Un supervisore della legalità per ogni controllata e partecipata dal Tesoro. E’ questa una delle novità decisa a dicembre scorso dal tavolo Mef-Anac, che introduce la nuova direttiva sull’anti-corruzione che il ministero dell’Economia presenterà martedì, dopodiché partirà la consultazione online e successivamente verrà formalizzato il testo definitivo che dovranno recepire i consigli di amministrazione delle società pubbliche. L’identikit del candidato è quello di un dirigente interno ad ogni società, che si è contraddistinto negli anni per condotta irreprensibile, che sarà responsabile della lotta alla corruzione all’interno del gruppo e individuerà un piano ad hoc per la società stessa per rafforzare la trasparenza e combattere la corruzione. Toccherà inoltre al prescelto pubblicare ogni anno, entro il 15 dicembre, un’analisi con i risultati di prevenzione delle misure previste dal piano.
La definizione del piano presuppone però la “mappatura” delle aree aziendali più a rischio di reato (appalti, concessioni, finanziamenti, assunzioni) e dove dunque più forte dovrà essere l’attività di prevenzione. Allo stesso tempo dovrà essere messo a punto un codice di comportamento e dovrà essere osservata la massima trasparenza sul web di tutte le informazioni riguardanti la società (almeno di quelle non sensibili ai fini della concorrenza). Sul fronte dipendenti, sarà sancita l’incompatibilità degli incarichi e verrà anche disposta la rotazione dei dirigenti, punto questo diventato particolarmente caro all’Anac dopo il caso dei vigili romani e tornato alla ribalta con l’arresto di Ercole Incalza. Le linee guida non prevedono al momento un tetto di tempo, ma la legge delega sulla pubblica amministrazione prevede ad esempio per le amministrazioni un massimo di 6 anni, ovvero 3 anni di incarico nello stesso posto, rinnovabili al massimo per altri 3. Alla rotazione si affiancheranno dunque anche la distinzione e la ripartizione delle competenze: in pratica, ad esempio, chi svolge l’attività istruttoria non potrà adottare anche le decisioni, compiere gli accertamenti e portare a termine le verifiche. Pratica già adottata all’Agenzia delle Entrate, che ha fatto da pioniere in materia, sarà inoltre quella della “soffiata”: chiunque sarà testimone di un atto di corruzione potrà denunciarlo, nella massima tutela della privacy.
Una volta conclusa la consultazione, la direttiva del Mef dovrà essere recepita dagli organi di governo della società, mentre per le aziende che emettono strumenti finanziari (dunque non solo le quotate ma ad esempio anche Ferrovie, Gse e ora Rai) sarà aperto un tavolo tecnico con la partecipazione anche della Consob. Accanto alla direttiva del Tesoro, il piano per la lotta alla corruzione prevede inoltre la presentazione delle linee-guida dell’Authority anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone per le società pubbliche, gli enti locali e le fondazioni.