Undici ordinanze cautelari, chieste dal pm napoletano Henry John Woodcock (nella foto) e firmate dal Gip Amelia Primavera, hanno colpito questa mattina i vertici della Cpl Concordia, la cooperativa rossa emiliana del settore energia e gas. Un gigante da 440 milioni di fatturato nel 2013 e 1.800 lavoratori. E’ la prima conclusione dell’inchiesta sulla metanizzazione dell’isola di Ischia, in parte raccontata lo scorso ottobre dal Fatto quotidiano. L’accusa contestata al momento dell’arresto è di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, corruzione e corruzione internazionale. In serata Matteo Orfini, presidente del Pd, ha annunciato a Piazzapulita: “Sta alla magistratura fare indagini e individuare le responsabilità, noi sospenderemo il sindaco dal Pd come prevede il nostro statuto”.
Oltre a Roberto Casari, presidente della Cpl Concordia per quarant’anni, da poco in pensione, sono finiti agli arresti Giuseppe Ferrandino, detto Giosi, Sindaco di Ischia, primo dei non eletti nelle liste del Pd nelle scorse elezioni europee, Nicola Verrini, direttore commerciale della cooperativa emiliana e Francesco Simone, consulente della Concordia. Un funzionario del comune di Ischia è finito ai domiciliari, mentre altre due persone sono state raggiunte da un provvedimento di obbligo di residenza. Custodia in carcere anche per Maurizio Rinaldi, presidente del cda di Cpl Distribuzione. Le persone condotte in carcere sono otto, altre tre ai domiciliari. Ferrandino era stato sindaco di Casamicciola, l’altro Comune dell’Isola di Ischia, ma per Forza Italia. Poi era passato alla Margherita. Nel 2008 è diventato sindaco di Ischia e nel 2012 è stato riconfermato con il 70,6 per cento dei voti.
I dirigenti della Cpl Concordia avrebbero fatto “sistematico ricorso ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i Sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali”, si legge negli atti dell’inchiesta. In un’altra inchiesta, Roberto Casari è indagato dalla Dda di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa. A tirare in ballo la Cpl Concordia per gli appalti delle reti elettriche e gas al Sud è stato, recentemente, l’ex boss dei casalesi Antonio Iovine detto ‘o ninno, oggi collaboratore di giustizia. Quando le dichiarazioni dell’ex boss sono rese pubbliche, negli uffici di Cpl c’è anche chi se la prende con Il Fatto Quotidiano, definito “bollettino della magistratura”.
L’inchiesta riguarda anche in questo caso i lavori di metanizzazione compiuti tra il 1999 e il 2003 a Casal di Principe e in altri sei comuni del Casertano. Opere realizzate non a norma, con rischi per la sicurezza dei cittadini, sostiene la Dda di Napoli, dopo le dichiarazioni rilasciate nel giugno 2014 da Iovine. Dagli scavi, coordinati dai carabinieri del Noe di Caserta, condotti a Casal di Principe in corso Umberto, in pieno centro, è emerso che le tubature erano state interrate a 30 centimetri di profondità invece che ai 60 previsti dalla normativa, mettendo quindi a rischio la sicurezza della popolazione. Secondo i pm, esiste un “protocollo” con cui la Cpl si rapporta alle amministrazioni locali in fatto di appalti, seguito “a Ischia, a Salerno, a Tursi, a Melegnano e, ancora- seguendo lo stesso modus operandi -perfino nei Comuni dell’Agro A versano dove la CPL e i suoi dirigenti non hanno esitato a scendere a sedersi attorno allo stesso tavolo con pericolosi camorristi“.
Anche le indagini su Ischia sono state condotte dal Noe e hanno ricostruito alcuni appalti per la metanizzazione dell’isola di Ischia. Secondo l’accusa la Cpl Concordia avrebbe firmato due convenzioni che prevedevano l’impegno a erogare la somma complessiva di oltre 300mila euro all’albergo della famiglia di Ferrandino e ad assumere come consulente il fratello del sindaco (Massimo, finito anche lui agli arresti), ricevendo in cambio l’affidamento dei lavori per la metanizzazione dell’isola.
Il 4 giugno 2014 gli inquirenti hanno sequestrato presso la struttura ricettiva Le Querce, di proprietà della famiglia Ferrandino, una scrittura privata in cui l’hotel si impegnava a tenere a disposizione di Clp Concordia sette camere doppie in mezza pensione dal 27 dicembre 2013 al al 6 gennaio 2014 e poi dal primo aprile al 31 ottobre 2014 (con l’esclusione delle due settimane intorno a Ferragosto) in cambio della somma di 160.830 euro iva inclusa. Un altro contratto rinvenuto dagli investigatori, con la stessa validità riferita però agli anni 2013-2014, riportava la cifra di 146.230 euro. Gli inquirenti hanno poi verificato l’effettiva presenza dei dipendenti della coop nell’hotel dei Ferrandini. Il conto reale ammontava a 8.350 euro per il primo contratto e 42.465 per il secondo. Secondo l’accusa si tratta di una transazione “fittizia” per mascherare “il conferimento di utilità al sindaco”, finalizzato a “ripagare i suoi favori e la sua consolidata disponibilità rispetto a tutte le esigenze della Cpl.
Durante le indagini è poi emerso uno schema utilizzato dalla Cpl Concordia, secondo l’accusa, per accumulare fondi neri attraverso società e banche tunisine. Soldi che per i magistrati sarebbero poi stati utilizzati per pagare tangenti.
Centrale è la figura del consulente Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali di Cpl Concordia, che gestiva i rapporti più sensibili della cooperativa. Ex socialista, vicinissimo alla famiglia Craxi, era per i magistrati un vero e proprio procacciatore d’affari, in grado di procurare ricche commesse alla Cpl Concordia, corrompendo – secondo l’accusa che ora dovrà essere vagliata dai giudici – politici e amministratori e gestendo il flusso di fondi neri dalla Tunisia attraverso la società Tunit srl. Le indagini sono ancora in corso, puntando a ricostruire il finanziamento di partiti e fondazioni da parte della cooperativa emiliana.
Simone, a quanto racconta un indagato in un’intercettazione, nasce “socialista” come segretario di Bobo Craxi , e in base a questa conoscenza si adoperò “per introdurre la Cpl in Tunisia, nazione nella quale i Craxi avevano forti entrature”.
Aggiornato dalla redazione web alle 22.45