Quaranta tavoli tematici, i “ribelli” usciti dal Pd e i dirigenti di Sel, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e quello di Messina Renato Accorinti, il leader della minoranza democratica Pippo Civati: sono i protagonisti di Sottosopra, la prima convention (in programma nel prossimo weekend) che punta a creare un polo a sinistra del Partito Democratico. L’hanno ribattezzata “l’Anti-Leopolda”, ma a Palermo, alla corte Sammuzzo, si cercherà di creare un’opposizione soprattutto al Pd siciliano nella forma creata dal sottosegretario Davide Faraone. Un asso pigliatutto che negli ultimi tempi ha regalato la tessera del Pd ad alcuni storici ras delle preferenze, per anni sostenitori di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo. “La questione morale guarda il rapporto malato tra la politica, la burocrazia e i grandi gruppi industriali del paese” dice il deputato di Sel Erasmo Palazzotto, pontiere dell’operazione che punta a fare della Sicilia il laboratorio politico per creare un unico polo alternativo ai democratici. “Quanti Ercole Incalza ci sono agli appuntamenti politici dei partiti? Quanti faccendieri c’erano alla Leopolda di Renzi come a quella di Faraone?” si chiede il parlamentare, che poi spiega di voler interloquire con “tutti quelli che condividono la necessità politica di una rottura radicale con il sistema di potere che ha governato e governa la Sicilia ininterrottamente da Cuffaro a Crocetta”.
Un esperimento, quindi, che parte dall’avvicinamento di Sel con i 500 ex esponenti del Pd che nelle scorse settimane hanno lasciato il partito sbattendo la porta. Si tratta di ex componenti della corrente di Civati, come Valentina Spata, che aveva già creato attrito nel Pd quando aveva dichiarato di votare per Federico Piccitto, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle nella sua città, Ragusa. Ma a lasciare il partito di Faraone sono stati anche diversi ex cuperliani: come Sabrina Rocca, già candidata sindaco di Trapani, che ha restituito la tessera subito dopo l’entrata nel Pd di Paolo Ruggirello, uno dei cinque deputati regionali provenienti da Articolo 4, già luogotenente di Lombardo, eletto all’Ars con la Lista di Nello Musumeci. “Io – spiega Rocca – mi ero candidata in opposizione ad una ipotesi che vedeva già allora un candidato sindaco comune tra il Pd e Ruggirello. E ne sono uscita quando l’avvento renziano ha decretato l’impossibilità di essere il partito guida della sinistra. Oggi il Pd è diventato il contenitore di ogni genere di arrivismo”. Ma non solo.
L’unione dei transfughi del Pd con Sel, Rifondazione Comunista ed esponenti del sindacato rappresenta solo il primo passo di un esperimento che punta al dialogo anche con altri soggetti politici: primo tra tutti il movimento dei sindaci, che Orlando ha annunciato di voler creare negli scorsi giorni. Non è un caso se alla convention palermitana sia stato invitato anche il sindaco di Messina Accorinti e quello di Caltanissetta Giovanni Ruvolo. All’orizzonte, poi, c’è il dialogo con il Movimento Cinque Stelle, che proprio in Sicilia ha cominciato la sua escalation elettorale alle Regionali del 2012. “Orlando – spiega sempre Palazzotto – sta lanciando da sindaco di Palermo e presidente dell’Anci regionale una sfida alla politica, così come in questi anni ha fatto in Sicilia anche il M5s. Siamo pronti a confrontarci e costruire alleanze con chiunque voglia rompere radicalmente col passato”. L’eterno laboratorio politico nazionale, insomma, è più attivo che mai.