Sarà che il capitolo più facile da tagliare, il welfare, è il più impopolare. Mentre far calare la scure su quelli più difficili causerebbe troppe resistenze. E, come il premier Matteo Renzi non manca mai di ricordare, la spending review è una scelta politica. Fatto sta che da una trentina d’anni i governi italiani tentano di ridurre la spesa pubblica, ma i risultati parlano da soli: nel 1990 le uscite complessive dello Stato, contando anche gli interessi sul debito, ammontavano (in euro e al cambio attuale) a circa 340 miliardi, nel 2000 sono salite a 549 e nel 2014 sono lievitate a 825 miliardi. “Colpa”, stando ai dati della ragioneria generale dello Stato, di pensioni e altre prestazioni sociali ma soprattutto della voce “amministrazione generale, vale a dire il costo sostenuto per beni e servizi acquistati dalla pubblica amministrazione. Ora, dopo il ritorno di Carlo Cottarelli al Fondo monetario internazionale, Renzi ci riprova nominando un altro commissario ad hoc. I prescelti sono il deputato Pd Yoram Gutgeld, ex partner della società di consulenza McKinsey e consigliere della prima ora del premier, e Roberto Perotti, docente alla Bocconi e collaboratore del sito lavoce.info. Da adesso in poi saranno i due economisti che dall’anno scorso siedono nella informale “cabina di regia economica” di Palazzo Chigi a proporre dove utilizzare le forbici per limare le uscite di ministeri, amministrazioni locali ed enti previdenziali. Un’impresa da far tremare le vene dei polsi, visto l’esito dell’azione dei predecessori.
Da Giarda a Cottarelli una lunga sequenza di tentativi falliti – In principio furono le Commissioni tecniche per la spesa pubblica, la prima in attività dal 1986 al 2005 sotto la guida di Piero Giarda e la seconda operativa dal 2007 al 2008 per volere dell’allora ministro Tommaso Padoa Schioppa. Mario Monti nel 2012 ha provato a mettere in campo, a fianco dello stesso Giarda nominato nel frattempo ministro per i rapporti con il Parlamento, addirittura il tridente Giuliano Amato – Enrico Bondi – Francesco Giavazzi: l’ex premier e giudice costituzionale si è occupato di analizzare i finanziamenti ai partiti, l’ex commissario straordinario di Parmalat e dell’Ilva ha proposto un piano di razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi e l’economista della Bocconi ha messo a punto raccomandazioni sui contributi alle imprese. Ma solo sul primo aspetto è intervenuta una legge ad hoc che elimina in maniera graduale i contributi pubblici, pur continuando a prevedere corpose agevolazioni fiscali. Dimessosi Bondi, è stata la volta del ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, rimasto in carica solo cinque mesi a cavallo dell’avvicendamento tra Monti ed Enrico Letta. Quest’ultimo per affrontare il problema ha chiamato in Italia da Washington Cottarelli, che ha finito il lavoro sotto il nuovo esecutivo. Giusto il tempo di presentare il piano per disboscare la “giungla” delle società partecipate, ancora inattuato, e l’economista ha avuto il benservito da Renzi e se ne è tornato all’Fmi.
Intanto le spese dello Stato continuano a lievitare – Ed ecco gli esiti: in base agli ultimi Documenti di economia e finanza (Def) le spese correnti, al netto di quelle in conto capitale e degli interessi passivi sul debito pubblico, si sono impennate dai 661 miliardi del 2009 ai 681 del 2014. In mezzo, nel 2011 e 2012, c’è stato un lieve calo, ma l’illusione è durata poco. E per il 2015 è previsto un altro aumento a 689,8 miliardi. Per di più, stando alle stime del governo, non andrà meglio nemmeno negli anni successivi, quelli che dovrebbero segnare il decollo della ripresa produttiva e di conseguenza essere caratterizzati da un minor ricorso agli ammortizzatori, sgonfiando così il capitolo prestazioni sociali. Nel 2016 l’esborso complessivo è visto in salita a 699 miliardi, per toccare i 711 nel 2017. In quell’anno l’impatto sul pil dovrebbe calare dal 42,9% del 2014 al 41,1%, ma solo grazie al previsto aumento del prodotto. Sempre che il governo non riesca a mettere a segno i risparmi indicati nel Def dello scorso anno: fino a 17 miliardi quest’anno e 32 nel 2016. Il nuovo Documento è atteso entro dieci giorni e sarà la cartina di tornasole delle intenzioni dell’esecutivo.
Indispensabili 16 miliardi di tagli per evitare aumento dell’Iva – Intervenire è urgente. Perché entro fine anno la “priorità assoluta”, come confermato da Gutgeld in un’intervista a Repubblica subito dopo la nomina, è togliere di mezzo la spada di Damocle che incombe sulle prospettive di ripartenza dell’economia: le clausole di salvaguardia con cui, come ricordato di recente dalla Corte dei Conti, le ultime manovre finanziarie hanno sostituito i tagli di spesa, rinviandoli al futuro. Si tratta di postille che dispongono aumenti automatici di accise e aliquote nel caso in cui le previsioni dell’esecutivo sul gettito o, appunto, sui risparmi da razionalizzazioni della spesa si rivelino troppo ottimistiche. In mancanza di interventi, nel 2016 sommando le clausole delle leggi di Stabilità di Letta e di Renzi scatteranno ritocchi all’insù dell’Iva e delle accise sui carburanti per un ammontare di oltre 16 miliardi. Occorre dunque trovarne altrettanti con misure sostitutive. E l’esecutivo conta di poter inserire un capitolo ad hoc nel prossimo Def, atteso per aprile. Poi l’impresa promette di diventare ancora più difficile: per il 2017 e 2018 dovranno essere reperiti rispettivamente 25,5 e 28,2 miliardi.
Al via sulla carta i tagli alle partecipate. Interventi timidi su prefetture e polizia – Gutgeld e Perotti non partiranno da zero. Il deputato di origini israeliane ha ribadito sabato quel che il ministro Pier Carlo Padoan assicura da un mese: i dossier fantasma di Cottarelli “saranno presto resi pubblici” e anche da lì verranno tratte indicazioni. Diverse proposte dell’ex commissario sono state già archiviate (vedi il piano “città buie“) ma l’intervento sulle partecipate, almeno sulla carta, procede. Alcune misure di riordino, come il commissariamento di quelle in rosso, sono state inserite nella riforma della Pa di Marianna Madia, attesa in aula al Senato il 2 aprile dopo mesi di stallo in Commissione. Entro fine mese governatori, presidenti delle province, sindaci e vertici di università e Camere di Commercio dovranno approvare un piano con i dettagli del programma di razionalizzazione che intendono portare avanti e i risparmi previsti. Sempre nel ddl pa sono poi entrati la razionalizzazione delle Prefetture, che da 110 scenderanno a 40-70 e verranno in parte assorbite dai nuovi Uffici territoriali dello Stato, e dei corpi di polizia, che scenderanno da cinque a quattro (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Penitenziaria) in seguito all’abolizione della Forestale. Stop poi alle sovrapposizioni tra ministeri e authority indipendenti. E il Consiglio dei ministri di venerdì ha varato un nuovo decreto sui costi e fabbisogni standard di Comuni e Regioni in una serie di settori (dall’istruzione alla gestione del territorio) con l’obiettivo di ridurre l’eccessiva variabilità delle uscite. Nel Def dovrebbe infine essere messo nero su bianco l’ammontare delle risorse che il governo punta a recuperare con la dismissione degli immobili pubblici. E’ invece in un ddl ad hoc la razionalizzazione del trasporto pubblico locale, con l’obbligo di gare per l’affidamento del servizio e un taglio delle risorse alle Regioni che non lo rispettano.
Pensioni e sanità di nuovo nel mirino – Sulle pensioni, come confermato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dal presidente dell’Inps Tito Boeri, si attende a breve un nuovo intervento per dare la possibilità a chi lo vuole di lasciare il lavoro in anticipo accettando un assegno ridotto. Gutgeld, Perotti e lo stesso Boeri hanno anche auspicato il ricalcolo con il metodo contributivo delle “vecchie” pensioni retributive e una pesante tassazione della parte non dovuta sulla base dei contributi versati. Parlando con il quotidiano di Largo Fochetti, il deputato Pd spiega che “la decisione politica è stata di non riaprire” la questione, ma sembra propenso a intervenire sulla “frammentazione” dell’assistenza sociale tra Inps, Comuni e aziende sanitarie locali, perché oggi “finisce che alcuni godono di tre prestazioni, altri di nessuna”. Un altro capitolo di spesa nel mirino è quello della sanità: anche qui secondo Gutgeld la parola d’ordine è “costi standard”. La titolare Beatrice Lorenzin ha detto che “gli esami diagnostici inutili legati alla medicina difensiva costano all’Italia 13 miliardi di euro l’anno” e il ministero sta lavorando a “protocolli stringenti che evitino gli sprechi”. Secondo Lorenzin ci sono poi spazi di intervento anche nell’ambito dei ricoveri, spesso troppo lunghi. Come evidenziato dalla Corte dei Conti, però, la distanza tra una riduzione virtuosa della spesa e un peggioramento dei servizi ai cittadini è breve. Infine, è noto che Gutgeld è scettico sulle grandi opere come il Tav. “Di fatto comportano una redistribuzione di risorse da chi ha pagato le tasse ai costruttori”, ha detto poche settimane fa durante un convegno a Milano. Aprendo all’idea di imporre al Cipe un’analisi costi-benefici per verificare l’opportunità di investire miliardi in quel progetto.
Modificato da redazionweb alle 11.50 di domenica 29 marzo
Economia
Spending review, Renzi cambia cavallo ma il problema resta. Anzi peggiora
Scaricato Cottarelli, l'esecutivo affida la regia dei tagli al consigliere economico di Palazzo Chigi Yoram Gutgeld, affiancato da Roberto Perotti. Che dovrà entro fine anno trovare 16 miliardi per evitare gli aumenti di tasse previsti dalle "clausole di salvaguardia" delle ultime leggi di Stabilità. I risultati ottenuti finora non fanno ben sperare: le spese correnti dello Stato sono salite dai 661 miliardi del 2009 ai 681 del 2014 e per il 2015 è previsto un altro aumento a 689,8
Sarà che il capitolo più facile da tagliare, il welfare, è il più impopolare. Mentre far calare la scure su quelli più difficili causerebbe troppe resistenze. E, come il premier Matteo Renzi non manca mai di ricordare, la spending review è una scelta politica. Fatto sta che da una trentina d’anni i governi italiani tentano di ridurre la spesa pubblica, ma i risultati parlano da soli: nel 1990 le uscite complessive dello Stato, contando anche gli interessi sul debito, ammontavano (in euro e al cambio attuale) a circa 340 miliardi, nel 2000 sono salite a 549 e nel 2014 sono lievitate a 825 miliardi. “Colpa”, stando ai dati della ragioneria generale dello Stato, di pensioni e altre prestazioni sociali ma soprattutto della voce “amministrazione generale, vale a dire il costo sostenuto per beni e servizi acquistati dalla pubblica amministrazione. Ora, dopo il ritorno di Carlo Cottarelli al Fondo monetario internazionale, Renzi ci riprova nominando un altro commissario ad hoc. I prescelti sono il deputato Pd Yoram Gutgeld, ex partner della società di consulenza McKinsey e consigliere della prima ora del premier, e Roberto Perotti, docente alla Bocconi e collaboratore del sito lavoce.info. Da adesso in poi saranno i due economisti che dall’anno scorso siedono nella informale “cabina di regia economica” di Palazzo Chigi a proporre dove utilizzare le forbici per limare le uscite di ministeri, amministrazioni locali ed enti previdenziali. Un’impresa da far tremare le vene dei polsi, visto l’esito dell’azione dei predecessori.
Da Giarda a Cottarelli una lunga sequenza di tentativi falliti – In principio furono le Commissioni tecniche per la spesa pubblica, la prima in attività dal 1986 al 2005 sotto la guida di Piero Giarda e la seconda operativa dal 2007 al 2008 per volere dell’allora ministro Tommaso Padoa Schioppa. Mario Monti nel 2012 ha provato a mettere in campo, a fianco dello stesso Giarda nominato nel frattempo ministro per i rapporti con il Parlamento, addirittura il tridente Giuliano Amato – Enrico Bondi – Francesco Giavazzi: l’ex premier e giudice costituzionale si è occupato di analizzare i finanziamenti ai partiti, l’ex commissario straordinario di Parmalat e dell’Ilva ha proposto un piano di razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi e l’economista della Bocconi ha messo a punto raccomandazioni sui contributi alle imprese. Ma solo sul primo aspetto è intervenuta una legge ad hoc che elimina in maniera graduale i contributi pubblici, pur continuando a prevedere corpose agevolazioni fiscali. Dimessosi Bondi, è stata la volta del ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, rimasto in carica solo cinque mesi a cavallo dell’avvicendamento tra Monti ed Enrico Letta. Quest’ultimo per affrontare il problema ha chiamato in Italia da Washington Cottarelli, che ha finito il lavoro sotto il nuovo esecutivo. Giusto il tempo di presentare il piano per disboscare la “giungla” delle società partecipate, ancora inattuato, e l’economista ha avuto il benservito da Renzi e se ne è tornato all’Fmi.
Intanto le spese dello Stato continuano a lievitare – Ed ecco gli esiti: in base agli ultimi Documenti di economia e finanza (Def) le spese correnti, al netto di quelle in conto capitale e degli interessi passivi sul debito pubblico, si sono impennate dai 661 miliardi del 2009 ai 681 del 2014. In mezzo, nel 2011 e 2012, c’è stato un lieve calo, ma l’illusione è durata poco. E per il 2015 è previsto un altro aumento a 689,8 miliardi. Per di più, stando alle stime del governo, non andrà meglio nemmeno negli anni successivi, quelli che dovrebbero segnare il decollo della ripresa produttiva e di conseguenza essere caratterizzati da un minor ricorso agli ammortizzatori, sgonfiando così il capitolo prestazioni sociali. Nel 2016 l’esborso complessivo è visto in salita a 699 miliardi, per toccare i 711 nel 2017. In quell’anno l’impatto sul pil dovrebbe calare dal 42,9% del 2014 al 41,1%, ma solo grazie al previsto aumento del prodotto. Sempre che il governo non riesca a mettere a segno i risparmi indicati nel Def dello scorso anno: fino a 17 miliardi quest’anno e 32 nel 2016. Il nuovo Documento è atteso entro dieci giorni e sarà la cartina di tornasole delle intenzioni dell’esecutivo.
Indispensabili 16 miliardi di tagli per evitare aumento dell’Iva – Intervenire è urgente. Perché entro fine anno la “priorità assoluta”, come confermato da Gutgeld in un’intervista a Repubblica subito dopo la nomina, è togliere di mezzo la spada di Damocle che incombe sulle prospettive di ripartenza dell’economia: le clausole di salvaguardia con cui, come ricordato di recente dalla Corte dei Conti, le ultime manovre finanziarie hanno sostituito i tagli di spesa, rinviandoli al futuro. Si tratta di postille che dispongono aumenti automatici di accise e aliquote nel caso in cui le previsioni dell’esecutivo sul gettito o, appunto, sui risparmi da razionalizzazioni della spesa si rivelino troppo ottimistiche. In mancanza di interventi, nel 2016 sommando le clausole delle leggi di Stabilità di Letta e di Renzi scatteranno ritocchi all’insù dell’Iva e delle accise sui carburanti per un ammontare di oltre 16 miliardi. Occorre dunque trovarne altrettanti con misure sostitutive. E l’esecutivo conta di poter inserire un capitolo ad hoc nel prossimo Def, atteso per aprile. Poi l’impresa promette di diventare ancora più difficile: per il 2017 e 2018 dovranno essere reperiti rispettivamente 25,5 e 28,2 miliardi.
Al via sulla carta i tagli alle partecipate. Interventi timidi su prefetture e polizia – Gutgeld e Perotti non partiranno da zero. Il deputato di origini israeliane ha ribadito sabato quel che il ministro Pier Carlo Padoan assicura da un mese: i dossier fantasma di Cottarelli “saranno presto resi pubblici” e anche da lì verranno tratte indicazioni. Diverse proposte dell’ex commissario sono state già archiviate (vedi il piano “città buie“) ma l’intervento sulle partecipate, almeno sulla carta, procede. Alcune misure di riordino, come il commissariamento di quelle in rosso, sono state inserite nella riforma della Pa di Marianna Madia, attesa in aula al Senato il 2 aprile dopo mesi di stallo in Commissione. Entro fine mese governatori, presidenti delle province, sindaci e vertici di università e Camere di Commercio dovranno approvare un piano con i dettagli del programma di razionalizzazione che intendono portare avanti e i risparmi previsti. Sempre nel ddl pa sono poi entrati la razionalizzazione delle Prefetture, che da 110 scenderanno a 40-70 e verranno in parte assorbite dai nuovi Uffici territoriali dello Stato, e dei corpi di polizia, che scenderanno da cinque a quattro (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Penitenziaria) in seguito all’abolizione della Forestale. Stop poi alle sovrapposizioni tra ministeri e authority indipendenti. E il Consiglio dei ministri di venerdì ha varato un nuovo decreto sui costi e fabbisogni standard di Comuni e Regioni in una serie di settori (dall’istruzione alla gestione del territorio) con l’obiettivo di ridurre l’eccessiva variabilità delle uscite. Nel Def dovrebbe infine essere messo nero su bianco l’ammontare delle risorse che il governo punta a recuperare con la dismissione degli immobili pubblici. E’ invece in un ddl ad hoc la razionalizzazione del trasporto pubblico locale, con l’obbligo di gare per l’affidamento del servizio e un taglio delle risorse alle Regioni che non lo rispettano.
Pensioni e sanità di nuovo nel mirino – Sulle pensioni, come confermato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dal presidente dell’Inps Tito Boeri, si attende a breve un nuovo intervento per dare la possibilità a chi lo vuole di lasciare il lavoro in anticipo accettando un assegno ridotto. Gutgeld, Perotti e lo stesso Boeri hanno anche auspicato il ricalcolo con il metodo contributivo delle “vecchie” pensioni retributive e una pesante tassazione della parte non dovuta sulla base dei contributi versati. Parlando con il quotidiano di Largo Fochetti, il deputato Pd spiega che “la decisione politica è stata di non riaprire” la questione, ma sembra propenso a intervenire sulla “frammentazione” dell’assistenza sociale tra Inps, Comuni e aziende sanitarie locali, perché oggi “finisce che alcuni godono di tre prestazioni, altri di nessuna”. Un altro capitolo di spesa nel mirino è quello della sanità: anche qui secondo Gutgeld la parola d’ordine è “costi standard”. La titolare Beatrice Lorenzin ha detto che “gli esami diagnostici inutili legati alla medicina difensiva costano all’Italia 13 miliardi di euro l’anno” e il ministero sta lavorando a “protocolli stringenti che evitino gli sprechi”. Secondo Lorenzin ci sono poi spazi di intervento anche nell’ambito dei ricoveri, spesso troppo lunghi. Come evidenziato dalla Corte dei Conti, però, la distanza tra una riduzione virtuosa della spesa e un peggioramento dei servizi ai cittadini è breve. Infine, è noto che Gutgeld è scettico sulle grandi opere come il Tav. “Di fatto comportano una redistribuzione di risorse da chi ha pagato le tasse ai costruttori”, ha detto poche settimane fa durante un convegno a Milano. Aprendo all’idea di imporre al Cipe un’analisi costi-benefici per verificare l’opportunità di investire miliardi in quel progetto.
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Roma. 18 mar. (Adnkronos Salute) - 'Sos uova' negli Usa, con scaffali vuoti e prezzi alle stelle causati dall'ondata di focolai di influenza aviaria negli allevamenti. "Le uova sono un alimento altamente nutriente, ricco di proteine di elevata qualità, vitamine e minerali essenziali per il benessere del corpo. Grazie al loro valore biologico e alle numerose proprietà benefiche, sono spesso protagoniste in cucina, sia in preparazioni dolci che salate. La recente epidemia di influenza aviaria negli Stati Uniti ha portato all'abbattimento di milioni di galline ovaiole. Ma la buona notizia è che esistono molte alternative valide che possono compensare, almeno in parte, le caratteristiche nutrizionali e funzionali delle uova". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è l'immunologo clinico Mauro Minelli, docente di Nutrizione all'Università Lum.
"Negli ultimi anni, sempre più persone scelgono di eliminare le uova dalla propria alimentazione, sia per motivi etici - come nel caso di chi segue una dieta vegana - sia per esigenze di salute, come accade per esempio in caso di allergie o di eventuali intolleranze", osserva Minelli. "Se consumate come alimento principale, alcune fonti vegetali come quinoa, soia e ceci possono rappresentare un'ottima alternativa - suggerisce il docente - poiché ricche di proteine, vitamine e minerali in grado di avvicinarsi ai benefici offerti dalle uova. Sostituire le uova nelle ricette, invece, può risultare più complesso. Oltre ad apportare valore nutrizionale, infatti, questo ingrediente svolge anche un ruolo fondamentale nella struttura delle preparazioni, fungendo da legante e agente lievitante".
Secondo Minelli, "in alcuni casi, i formaggi possono sostituire le uova per il loro elevato tenore in proteine, simile a quello delle uova. In particolare, i sostituti dell'uovo possono essere i formaggi cremosi come la ricotta o il mascarpone, che spesso vengono usati come legante di altri ingredienti in impasti di torte salate, polpette o ripieni; oppure il formaggio grattugiato, come il parmigiano o il pecorino, può dare struttura e compattezza a preparazioni come sformati e gnocchi". Sebbene non esista un unico alimento vegetale in grado di replicare la funzione di legante e di agente lievitante, "è possibile ottenere risultati simili utilizzando diverse alternative. Ad esempio, si possono impiegare ingredienti come purea di frutta, yogurt vegetale o farina di ceci per migliorare la consistenza e il legame tra gli elementi, mentre per la lievitazione si può ricorrere a lievito chimico o bicarbonato di sodio", conclude il medico.
Roma, 18 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Giovedì 20 marzo 2025, in occasione della Giornata nazionale delle università, promossa dalla Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) e Anci, l’Università di Roma Tor Vergata aderisce all’iniziativa 'Università svelate', aprendo il suo orto botanico a studenti delle scuole medie inferiori e superiori, cittadini e comunità universitaria per un’esperienza immersiva nella ricerca sulla sostenibilità e sulla tutela della biodiversità. L’iniziativa rappresenta un’opportunità per l’Università di Roma Tor Vergata di svelare un luogo non conosciuto da tutti del territorio, ma di grande valore scientifico e didattico, avvicinando le giovani generazioni e la cittadinanza alla consapevolezza ambientale.
In particolare, le scuole avranno l’occasione di far scoprire agli studenti come la ricerca botanica possa offrire soluzioni concrete per la tutela dell’ecosistema e comprendere il ruolo attivo che ogni cittadino deve avere nel rispetto dell’ambiente.
La giornata si aprirà alle ore 10.30 con una conferenza online su Microsoft Teams, con gli interventi di Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, Antonella Canini, prorettrice all’Ambiente, alla sostenibilità e alla transizione energetica, Rosaria Alvaro, prorettrice alle Politiche di innovazione sociale, e Nicola Franco, presidente del VI Municipio.
“L’iniziativa Università svelate è un’opportunità per aprire le porte della conoscenza e mostrare il valore della ricerca scientifica per la società. In questa giornata vogliamo rendere accessibile a tutti un luogo chiave del nostro Ateneo: l’Orto Botanico. Un patrimonio di biodiversità e ricerca che mettiamo a disposizione delle scuole e dei cittadini, per sensibilizzare sull’importanza della tutela dell’ambiente e della sostenibilità”, ha dichiarato il rettore Nathan Levialdi Ghiron.
Il programma prevede due visite guidate gratuite, alle ore 11.00 e alle ore 16.00, durante le quali studenti, cittadini e comunità accademica potranno esplorare le collezioni botaniche, osservare da vicino le specie vegetali conservate e conoscere i progetti di ricerca attivi per la conservazione della biodiversità e la rigenerazione ambientale. Oltre alle visite guidate, saranno organizzate lezioni itineranti, in cui i partecipanti potranno approfondire temi legati alla sostenibilità, alla botanica applicata e all’impatto ambientale delle attività umane, grazie alla guida di esperti e ricercatori dell’Ateneo.
“L’orto botanico di Roma Tor Vergata è un centro di ricerca, conservazione e formazione, in cui lo studio delle piante diventa un elemento chiave per la sostenibilità ambientale e per le biotecnologie verdi. Con questa iniziativa vogliamo trasmettere ai più giovani l’importanza della biodiversità, mostrando come la scienza possa offrire strumenti concreti per la tutela dell’ecosistema. La conoscenza botanica non è solo studio, ma un’azione di responsabilità verso il nostro pianeta”, ha spiegato Antonella Canini, prorettrice all’Ambiente, alla sostenibilità e alla transizione energetica.
Durante le attività, i partecipanti avranno l’opportunità di comprendere il ruolo delle piante nella vita quotidiana, dall’agricoltura sostenibile alla rigenerazione urbana attraverso le specie autoctone, e di scoprire come ciascuno possa contribuire alla salvaguardia dell’ambiente con piccoli gesti quotidiani. L’orto botanico non è solo un centro di ricerca, ma un ponte tra università e territorio, un luogo che custodisce un prezioso patrimonio di biodiversità e innovazione scientifica. L’iniziativa Università Svelate rappresenta un’occasione unica per scoprire questo spazio e per riflettere sulle sfide ecologiche del presente e del futuro.
“L’università deve essere parte attiva della società, promuovendo il dialogo e la consapevolezza sulle grandi sfide che ci troviamo ad affrontare. Con l’iniziativa Università Svelate vogliamo creare un’opportunità di crescita per i più giovani, affinché questa esperienza diventi il punto di partenza per un percorso di responsabilità e di attenzione verso il mondo che ci circonda. Vogliamo raccontare e mostrare concretamente come gli atenei siano un patrimonio collettivo, aperto a tutti e orientato al futuro”, ha sottolineato Rosaria Alvaro, prorettrice alle Politiche di innovazione sociale.
Questa giornata non è solo un’occasione per visitare un luogo speciale, ma un’opportunità per guardare la natura con occhi diversi. Ogni passo tra le piante dell’orto botanico può diventare il primo verso una maggiore consapevolezza ambientale, da portare con sé ben oltre questa esperienza.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Reputiamo molto incoraggianti gli sviluppi politici in Libano, e l’Italia continuerà a fare la propria parte a favore della stabilità e della sovranità libanese. In questo quadro, il mantenimento del cessate il fuoco rimane un fattore decisivo, così come l’impegno per sostenere le fasce più deboli della popolazione, a partire da sfollati interni e rifugiati". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Torniamo ad esprimere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Siria, in particolare dopo gli ultimi brutali attacchi che hanno visto milizie legate al nuovo governo di transizione uccidere centinaia di civili, appartenenti in gran parte alla minoranza alawita, ma colpendo anche la minoranza cristiana. Insieme ai partner europei, siamo impegnati a richiamare il nuovo Governo a garantire una transizione democratica, fondata sul rispetto e sulla piena inclusione di tutte le minoranze etniche e religiose, a partire da quelle alawita, cristiana e curda". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato sul prossimo Consiglio europeo.
"La lotta al terrorismo è un altro aspetto determinante. Non ci devono essere spazi per un nuovo insorgere dell’Isis o ambiguità verso gruppi che intendano fare della Siria una base per organizzazioni terroristiche. Solo il rispetto di queste condizioni -ha concluso la premier- potrà consentire l’implementazione del ritiro delle sanzioni e delle misure restrittive iniziato settimane fa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Stiamo seguendo con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi la Corte di Giustizia, relativo proprio ai trattenimenti in Albania, ma non solo, e devo dire di essere rimasta favorevolmente colpita dal fatto che la maggioranza degli Stati membri Ue, così come la stessa Commissione europea, siano intervenuti, tra la fase scritta e la fase orale della causa, per sostenere la posizione dell’Italia sul concetto di Paese sicuro di origine. L’auspicio, ovviamente, è che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dell’Italia ma di tutti gli Stati Membri e dell’Unione europea stessa, perché significherebbe minare alla base il sistema di Schengen e la stabilità stessa dell’Europa". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Ma in ogni caso -ha aggiunto la premier- stiamo proponendo alla Commissione di anticipare il più possibile l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo Patto migrazione e asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro, anche per fare definitiva chiarezza su un tema molto controverso e oggetto, come sapete, di provvedimenti giudiziari dal sapore spesso ideologico".
Roma, 18 (Adnkronos) - "In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una Direttiva a un Regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati membri. Lo riteniamo uno sviluppo estremamente significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancor più efficace l’azione di rimpatrio di chi non ha titolo ad essere accolto sul territorio europeo. È fondamentale che l’Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul nostro territorio, devi essere rimpatriato". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Ravenna, 18 mar. (Adnkronos) - Manca solo un mese all’avvio della nuova stagione di Mirabilandia! L’appuntamento è fissato per giovedì 17 aprile alle ore 10.30. Il Parco divertimenti più grande d’Italia si prepara a un 2025 imperdibile con delle incredibili novità. Grande attesa per Nickelodeon Land, la nuova area di ben 25.000 mq dedicata alle famiglie con bambini e giovani adulti, dove divertirsi in compagnia di SpongeBob, Patrick, le Tartarughe Ninja, Dora e la Paw Patrol. All’interno dell’area troveranno posto 10 attrazioni, 3 punti ristoro a tema, 2 aree meet&greet e uno shop tematizzato. I fan di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo saliranno a bordo del nuovo coaster per famiglie Cowabunga Carts per un’avventura adrenalinica in compagnia delle Tartarughe Ninja. Gli appassionati di viaggi troveranno una foresta pluviale da scoprire insieme all’amata esploratrice Dora e il suo Dora’s Train Adventure, con una colonna sonora che farà cantare, battere le mani e sorridere tutti insieme. Un’esperienza indimenticabile sarà anche il Boots’ Balloons per salire in alto, molto in alto, in una mongolfiera.
Gli amici di SpongeBob e Patrick troveranno i loro personaggi preferiti a Splish Splat per un’esperienza rinfrescante, nelle stanze della casa di SpongeBob and Friends oppure a Jellyfish Jam per volare in alto e inseguire le meduse giganti. Per perdere la testa ad alta velocità, immancabile una corsa sul Bikini Bottom Express. I cuccioli Paw Patrol saranno i padroni di casa della famosa torre di controllo a Paw Patrol Adventure Bay con la versione in miniatura dei loro veicoli. Cinture allacciate e grande azione per il coaster Paw Patrol To The Rescue e Rubble’s Rapids per un’avventura acquatica. Uniche le atmosfere di Adventure Bay Carousel per un giro insieme agli amici a 4 zampe di Nickelodeon. Ma le novità non finiscono qui! La nuova stagione avrà anche un palinsesto degli show completamente rinnovato. Sul palco del Pepsi Theatre andrà in scena un’attualissima versione di Pinocchio: un musical con musica dal vivo che vede protagonista il burattino di legno trasformato in un robot umanoide da alcuni scienziati visionari. In Piazza della Fama si alterneranno i sogni di Usnavi, un giovane carismatico pieno di talento, in New York Dreams, e le favole ricche di personaggi di fantasia dello spettacolo C'era Una Volta. Ritmo, energia e avventure preistoriche si sentiranno a Dino DJ nell’area Dinoland del Parco. Nella Far West Valley sarà John e il suo solitario viaggio nelle aride frontiere al centro dello show Wild West Cowboy.
All’apertura dei cancelli, nella Baia dei Pirati, ad accogliere i visitatori ci saranno gli attori-ballerini di Action! – Welcome Show per un benvenuto davvero movimentato. La stunt arena ospiterà l’imperdibile Hot Wheels City-La nuova sfida, il più acclamato stunt show d'Europa, con il loop mobile più alto (15 metri di altezza) mai eseguito prima in un parco divertimenti. Un appuntamento che dopo oltre 20 anni continua ad attrarre il pubblico di tutte le età. Per le vie del Parco si incontrerà la Nickelodeon Parade con tutti i personaggi più amati dai bambini. Esibizioni, canti e balli andranno in scena al Teatro Nickelodeon con Let’s Party per delle vere e proprie feste in cui divertirsi tutti insieme. Tanti i momenti Meet&Greet per foto ricordo da portare a casa. Per i visitatori in cerca di adrenalina da Guinness dei primati, sempre a disposizione le amatissime attrazioni come iSpeed, Katun e Divertical. “Ormai ci siamo, la stagione 2025 sta per partire e noi siamo particolarmente entusiasti di presentare Nickelodeon Land, una novità assoluta per l’Italia, commenta Sabrina Mangia, Managing Director di Mirabilandia. L’accordo con Paramount non è solo un nuovo fiore all’occhiello per il nostro Parco, ma anche un grande valore aggiunto per il territorio e per l’industria del turismo italiana”. La stagione 2025 di Mirabilandia prenderà il via giovedì 17 aprile e si concluderà domenica 2 novembre.