Assemblea d’istituto sull’omofobia sì, ma senza la partecipazione di Arcigay. Al liceo Selmi di Modena due anni fa un ragazzo è stato costretto a cambiare scuola per le molestie dei compagni per i suoi atteggiamenti giudicati “femminili”, e anche per questo è nata l’idea di organizzare un incontro con l’Arcigay. Ma se il consiglio d’istituto ha dato subito il via libera, la preside Luciana Contri ha deciso di porre il veto: prima chiedendo un contraddittorio, cioè la partecipazione di un cattolico del Ceis accanto all’associazione portavoce della comunità Lgbt, poi, quando gli studenti si sono opposti, escludendo i minorenni dall’incontro. Infine, autorizzando l’assemblea del 31 marzo, ma senza Arcigay.
Un via libera parziale, quindi, quella della preside, che arriva dopo che la mattina del 30 marzo gli studenti dell’istituto hanno protestato davanti ai cancelli della scuola impugnando unapetizione da 1200 firme (su 1700 iscritti) contro lo stop della dirigente scolastica, su cui anche il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli si era espresso: “Chiederò chiarimenti. Il dialogo e confronto non devono spaventare nessuno e sono semmai la condizione fondamentale perché si sviluppi una società all’insegna del rispetto. Chi chiede l’incontro dimostra di voler approfondire un tema importante”.
Il compromesso, però, raccontano gli studenti del Selmi, lascia l’amaro in bocca. Il tema dell’assemblea, infatti, lo avevano scelto proprio i 1700 iscritti all’istituto modenese attraverso un sondaggio, effettuato a ottobre. A febbraio, quindi, i rappresentanti degli studenti l’avevano portato in consiglio d’istituto, ottenendo l’immediato via libera. Scelti i relatori, però, erano arrivate le obiezioni di un gruppo di genitori. “Siamo stati convocati in presidenza – racconta Fabio Buoncore, rappresentante d’istituto del Selmi – è ci stato riferito che una quindicina di famiglie era andata dalla preside per chiedere che l’autorizzazione a fare l’assemblea fosse revocata a causa della presenza di Arcigay. Per poter procedere, quindi, avremmo dovuto invitare anche qualcuno dell’associazione cattolica del Ceis come contraddittorio, ma noi abbiamo detto no. Il nostro incontro sarà dedicato al tema dell’omofobia e della transfobia, quindi della discriminazione, e il contraddittorio non ha senso: se parliamo di razzismo, e invitiamo una persona di colore a raccontare la sua esperienza, non è che poi bisogna chiamare anche uno xenofobo”.
L’appuntamento, quindi, era stato rinviato, finché, per sbloccare la situazione, venti giorni fa i ragazzi hanno chiesto all’Arcigay di mandare alla preside i curricula di chi sarebbe intervenuto: “Lo abbiamo fatto per aiutare gli studenti, ma non ci era mai capitata una richiesta simile – spiega Alberto Bignardi, presidente di Arcigay Modena – Capisco che quindici famiglie possano essere contrarie, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma che una minoranza così esigua possa decidere per tutti non si può sentire”. E nonostante tutto, il via libera è arrivato solo in parte: “Prima – spiegano gli studenti – ci è stato detto che avrebbero potuto partecipare solo i maggiorenni, poi il 30 marzo la preside ha chiarito che si trattava di un consiglio. Noi non l’abbiamo inteso così, anche perché il permesso è arrivato quando Arcigay è stata esclusa”.
“L’assemblea si svolgerà secondo le modalità deliberate in consiglio d’istituto, ed è sempre stata aperta a tutti – replica la preside Contri – relatori saranno due ex studenti modenesi che racconteranno la loro esperienza. Quanto ad Arcigay, non ha accettato l’opportunità di presenziare con un contraddittorio utile a dare un quadro più completo del tema”.
Il caso ricorda quanto accaduto nel vicino liceo Muratori di Modena solo un anno fa, i cui studenti fa decisero di organizzare un’assemblea di istituto dedicata al tema della transessualità, relatori l’ex deputata Vladimir Luxuria e Bignardi di Arcigay Modena, affiancati da un medico endocrinologo, incontrando l’opposizione di un gruppo di genitori. Come alle scuole Muratori, anche al Selmi l’assemblea, dopo le proteste del 30 marzo e la petizione, avrà luogo, “tuttavia sarà diversa da come l’avevamo pensata – precisa Buoncore – vedremo come andrà, e in caso valuteremo se organizzare un altro appuntamento con Arcigay”.
Non è la prima volta, del resto, che l’associazione viene lasciata fuori dal portone della scuola modenese. “A dicembre, durante la giornata mondiale contro l’Aids, i ragazzi ci invitarono a un incontro, come relatori, e la preside non ci permise di entrare – ricorda Bignardi – Tutta questa situazione ha dell’incredibile. Sarebbe stato lo stesso se i ragazzi avessero voluto affrontare il tema della discriminazione razziale? Non credo. Al Selmi, però, il 10% circa degli studenti è omosessuale, parliamo di 170 ragazzi e ragazze, e il timore è che dopo questa polemica si sentano a loro volta a disagio”.