orte-Mestre (10 miliardi) bocciato in Commissione. "Quei tre sono tutti di Ncd, si può intervenire, no? Sto chiamando Lupi". La risposta: "Bernardo e Pagano si sono presi il cazziatone. Vignali mi ha raccontato una palla, lo vado a beccare e gli faccio il culo". Pochi giorni dopo Vignali non sarà più tesoriere del Nuovo Centrodestra
“Abbiamo fatto un emendamento, ricordi? L’hanno reso inammissibile”, dice Ercole Incalza, il controllore, all’amico Vito Bonsignore, il controllato. Sono allarmati. “Adesso vedo di parlarne con Capezzone e Epifani, mi sto muovendo”, replica il controllato. Bisogna manovrare i lavori parlamentari. Una storia esemplare di come si sfascia l’Italia. La nuova autostrada Orte-Mestre è un affare da 10 miliardi di euro, almeno due dei quali pubblici. Il promotore dell’ambizioso project-financing è Bonsignore, ex europarlamentare Udc, oggi vicino a Ncd, ma soprattutto potente uomo d’affari, indagato dalla Procura di Firenze per induzione indebita: avrebbe promesso a Incalza (arrestato lunedì scorso) la direzione lavori della nuova arteria per Stefano Perotti (arrestato anche lui) in cambio della promessa da parte del superburocrate del ministero delle Infrastrutture di “un favorevole iter delle procedure amministrative relative al finanziamento dell’opera”. La fotografia del verminaio di Porta Pia dove non si capisce più chi è guardia e chi ladro, ma è chiaro solo che nessuno difende l’interesse pubblico, è affidata dai pm fiorentini alla ricostruzione di un giro di telefonate con cui si tenta di modificare nientemeno che il Codice degli appalti.
Nel pomeriggio di martedì 28 gennaio 2014 Daniele Capezzone e Guglielmo Epifani, presidenti delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, dichiarano inammissibili alcune centinaia di emendamenti al decreto legge “Destinazione Italia” del governo Letta. Tra questi c’è quello scritto da Incalza e presentato da tre parlamentari Ncd, Alessandro Pagano, Nino Mi-nardo e Maurizio Bernardo: serve ad agevolare il percorso della Orte-Mestre modificando l’articolo 175 del Codice degli appalti, che riguarda la cosiddetta “bancabilità” del project- financing. E qui ricordiamoci che stiamo parlando di miliardi di euro. Un affare enorme, tanto che il piano di sostenibilità economico-finanziaria, approvato dal Cipe a novembre 2013 ma da allora fermo alla Corte dei conti, è per legge segretato.
La bocciatura dell’emendamento stranamente agita Incalza più di Bonsignore. È il superburocrate a dare la notizia all’imprenditore. “Abbiamo fatto fare ricorso all’inammissibilità da… come tu sai… tre parlamentari… che sono Pagano, Minar-do e Bernardo… ne conosci qualcuno di questi tre?”. Bonsignore: “Come no?! Pagano è uno dei nostri, anche Bernardo”. Incalza, allora, incalza l’amico: “Sono tutti e tre di Ncd, puoi intervenire?.. no? … Si vota tra un’ora … un’ora e mezza… sto chiamando Lupi … tutti sto chiamando (…) basterebbe sentire… o Vignali che è il relatore.” Raffaello Vignali, uomo di Cl, è in quel momento tesoriere del neonato partito di Angelino Alfano, di cui Bonsignore è finanziatore. E suggeritore: “Ah Vignali , e come no ?!… è un altro dei nostri … vabbè… vado io alla Camera adesso… vabbè”.
A questo punto Incalza chiama Antonio Bargone, ex proconsole dalemiano a Brindisi, sottosegretario ai Lavori pubblici nel governo Prodi che nel 1999 privatizzò la società Autostrade. Adesso è manager autostradale (noblesse oblige) e presiede la Sat, che deve costruire la nuova Livorno-Civitavecchia. Incalza è disperato, come se la Orte-Mestre fosse sua: “Non si è mosso nessuno per ora… solo noi… vabbè… (…) Non so che cazzo può fare”. Bargone lo rassicura: “Io mo’ vado alla Camera vediamo che succede.” Arrivano i nostri. Bargone è indagato con Bonsignore.
Nel frattempo Bonsignore ha parlato con Vignali, e riferisce a Incalza che il relatore si sente impotente, pare addirittura che alla Camera ci sia qualcuno che difende la legalità: “Proprio mi ha detto guarda… ‘gli uffici sono irremovibili sono spaventati dalla Presidenza della Repubblica per queste cose qui… hanno un orientamento molto rigido’”. Ma niente paura. Se il Quirinale non vuole nuove norme fantasiose infilate come emendamenti in leggi che non c’entrano niente, Bonsignore vuole fortissimamente farlo lo stesso: “Vediamo quale può essere il veicolo dove lo mettiamo (…) Voi ne avete qualcuno in preparazione?”. Incalza è pronto come un autonoleggio: “E adesso vediamo… ce ne stanno otto, dieci, ce ne stanno no uno, dieci! Però se l’atteggiamento è questo mi preoccupa”. Intanto Bonsignore lo rassicura: “Bernardo e Pagano si son presi il cazziatone… hanno lasciato Vignali da solo”. Poi tocca anche a Vignali il cazziatone. Incalza spiega a Bonsignore che il relatore del “Destinazione Italia” gli ha raccontato un sacco di balle. Bonsignore si incazza: “Allora mi ha raccontato una palla… è scemo allora (…) ecco fammi una cortesia … perché io domani (…) lo vado a beccare e gli faccio il culo… e infatti… è inutile allora… una persona inutile“. Pochi giorni dopo Vignali non sarà più tesoriere di Ncd.
Ma entra in scena un nuovo controllore, Alessandra Dal Verme, dirigente del ministero dell’Economia che si occupa del Cipe, il rubinetto da cui escono i miliardi per le grandi opere. È un controllore gallonato, sindaco revisore di Poste Italiane e di Anas, mica poco. Eccola al telefono con Incalza: “La questione è molto complicata … e non faranno fare altri emendamenti (…) o noi siamo in grado di riformulare quelli esistenti… allora… in quelli per Expo si può mettere Rho-Monza (…) perché bene o male lo riformulo (…) però mandateli gli emendamenti (…) e quell’altro di Orte-Mestre… mandatemi questi due (…) che io provo a riformulare quelli esistenti … (inc.)”.
Con questo livello di rigore e trasparenza il sistema Incalza si preparava a spendere 10 miliardi di euro per la Orte-Mestre.
Da Il Fatto Quotidiano del 19 marzo 2015
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Roma, 19 mar (Adnkronos) - "La nostra risoluzione contiene ragioni e proposte per realizzare una vera difesa comune e riafferma la nostra critica e la nostra proposta di radicale revisione del piano di von der Leyen, che favorisce la corsa al riamo dei singoli Stati". Lo ha detto Peppe Provenzano in aula alla Camera.
"Siamo pronti a una discussione seria sulla sicurezza ma la denuncia del rischio armare i nazionalismi abbiamo il dovere di farla", ha sottolineato il deputato e responsabile Esteri del Pd, che tra l'altro ha parlato della situazione in Medio oriente: "La rottura di Israele della tregua con i raid contro la Palestina non e' solo un dramma ma è un crimine di guerra, sono morti oltre 130 bambini e lei presidente Meloni ha espresso preoccupazione. Preoccupazione? Quell'atto merita la condanna più ferma e netta".
Roma, 19 mar. (Adnkronos/Labitalia) - L’Agenzia delle Entrate ha lanciato un nuovo strumento per i cittadini. Si tratta del domicilio digitale speciale che permette di ricevere direttamente via Pec (Posta elettronica certificata) atti, comunicazioni e notifiche fiscali, incluse le cartelle dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Una rivoluzione silenziosa ma strategica, pensata per le persone fisiche, i professionisti non iscritti ad albi e gli enti di diritto privato non registrati, che ora potranno scegliere il proprio indirizzo digitale per ricevere tutta la corrispondenza fiscale in modo certo, sicuro e tracciabile". A dirlo Ivan Meo, di Immobiliare.it.
Se si è proprietari di uno o più immobili è fondamentale: un avviso di liquidazione Imu, una notifica di accertamento, o anche solo una richiesta di documentazione possono arrivare via posta o non arrivare affatto. Con il domicilio digitale: si ricevono subito gli avvisi dell’Agenzia, senza ritardi; si ha la tracciabilità completa delle comunicazioni; si può conservare tutto in formato digitale; si evitano i problemi per notifiche non ricevute (e relativi sanzioni e interessi); si è sempre aggiornati anche sulle eventuali irregolarità fiscali.
Attivare questo servizio è semplice e gratuito. Bastano tre passaggi: accedere all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate con Spid, Cie o Cns. Si va alla sezione dedicata al 'domicilio digitale speciale' e si inserisce la Pec personale (o altro servizio di recapito certificato qualificato). Una volta indicata la Pec, si riceverà nella stessa casella un codice di validazione, utile a confermare la scelta. In futuro si potrà anche modificare o revocare l’indirizzo in autonomia.
E' possibile indicare una sola Pec, che non deve già essere associata ad altri soggetti. L’indirizzo comunicato sarà valido sia per l’Agenzia delle Entrate, sia per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Con questo nuovo servizio si potrà ricevere tutti gli atti fiscali, compresi: avvisi e provvedimenti che richiedono notifica legale, comunicazioni senza obbligo di notifica, ma rilevanti; cartelle di pagamento e altri atti della riscossione; comunicazioni sui carichi affidati dagli enti creditori.
Il nuovo domicilio digitale è rivolto a: persone fisiche (cioè tutti i cittadini); professionisti non iscritti ad albi o elenchi ufficiali; enti di diritto privato non registrati nel Registro Imprese. Restano, invece, esclusi i soggetti che devono avere obbligatoriamente una Pec iscritta in Ini-Pec, come imprese e professionisti iscritti ad albi.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Questo non è un tempo ordinario. È molto più di 'un tempo non facile', come lo ha definito lei, presidente Meloni. La storia ci ha messo dinanzi a scelte che potremmo definire 'ricostruttive'. Ma nel suo intervento non ho rintracciato l’eco di una consapevolezza di questo 'salto d’epoca'. Ha riempito il suo discorso della consueta retorica autocelebrativa. Ci aspettavamo, al contrario, un poco di autocritica. Perché lei ha chiaramente fallito se il ruolo che aveva disegnato per se stessa era quello del pontiere. Le parti che voleva unire non fanno che allontanarsi e questo è il tempo delle scelte, della chiarezza. Anche lei pensa che l’Unione europea sia nata col solo scopo di 'truffare gli Stati Uniti d’America’?. Crede lei che i dazi del 200% sul nostro vino siano un fatto positivo per la nostra economia? Prenda posizione, ritrovi il coraggio che aveva quando sedeva tra i banchi dell'opposizione". Lo ha affermato Anna Ascani, deputata Pd e vicepresidente della Camera, intervenendo in Aula nella discussione generale sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Faccia qualcosa -aggiunto- anziché attendere che la furia di questo tempo si plachi. Non accadrà senza il nostro protagonismo. E nostro vuol dire dell’Europa. Di quell’Unione certo imperfetta ma essenziale che abbiamo contribuito a fondare. Che oggi ha bisogno di una difesa comune – espressione che lei si rifiuta di pronunciare per non irritare il suo alleato di governo, ma senza la quale ci ritroveremo completamente esposti alle insidie del nuovo disordine mondiale".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Viviamo un momento storico drammatico, che richiede a chiunque abbia responsabilità politiche e istituzionali senso di responsabilità. Bene perciò il sostegno incrollabile che il governo ha sempre mostrato nei confronti dell’Ucraina. E bene la capacità della presidente Meloni di portare sulla sua linea anche chi nutriva dubbi”. Lo ha affermato Mara Carfagna, deputata di Noi moderati-Centro popolare, intervenendo alal Camera nella discussione generale sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio Ue.
“Occorre arrivare ad una pace giusta e duratura –ha aggiunto- e l'unico modo per farlo è pretendere garanzie di sicurezza che scoraggino la Russia da future aggressioni. Il Governo italiano può giocare un ruolo importante in questo".
Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - Sono riprese all'alba di oggi le ricerche, con le motovedette della Guardia costiera e Guardia di Finanza, delle decine di dispersi del naufragio avvenuto ieri nel Canale di Sicilia. Si parla di circa 40 persone. Martedì sera le motovedette hanno portato a Lampedusa i 10 superstiti e i sei cadaveri recuperati al largo dell'isolotto di Lampione.
Sono stati i naufraghi a raccontare che erano partiti in 56 dalla Tunisia, da Sfax, a bordo di un gommone. Ma mentre erano in acque internazionali decine di loro sarebbero caduti in acqua a causa del maltermpo.
I 10 superstiti in queste ore vengono sentiti dalla Polizia. Si tratta di uomini, tutti giovanissimi. Sono stati portati all'hotspot di Lampedusa.
"Ieri abbiamo accolto in hotspot i 10 superstiti del naufragio. L'imbarcazione era partita dalla Tunisia e si tratta di persone provenienti dall'Africa subsahariana. Hanno riposato tutta la notte, sono tutti in buone condizioni di salute e dopo le procedure di identificazione forniremo loro un ulteriore supporto psicologico con la nostra equipe multidisciplinare". A dirlo è Cristina Palma, vice direttore dell'hotspot di Lampedusa gestito dalla Croce Rossa italiana.
Il naufragio è avvenuto ieri sera a largo dell'isola. Secondo i primi racconti sull'imbarcazione ci sarebbero state 56 persone: 10 sono sopravvissute, sei i corpi senza vita portati a Lampedusa e sono ancora in corso le ricerche di 40 dispersi. I migranti erano partiti da Sfax, in Tunisia.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Ieri è successa una cosa enorme in Senato. La Presidente Meloni ha deciso di NON rispondere alle mie domande su intelligenza artificiale, bollette, immigrazione. E sapete perché lo ha fatto? Lo ha spiegato lei: perché non vuole fare pubblicità al mio libro". Lo scrive Matteo Renzi sui social.
"Che Giorgia Meloni sia terrorizzata dal contenuto de L’influencer ormai è chiaro: sono l’unico che ha il coraggio di dire la verità su di lei. E dunque è preoccupata che la gente legga i contenuti del libro. Ma cosa c’entra questo con il fatto che un Premier in Parlamento rifiuti di confrontarsi con le opposizioni? -prosegue- È clamoroso che dopo mesi di lontananza dal Senato, lei venga in Aula e dica: no, a Renzi non rispondo, se no faccio pubblicità al suo libro. Questo modo di fare secondo me significa solo due cose. La prima è che Giorgia ha paura del libro, e su questo la capisco bene. La seconda è che Giorgia non sa cosa dire in questa fase di caos mondiale. E questo è molto più grave".
Milano, 19 mar. (Adnkronos) - La Procura di Milano insiste, davanti ai giudici del Riesame, sulla richiesta di arresti domiciliari per Enrico Pazzali, presidente autosospeso della Fondazione Fiera Milano tra gli indagati dell'inchiesta sul presunto dossieraggio che riguarda la società Equalize. La pubblica accusa insiste per le misure nei confronti di altre 11 posizioni, mentre rinuncia a chiedere il carcere per l'esperto informatico Nunzio Samuele Calamucci e gli altri hacker Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli.