La procura di Milano ha inviato in Senato la richiesta di autorizzazione a procedere per Giulio Tremonti in relazione a una presunta tangente che gli sarebbe stata versata da Finmeccanica nel maggio del 2008, quando era ministro dell’Economia, per ottenere, dopo un parere negativo, il via libera all’acquisizione del gruppo statunitense Drs, fornitore anche del Pentagono. Tremonti è indagato per corruzione e per una presunta tangente di 2,4 milioni di euro.
Lo scorso ottobre, con l’invio degli atti al Tribunale dei Ministri i pm hanno dato forma all’inchiesta a carico di Tremonti e che vede indagati anche il socio dello studio tributario fondato dal senatore, il professionista Enrico Vitali, oltre all’ex presidente e all’ex direttore finanziario di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini e Alessandro Pansa.
Il Tribunale dei Ministri di Milano dopo aver ricevuto gli atti dell’inchiesta dalla Procura (come prevede la legge, dato che Tremonti all’epoca era ministro), aveva ordinato ai pm Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi, titolari delle indagini, di chiedere l’autorizzazione a procedere al Senato per andare avanti con il procedimento. E, da quanto si è saputo, la richiesta, firmata anche dal procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, è stata trasmessa al Senato e dovrà essere valutata, in prima battuta, dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere.
L’indagine, coordinata dagli stessi pm che, tra l’altro, sempre a fine ottobre avevano disposto la perquisizione dello studio “Tremonti, Vitali, Romagnoli, Piccardi e Associati” per un’altra inchiesta legata ad un presunto riciclaggio di denaro dell’ex deputato Marco Milanese, ha preso il via in seguito alle dichiarazioni rese nel 2010 al pm di Roma Paolo Ielo dall’ex consulente di Finmeccanica, Lorenzo Cola. Quest’ultimo a verbale aveva associato il cambio di rotta e l’ok di Tremonti all’operazione Finmeccanica-Drs ad un parcella milionaria liquidata dalla holding di Stato allo studio dei soci dell’allora ministro per una consulenza fiscale. Parcella che, è l’ipotesi degli inquirenti milanesi, sarebbe servita a mascherare in realtà la tangente da oltre 2 milioni di euro.
Il Tribunale dei Ministri, poi, a fine gennaio ha deciso di trasmettere di nuovo gli atti ai pm affinché chiedessero, come prevedono le norme, l’autorizzazione a procedere nelle indagini nei confronti del senatore Tremonti. Il Senato dovrà valutare se dare il via libera alla prosecuzione del procedimento e potrà bocciare la richiesta nel caso ritenga sussistente un ‘fumus persecutionis’ nei confronti dell’ex ministro.