Almeno 200mila persone hanno partecipato a Bologna alla manifestazione di Libera con la marcia per la 20esima Giornata della Memoria e dell’impegno. Il capoluogo emiliano è diventato così per un giorno “la capitale del no a criminalità e corruzione” come ha detto il sindaco Virginio Merola. Il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, ha parlato di necessità di “una nuova Resistenza etica, sociale e politica. In un momento in cui si parla tanto di riforme – ha aggiunto – ricordiamoci che la riforma più importante è quella delle coscienze”. In piazza 8 Agosto sono state ricordate tutte le vittime della mafia, delle stragi e del terrorismo. Moltissime persone si sono alternate al microfono sul palco per leggere alcuni nomi: fra loro il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, Romano Prodi, Maurizio Landini, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, tanti sindaci, magistrati, come Giancarlo Caselli, ma anche imprenditori, giovani, artisti e intellettuali, come l’attore Alessandro Bergonzoni e lo scrittore Carlo Lucarelli. “Oggi con forza dobbiamo dire che le mafie e la corruzione sono due facce della stessa medaglia” ha aggiunto don Ciotti.
Don Ciotti: “Basta leggi con i compromessi”
Per don Ciotti “non si può andare avanti così, non si possono avere mezze leggi fatte di compromessi e giochi di equilibrio. Le mafie sono tornate veramente molto molto forti, non sono infiltrate ma radicate”. “Le mafie sono tornate forti- è la denuncia del prete antimafia – Dobbiamo voltare pagina tutti insieme. Mi fa anche piacere una Chiesa che sa guardare in cielo ma non si dimentica e non si distrae rispetto ai problemi della terra”. D’altra parte è la giornata in cui Papa Francesco, che lo scorso anno era presente alla giornata di Libera, ha detto che la “corruzione spuzza” (cioè puzza) e che un cristiano corrotto non è un cristiano. “E’ una Chiesa che c’è – sottolinea Ciotti – Anche la Conferenza episcopale sta portando avanti degli stupendi progetti sui beni confiscati”.
“La politica abbia più coraggio”
Ma “nella lotta alla mafia – conclude don Ciotti – la politica deve avere più coraggio”. In questo senso dopo le “vittorie” sull’agenzia per i beni confiscati, i riconoscimenti ai familiari delle vittime e una legge sulla corruzione. Ma ha anche chiesto l’introduzione del reddito di cittadinanza, la cancellazione del vitalizio per i parlamentari condannati in via definitiva e alcune modifiche alla legge sull’autoriciclaggio. “Bisogna distinguere – ha detto don Ciotti – per non contendere. Perché in politica ci sono i mascalzoni, ma c’è anche tanta bella gente. Ma il messaggio che Libera, che è libera di nome e di fatto, non vuole essere strumentalizzata, lancia a tutta la politica è quello di avere più coraggio e di fare presto”.
Poletti: “Migliorare legge su beni confiscati”
Secondo il presidente del Senato Grasso “le ultime inchieste hanno dato riscontro alle cose che diciamo da anni, non da ora. L’abbiamo sempre detto anche quando ero magistrato e procuratore nazionale antimafia. Ho sempre valutato il pericolo di questo risvolto negativo anche di criminalità organizzata che utilizza la corruzione e non più tanto l’intimidazione”. Alla marcia il governo era rappresentato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, contestato da una decina di attivisti comunisti: “Bisogna combattere tutti i fenomeni criminali – ha detto – Dobbiamo farlo mettendo a posto le leggi, ad esempio migliorando quella sulla gestione dei beni confiscati che vede un problema di burocratizzazione e rende difficile l’uso dei beni”. Per il ministro, “quando sequestriamo i beni e non riusciamo a usarli, ci facciamo male da soli, perché vuol dire che invece di avere una forza in più per dimostrare che sequestro e riuso del bene sono un valore sociale, siamo la testimonianza del fatto che anche lì la burocrazia può fare dei danni”. Poletti ha sottolineato poi che l’esecutivo “deve continuare a fare il lavoro che ha fatto sul piano della lotta alla corruzione, fare il proprio mestiere sul piano dell’assunzione delle responsabilità e delle decisioni che deve prendere, essere coerente da questo punto di vista, migliorare la normativa sui beni sequestrati e fare questo percorso insieme a tutta la società civile”. “Oggi sono qui come c’ero un anno fa – ha concluso Poletti – e due anni e cinque anni fa. Hanno fatto una scelta giusta, perchè Bologna è una città che ha sempre dato un grande apporto alla libertà, alla democrazia e alla lotta alle mafie“.
Prodi: “La ‘ndrangheta in Emilia? Serve risveglio delle coscienze”
“E’ una manifestazione importante, speriamo che aiuti le singole coscienze perché la lotta alla mafia va fatta tutti i giorni da tutte le persone” dichiara l’ex presidente del Consiglio Prodi. “E’ uno dei più grandi cortei che ho visto in città. E’ bello che questo corteo sia grande, ma non misuriamolo nella grandezza, misuriamolo con lo spirito. E’ un corteo pieno di ragazzi, tanta gente diversa, a volte anche come ispirazione politica, che è qui per un contenuto etico”. Quanto alle inchieste di ‘ndrangheta che hanno interessato recentemente l’Emilia Romagna Prodi ha detto che anche da questo punto di vista è un problema individuale, perché “quando arriva un bisogno, un imprenditore in difficoltà, c’è sempre il simil-mafioso che ti presta, poi arriva il mafioso che ti cattura. La penetrazione è all’interno della società, anche tradizionalmente lontana dalla mafia. Purtroppo non dico che sia fatale, ma è un fenomeno ripetuto e non mi aspetto che questo tipo di penetrazione diminuisca. Per questo queste manifestazione sono importanti se risvegliano le coscienze del singolo”.