Condannati, assolti, condannati e ancora assolti. Ma è quest’ultimo giudizio, quella della Cassazione, il più importante per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, i due giovani imputati per l’omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese trucidata la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre del 2007. Dopo otto anni di battaglie e cinque gradi di giudizio e dieci ore di camera di consiglio la V sezione penale della Suprema corte, presieduta da Gennaro Marasca, hanno accolto in pieno le richieste delle difese annullando la condanna inflitta dalla corte di Assise d’appello di Firenze senza alcun rinvio ad altri giudici. Questo significa che il caso del delitto di Perugia, almeno dal punto di vista penale è chiuso qui e che per la legge italiana c’è un solo colpevole Rudy Guede, l’ivoriano che sta scontando una pena a 16 anni per concorso in omicidio. A questo punto con ignoti.

Alla ex studentessa americana è stata confermata la condanna a tre anni per calunnia, ma la pena è già scontata perché la giovane come del resto Sollecito sono stati in carcere per quattro anni. I due ex fidanzatini erano stati condannati nel processo d’appello bis a 25 anni il primo e a 28 anni e sei mesi la seconda. 

video di Mauro Episcopo

L’avvocato Giulia Bongiorno: “È un giorno importantissimo”
Le oltre 650 pagine di ricorso dell’avvocato Giulia Bongiorno, difensore del giovane pugliese, hanno quindi smontato la ricostruzione dell’accusa e anche il verdetto di condanna su diversi elementi di “illogicità” di quella sentenza, che escludendo il movente del gioco erotico a cui Mez non avrebbe voluto partecipare sostenendo che il movente del delitto era stato una semplice lite. “È giorno importantissimo per la giustizia perché Raffaele è stato per 4 anni in carcere, anni durissimi che ha affrontato a viso alto, senza mai protestare. Con un massimo rispetto per le istituzioni”. Il padre di Raffaele, Francesco Sollecito, ha accolto in lacrime la sentenza. “È finita… è finita. Stiamo piangendo di gioia”. Poco dopo, ha parlato dalla Puglia lo stesso Raffaele: “Sono felicissimo, la stessa magistratura che mi ha condannato ingiustamente mi ha restituito oggi la dignità e la libertà”.

La difesa di Amanda: “Chiederemo il risarcimento per ingiusta detenzione”
Sull’altro fronte la liberazione non si accompagna solo a gioia. “Amanda è felice, chiederemo il risarcimento per ingiusta detenzione” dice l’avvocato Carlo Della Vedova che ha parlato al telefono con Knox, comunicandole l’assoluzione dal reato di omicidio. Amanda è stata condannata per le accuse risultate false nei confronti di Patrick Lumumba, ma ha sofferto una carcerazione preventiva superiore alla pena inflittale. Poi ci sono i parenti della vittima, Meredith Kercher. Su quali si abbatte una tegola. “È  una verità difficile da digerire per la famiglia, per noi che l’abbiamo difesa e per i giudici che hanno emesso i verdetti di condanna” dice l’avvocato Francesco Maresca, difensore della famiglia Kercher.

Il pg: “Confermare la condanna, infierirono in tre su di lei”
Per Amanda Knox e Raffaele Sollecito il pg Mario Pinelli aveva chiesto però la conferma della condanna sostenendo che la sentenza di condanna dell’appello bis era “pienamente osservante delle indicazioni ricevute dalla Cassazione”e che “non vi fu alcuna colluttazione, a meno che non si voglia definire colluttazione la difesa di una vittima su cui inferiscono tre persone (Knox, Sollecito e Guede)”. Le difese dei due imputati invece avevano chiesto l’annullamento del verdetto di condanna senza rinvio. Il commento del sostituto procuratore Giancarlo Costagliola è di stupore: “Sono curioso di leggere la sentenza. Prendo atto della decisione e ho il massimo rispetto per le decisioni della Corte”. Costagliola aveva rappresentato l’accusa in appello insieme a Giuliano Mignini e Manuela Comodi.

L’avvocato Bongiorno: “Sollecito è un puro come Forrest Gump”
Giulia Bongiorno
, legale di Sollecito, aveva sostenuto che nel verdetto di condanna in secondo grado nel processo bis c’era stata “una valanga di errori”. “Sollecito non ha mai depistato, anzi ha sempre collaborato alle indagini, durante l’aggressione a Meredith vedeva i cartoni animati: Raffaele Sollecito è un puro che si vede coinvolto in vicende spettacolari e gigantesche delle quali, come Forrest Gump, non si rende conto. Assolvetelo!”. Nella sua arringa aveva contestato le due perizie che, ad avviso dei giudici fiorentini, inchioderebbero Sollecito. Quella sul gancetto del reggiseno di Meredith, e quella sul coltellaccio. Bongiorno aveva poi fatto presente che dopo la prima perquisizione, svoltasi dal 2 al 5 novembre 2007, “l’ambiente della casa non è stato sigillato e successivamente, quando ormai Sollecito era in carcere da 46 giorni, sono stati fatti altri prelievi”.

La difesa di Amanda: “In Questura confessione falsa”
In difesa di Amanda avevano parlato la scorsa udienza i difensori Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. “La notte in cui Amanda fu portata in Questura e dopo cinque ore di interrogatorio senza interprete e senza avvocato le fu fatto firmare il verbale, qualche cosa deve essere andato storto perché non c’è né una registrazione, né un video: quella fu una falsa confessione”. Dalla Vedova aveva poi puntato il dito contro Rudy Guede, l’ivoriano condannato per primo e con rito abbreviato per l’omicidio di Meredith in concorso con ignoti. La giovane americana ha atteso la sentenza a Seattle accanto ai genitori. “È molto preoccupata, non dorme, e sta sulle spine in attesa dal verdetto della Cassazione” aveva riferito uno dei suoi difensori.

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