Una bambina alza le mani in segno di resa di fronte ad un fotografo, ha scambiato l’obiettivo della macchina fotografica per la canna del fucile. È successo in Siria, quando una bimba di 4 anni si è trovata di fronte il fotografo Osman Sagirli, nel campo profughi di Atmeh. Lo scatto ha fatto il giro del mondo e in occidente è diventata virale il 24 marzo, dopo essere stata twittata dalla fotoreporter Nadia AbuSahan: in pochi giorni l’immagine è stata retwittata più di 11.000 volte. Venerdì 27 marzo è stata poi pubblicata su Reddit ottenendo più di 5.000 condivisioni e 1.600 commenti.

La BBC ha ricostruito la storia che sta dietro a questa foto, contattando l’autore dello scatto, che rivela d’aver fatto la foto nel dicembre 2014 e di averla pubblicata per la prima volta in gennaio sul quotidiano turco Türkiye, per cui lavora da venticinque anni. Il fotografo ha raccontato com’è andata: “Quel giorno stavo utilizzando un teleobiettivo e la bimba ha pensato che fosse un’arma – ha detto Sagirli alla BBC – Ho capito subito che si era spaventata. Normalmente i bambini nascondono la loro faccia o sorridono quando vedono una fotocamera”. Hudea, la bambina protagonista dello scatto, era arrivata nel campo di Atmeh – a circa 10 km dal confine turco – con sua madre e due fratelli dopo un viaggio di 150 km.

tweetsiria

“Ero con un teleobiettivo, e ha pensato che fosse un’arma”, continua a raccontare alla BBC il fotografo. “Mi sono reso conto che lei era terrorizzata dopo l’ho preso, e guardato la foto, perché si morse le labbra e alzò le mani. Normalmente i bambini scappano, si nascondono le loro facce o sorridono quando vedono una macchina fotografica.” Dice che trova le immagini dei bambini nei campi particolarmente rivelatrice. “Sai che ci sono sfollati persone nei campi. Ha più senso per vedere ciò che hanno sofferto non per gli adulti, ma attraverso i bambini. Sono i bambini che riflettono i sentimenti con la loro innocenza.”

La Siria è un paese in cui la guerra civile, in atto dal 2011, ha causato la morte di 206.000 persone. Solo nel 2014, stando ai dati del Syrian Observatory For Human Rights, sono morte 76.000 persone, di cui più di 3.500 bambini.

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