Il passo indietro di Lupi e la questione intercettazioni, la legge sulle fondazioni, quella sulla responsabilità civile dei magistrati e anche gli “scongiuri” perché da quando è arrivato su Expo e corruzione “non è emerso nulla”. Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, a Mezz’ora racconta anche di non aver mai ricevuto la proposta di diventare ministro dopo il caso Lupi. Le cui dimissioni da ministro delle Infrastrutture sono “un esempio positivo: va dato atto all’uomo di avere avuto coraggio”, soprattutto in un sistema contraddistinto dall’”attaccamento alla poltrona, e la sua era una delle poltrone più importanti che ci sono. Gliene va dato atto”.
Intercettazioni Lupi? “I giornalisti hanno fatto il loro mestiere?”
Cantone risponde indirettamente anche alla polemica innescata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano che dopo le dimissioni del compagno di partito ha rilanciato il bavaglio per i cronisti. “I giornalisti hanno fatto il loro mestiere. Si trattava di intercettazioni pubbliche, era venuta meno la segretezza. I giornalisti hanno fatto fino in fondo il loro mestiere”. Più in generale, nell’uso delle intercettazioni “un minimo di valutazione deontologica deve esserci, ma non mi riferisco a questo caso. In altri, però, i giornalisti dovrebbero far valere le regole deontologie. Si parla tanto di codici etici, ci riempiamo la bocca, ma poi non facciamo nulla quando i codici etici non vengono rispettati”.
Indispensabile una legge sulle fondazioni dei personaggi politici
L’ex pm risponde “no, purtroppo no, ma è indispensabile” alla domanda se si stia pensando a una legge sulle fondazioni di personaggi politici. “C’è bisogno di intervenire: c’è un problema enorme che riguarda la corruzione politica e la trasparenza dei bilanci dei partiti e delle loro fondazioni, dei meccanismi di finanziamento della politica”. Cantone invita a “riflettere su quanto emerso nell’inchiesta Mafia Capitale a Roma, dove un gruppo di soggetti legati anche alla criminalità organizzata era in grado di determinare le sorti di una serie di politici, a destra e a sinistra, quasi crescendoli come polli allevati in batteria, attraverso meccanismi di finanziamento assolutamente non trasparenti. Ad esempio – si chiede Cantone – come si fa a ritenere che le fondazioni, che spesso sono le vecchie correnti dei partiti, non debbano avere nessun tipo di bilancio?”.
“Sbagliato dire che la legge sulla responsabilità civile sia punitiva”
Parla dei suoi ex colleghi e sulla contestatissima legge responsabilità civile: “Non credo sia corretto dire che è legge punitiva”, può darsi invece che “possa essere pericolosa”, ma ad ogni modo “non bisogna fasciarsi prima la testa“. Il magistrato fuori ruolo che ha assunto la carica di presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ritiene che la vecchia norma “ha dimostrato di non essere utile”, e sottolinea la convinzione che “i magistrati credo sbaglino pochissimo”. Cantone ricorda anche che la legge non attribuisce ad altre figure professionali il compito di accertare la responsabilità civile dei magistrati, “saranno altri giudici a valutare, ci sono tre gradi di giudizio. È sbagliato dire prima che sia punitiva”
Expo, la corruzione e gli “scongiuri”
“Negare che ci siano fatti di corruzione su Expo sarebbe negare l’ovvio. Ma bisogna ragionare su cosa è stato fatto dopo. È stato fatto un decreto che prevede espressamente la creazione di un’unità operativa dell’Anac sugli appalti Expo. Abbiamo elevato il livello dei controlli in modo molto significativo. Quello che è emerso è precedente al 24 giugno scorso. Facendo gli scongiuri.
Rispetto al sistema della corruzione non c’è qualcuno che ha la bacchetta magica – continua Cantone -. Abbiamo bisogno di mettere degli anticorpi, in un corpo malatissimo. Vivaddio che ci sono le indagini per far uscire il pus dal corpo”. Che non ci siano altri casi di corruzione all’Expo? Non ci metto la mano sul fuoco”. E se “il ddl anticorruzione è utilissimo, non vedo l’ora che venga approvato, ma non dobbiamo pensare che una volta approvato basti da solo a risolvere il problema”.
Expo 2015
Intercettazioni, Cantone e il caso Lupi: “I giornalisti hanno fatto il loro mestiere”
Il presidente Anac a In Mezz'ora parla delle dimissioni del ministro delle Infrastrutture e dice: "Un esempio positivo: va dato atto all’uomo di avere avuto coraggio" e sulla pubblicazione delle conversazioni aggiunge: "Si trattava di intercettazioni pubbliche, era venuta meno la segretezza"
Il passo indietro di Lupi e la questione intercettazioni, la legge sulle fondazioni, quella sulla responsabilità civile dei magistrati e anche gli “scongiuri” perché da quando è arrivato su Expo e corruzione “non è emerso nulla”. Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, a Mezz’ora racconta anche di non aver mai ricevuto la proposta di diventare ministro dopo il caso Lupi. Le cui dimissioni da ministro delle Infrastrutture sono “un esempio positivo: va dato atto all’uomo di avere avuto coraggio”, soprattutto in un sistema contraddistinto dall’”attaccamento alla poltrona, e la sua era una delle poltrone più importanti che ci sono. Gliene va dato atto”.
Intercettazioni Lupi? “I giornalisti hanno fatto il loro mestiere?”
Cantone risponde indirettamente anche alla polemica innescata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano che dopo le dimissioni del compagno di partito ha rilanciato il bavaglio per i cronisti. “I giornalisti hanno fatto il loro mestiere. Si trattava di intercettazioni pubbliche, era venuta meno la segretezza. I giornalisti hanno fatto fino in fondo il loro mestiere”. Più in generale, nell’uso delle intercettazioni “un minimo di valutazione deontologica deve esserci, ma non mi riferisco a questo caso. In altri, però, i giornalisti dovrebbero far valere le regole deontologie. Si parla tanto di codici etici, ci riempiamo la bocca, ma poi non facciamo nulla quando i codici etici non vengono rispettati”.
Indispensabile una legge sulle fondazioni dei personaggi politici
L’ex pm risponde “no, purtroppo no, ma è indispensabile” alla domanda se si stia pensando a una legge sulle fondazioni di personaggi politici. “C’è bisogno di intervenire: c’è un problema enorme che riguarda la corruzione politica e la trasparenza dei bilanci dei partiti e delle loro fondazioni, dei meccanismi di finanziamento della politica”. Cantone invita a “riflettere su quanto emerso nell’inchiesta Mafia Capitale a Roma, dove un gruppo di soggetti legati anche alla criminalità organizzata era in grado di determinare le sorti di una serie di politici, a destra e a sinistra, quasi crescendoli come polli allevati in batteria, attraverso meccanismi di finanziamento assolutamente non trasparenti. Ad esempio – si chiede Cantone – come si fa a ritenere che le fondazioni, che spesso sono le vecchie correnti dei partiti, non debbano avere nessun tipo di bilancio?”.
“Sbagliato dire che la legge sulla responsabilità civile sia punitiva”
Parla dei suoi ex colleghi e sulla contestatissima legge responsabilità civile: “Non credo sia corretto dire che è legge punitiva”, può darsi invece che “possa essere pericolosa”, ma ad ogni modo “non bisogna fasciarsi prima la testa“. Il magistrato fuori ruolo che ha assunto la carica di presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ritiene che la vecchia norma “ha dimostrato di non essere utile”, e sottolinea la convinzione che “i magistrati credo sbaglino pochissimo”. Cantone ricorda anche che la legge non attribuisce ad altre figure professionali il compito di accertare la responsabilità civile dei magistrati, “saranno altri giudici a valutare, ci sono tre gradi di giudizio. È sbagliato dire prima che sia punitiva”
Expo, la corruzione e gli “scongiuri”
“Negare che ci siano fatti di corruzione su Expo sarebbe negare l’ovvio. Ma bisogna ragionare su cosa è stato fatto dopo. È stato fatto un decreto che prevede espressamente la creazione di un’unità operativa dell’Anac sugli appalti Expo. Abbiamo elevato il livello dei controlli in modo molto significativo. Quello che è emerso è precedente al 24 giugno scorso. Facendo gli scongiuri.
Rispetto al sistema della corruzione non c’è qualcuno che ha la bacchetta magica – continua Cantone -. Abbiamo bisogno di mettere degli anticorpi, in un corpo malatissimo. Vivaddio che ci sono le indagini per far uscire il pus dal corpo”. Che non ci siano altri casi di corruzione all’Expo? Non ci metto la mano sul fuoco”. E se “il ddl anticorruzione è utilissimo, non vedo l’ora che venga approvato, ma non dobbiamo pensare che una volta approvato basti da solo a risolvere il problema”.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
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Expo 2015, non c’è tempo per i collaudi: i progettisti faranno solo autocertificazioni
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In Lombardia le edicole diventano negozi di alimentari e infopoint per turisti
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Ucraina, summit a Parigi: Meloni frena sull’invio di truppe. E Scholz: “Sbagliato parlare di militari Ue sul terreno”. Starmer: “Per la pace vitali le garanzie Usa”
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La Paz, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Almeno 30 persone sono morte a causa di un incidente che ha coinvolto un autobus passeggeri, precipitato in un burrone profondo 800 metri nella città di Yocalla, nel sud della Bolivia. Lo ha riferito la polizia locale.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.