“No a mondanità, vanità, orgoglio e successo nella Chiesa”. Papa Francesco ha puntato il dito contro queste “tentazioni” nell’omelia della messa della Domenica delle Palme con cui, in piazza San Pietro, ha aperto i riti della settimana santa nella quale i cristiani ricordano la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. “C’è una strada – ha spiegato Bergoglio – contraria a quella di Cristo: la mondanità. La mondanità ci offre la via della vanità, dell’orgoglio, del successo. È l’altra via. Il maligno l’ha proposta anche a Gesù, durante i quaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione. E con lui anche noi possiamo vincere questa tentazione, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita”.
Il Papa ha indicato l’esempio di “tanti uomini e donne che, nel silenzio e nel nascondimento, ogni giorno rinunciano a se stessi per servire gli altri: un parente malato, un anziano solo, una persona disabile”. Ma ha rivolto lo sguardo “anche all’umiliazione di quanti per il loro comportamento fedele al Vangelo sono discriminati e pagano di persona. E pensiamo ai nostri fratelli e sorelle perseguitati perché cristiani, i martiri di oggi: non rinnegano Gesù e sopportano con dignità insulti e oltraggi”. Agli uomini di Chiesa Bergoglio ha indicato “la via dell’umiltà. È la strada di Gesù, – ha spiegato Francesco – non ce n’è un’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione”. Per Il Papa “umiliarsi è prima di tutto lo stile di Dio: Dio si umilia per camminare con il suo popolo, per sopportare le sue infedeltà”. Da qui l’invito di Bergoglio “in questa settimana santa, che ci conduce alla Pasqua, ad andare su questa strada dell’umiliazione di Gesù. E solo così sarà ‘santa’ anche per noi!”. E all’Angelus il Papa ha voluto pregare per le vittime della sciagura aerea sulle Alpi francesi del volo della Germanwings.
Per il Pontefice si apre una settimana intensa: giovedì 2 aprile, per la prima volta, sarà nel carcere romano di Rebibbia dove laverà i piedi a dodici detenuti e detenute durante la messa che ricorda l’ultima cena di Gesù prima di essere arrestato e crocifisso. Già nel suo primo giovedì santo da Papa, nel 2013, Bergoglio aveva compiuto questo gesto nel carcere minorile di Casal del Marmo sempre a Roma. Anche durante le sue visite pastorali in Italia Francesco è solito visitare i detenuti. Lo ha fatto il 21 giugno 2014 a Castrovillari e il 21 marzo 2015 a Napoli, mangiando a Poggioreale, mentre a Torino, il 21 giugno prossimo, pranzerà con i detenuti del carcere minorile Ferrante Aporti, alcuni immigrati e senza fissa dimora e una famiglia rom.
Venerdì 3 aprile, invece, nella Via Crucis al Colosseo, il Papa chiederà “umilmente perdono” per “il traffico di esseri umani, la condizione dei bambini-soldato, il lavoro che diventa schiavitù, i ragazzi e gli adolescenti derubati di sé stessi, feriti nella loro intimità, barbaramente profanati“. Bergoglio pregherà “perché finalmente si svegli la coscienza di chi ha oscurato il cielo nella vita delle persone”. Ma al Colosseo si pregherà anche per i divorziati risposati, alla luce del Sinodo dei vescovi del prossimo ottobre e del Giubileo straordinario della misericordia: “Tanti drammi familiari presenti nel mondo. Ce ne sono per tutti: madri, padri, figli, nonne e nonni. È facile giudicare, ma più importante è metterci nei panni degli altri e aiutarli fin dove ci è possibile. Cercheremo di farlo”. Preghiera speciale, infine, per l’abolizione della pena di morte, “ancora oggi praticata in numerosi Stati”, e per la cancellazione di “ogni forma di tortura” e di “soppressione violenta di persone innocenti”.